Al Teatro Manhattan va in scena un duello sottile dove inganno e verità, razionalità e passione si invertono continuamente parte.

Sleuth è una partita, una gara fino all’ultimo colpo di scena, magistralmente orchestrata dal genio di Harold Pinter, autore britannico scomparso pochi anni fa ma che è già diventato un classico grazie alla sua prolifica produzione nell’ambito teatrale, letterario e cinematografico.

Sleuth, ovvero Gli insospettabili, è un’indagine sui meccanismi della mente umana e sulle sue perversioni, una messa a nudo delle tensioni psichiche e morali; è un thriller affascinante, nato come sceneggiatura per il cinema e ora portato in scena da Daniele Marcori per il piccolo ed elegante Teatro Manhattan.

Nell’ultima fase della sua carriera, Pinter si era allontanato dallo stile tipico del cosiddetto teatro dell’assurdo – di cui era stato un rappresentante quando era allievo di Samuel Beckett – immergendosi piuttosto nelle atmosfere tipicamente “Kammerspiel”, ovvero nel teatro da camera di tradizione nordeuropea, contaminandolo però con Ellroy e tinte noir. Sleuth – Gli Insospettabili in questo senso è esemplare: opera di commiato del grande artista, sceneggiatura per il cinema per il regista e amico Kenneth Branagh – per un gran film interpretato da Michael Caine e Jude Law, a sua volta ispirato a un’altra pièce, del 1970, firmata da Anthony Schaffer.

Questa testo dimostra immediatamente la sua matrice propriamente teatrale, e Marcori è stato bravo a sfruttare al meglio il poco spazio per rappresentare una villa a più piani; l’ascendente cinematografico è forte, in alcuni passaggi è come se si tentasse di restituire l’effetto del primo piano attraverso giochi di luce e pose immobili degli interpreti. Il ritmo da thriller, complice una giusta dose di cinismo e umorismo, è tenuto costante per tutto lo spettacolo, cosa che solitamente riesce più al cinema e meno al teatro.

A contribuire all’ottima riuscita dello spettacolo, bisogna segnalare soprattutto la pregevole recitazione dei due giovani attori: Tiziano Storti e Roberto Rotondo, efficaci nel rendere il faccia a faccia continuo dei due protagonisti; una tesissima e nervosa partita a scacchi o, come sostengono i due, “a tennis”, dove – come sempre nella vita – il finale non riesce a eleggere un vincitore (il colpo di pistola che segna la fine è un colpo vero o uno a salve?). Wyke e Tindle, i due protagonisti, si odiano e si amano, fino alla degenerazione della reciproca ammirazione in stimolo erotico; la stima per l’altrui intelligenza, nel corso della partita, diventa passione per il suo corpo, in una sfida perpetua destinata a concludersi nell’eliminazione.

Lo spettacolo continua:
Teatro Manhattan

via del Boschetto – Roma
fino a domenica 13 febbraio
orari: ore 21.00 – domenica ore 18.00

Sleuth – Gli insospettabili
di Harold Pinter
tratto da Sleuth di Anthony Shaffer
regia Daniele Marcori
con Tiziano Storti e Roberto Rotondo