La paura fa 90… e 8, 13 e 52

teatro-del-giglio-lucca1Si è aperta la stagione di prosa del Teatro del Giglio di Lucca con la messa in scena del Sogno di una notte di mezza sbornia di Eduardo de Filippo. Già considerata esilarante all’epoca del suo debutto, con questa commedia l’apertura della Stagione è nel segno della risata, perché, dobbiamo dirlo, le occasioni per ridere sono molte e il pubblico non si astiene.

Dell’adattamento del 1936 del testo precedente di Athos Setti, La fortuna si diverte (originariamente L’Agonia di Schizzo) – ripreso prima che da Eduardo, da Ettore Petrolini e da Angelo Musco – la Compagnia di Luca De Filippo propone una versione dove gli elementi comici e di farsa (presenti nel copione) sono elaborati così da restituirne un’espressione giocosa.

Durante una delle sue notti non troppo tranquille, Pasquale, un semplice facchino cui non dispiace alzare il gomito, sogna Dante e questi, ringraziandolo per il busto che l’uomo ha tenuto in casa sua, gli offre quattro numeri da giocare al lotto, i numeri del suo destino: 8, 13, 52, 90. Felice del regalo Pasquale, prima di salutare Dante, non si scorda di domandarne il significato. La risposta lo trasforma in un eroe tragico-farsesco che deve combattere contro la terrificante consapevolezza della data e dell’ora della propria morte. Questo è il significato dei numeri. Così il riscatto sociale da una condizione di indigenza diventa la corsa di un conto alla rovescia che fino all’ultimo ci tiene col fiato sospeso. Perché se i numeri sono giusti anche la data deve esserlo, così come la prescrizione di non mangiare assolutamente il pesce.

Disperato, incompreso, mentre tutti si godono le ricchezze appena ricevute, Pasquale si rassegna infine al suo destino, cercando di prendervi confidenza (e assumendone il controllo). Dispone quindi di ogni cosa per il meglio e agisce la sua morte come un attore, allo scoccare dell’ora stabilita (scena, questa, che nello spettacolo si trasforma in una spassosa gag fra indicazioni stradali e visioni strampalate). Ma l’ora arriva, passa, Pasquale non muore ed è pronto a gustarsi il (sontuoso) pranzo del suo funerale (altro segno del cinismo della famiglia).

Il finale si chiude con una scena tanto efficace quanto bella dal punto di vista della realizzazione, un tableau sul quale “cala” il sipario: una sorta di fermo immagine sul volto terrorizzato di Pasquale. Perché? Perché è tutto da rifare: la morte non è stata beffata e, anzi, incombe sempre e ancora più di prima. La finzione e la farsa sono state beffate dalla signora con la falce e solo nei cinque minuti successivi si saprà chi avrà vinto.

Bella e interessante la scenografia, che offre l’occasione per un uso dello spazio eterogeneo, in cui i personaggi, al loro ingresso, si muovono simili a clown. Grottesca, oltre che farsesca, la scena in cui, mentre pensa alla propria morte, Pasquale si prende le misure constatando con dispetto che neanche da morto riuscirà a uscire da casa. Molto suggestivo anche il cambio scena che separa il secondo atto dal terzo, quando il busto di Dante, colui che ha cambiato il destino della famiglia, addobbato come la statua di un Santo – con aureola, candele e lumini – appare quale elemento centrale, presenza ingombrante e incombente: destino, riscatto e morte, fra grottesco e superstizione. La musica di Nicola Piovani accompagna camminate e gesti degli attori, colorando i personaggi e restituendo un’atmosfera non solo dalla venatura comica e grottesca, ma anche sospesa e sognante.

Complimenti all’intera Compagnia che ha offerto uno spettacolo brioso e leggero, regalando al pubblico uno scroscio di risate e una messinscena di classe.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro del Giglio
Piazza del Giglio, 13/15 – Lucca
fino a domenica 12 ottobre

Compagnia di Teatro di Luca De Filippo presenta:
Sogno di una notte di mezza sbornia
di Eduardo De Filippo
liberamente tratta dalla commedia La fortuna si diverte di Athos Setti
regia Armando Pugliese
con Luca De Filippo, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo e Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Vittoria Forestiero, Paola Fuliciniti
scene Bruno Buonincontri
costumi Silvia Polidori
musiche Nicola Piovani
luci Stefano Stacchini