Al Silos del Foro di Traiano, sede della Fondazione Alda Fendi, Stefano Ricci e Gianni Forte consegnano al pubblico una performance sconvolgente come personale regalo da mettere sotto l’albero. Se si avrà ancora il coraggio di farne uno.

Le luci ultraviolette rendono fluorescente il bianco dei camici e dei cappellini. Sembrano extraterrestri queste infermiere – impersonate da uomini e donne – che accolgono il pubblico servendogli bicchieri di latte. Si muovono lente, lo sguardo fisso e distante, come ipnotizzato da qualcosa. Proprio queste figure, simbolicamente ministranti di salute e guarigione, emanano l’intuizione di una minaccia. Sollevano i lucidi vassoi e lasciano che i presenti osservino la loro immagine nel riflesso: ciò che vedono – complice la luce impietosa che aleggia intorno – è un ritratto malato, forse morto. Per loro, entrati in questa clinica surreale con la certezza di essere sani, è il momento della consapevolezza: l’assuefazione a ciò che viene comunemente indicato come “normale” è la patologia diagnosticata. Ora bisogna assumersi la responsabilità della cura.

Sono solo i primi minuti della performance, i più angosciosi, quelli in cui il pubblico rimpiange il rassicurante ruolo di spettatore, protetto dalla parete immaginaria che separa il palco dalla platea. Ore dopo, però, quando sarà tornato all’ovvia apatia del reale, proverà nostalgia per la verità di quelle emozioni e si stupirà che sia stato un artificio teatrale a generarle.

La seconda parte della performance è la naturale conseguenza della prima: superato lo shock del passaggio è finalmente possibile accogliere e condividere la denuncia di una società schiacciata dalla vacuità dei propri ingranaggi, riconoscere l’ipocrisia celata nel culto del profitto, ammettere lo sgretolamento culturale di un Paese, il nostro, che annega nel vino della festa il dolore della propria fine.

L’anti-natale firmato Ricci/Forte fa a pezzi l’iconografia consolatoria e buonista che la tradizione si ostina a conservare, per riscriverla alla luce di una spietata autocoscienza. Nel nostro presente non c’è posto per angeli né santi: siamo solo corpi nudi, che si scontrano e respingono nell’afflizione di un’agonia infernale finché, inerti e spossati, veniamo serviti al cenone dei potenti e divorati prima che il pendolo rintocchi la mezzanotte.

Lo spettacolo continua:
Fondazione Alda Fendi

Foro Traiano, 1 – Roma
fino a mercoledì 15 dicembre
orari: a partire dalle ore 21.00
(durata 25 minuti circa)

Some Disordered Christmas Interior Geometries
di Stefano Ricci e Gianni Forte
regia Stefano Ricci
assistente regia Barbara Caridi
stylist Simone Valsecchi
movimenti Marco Angelilli
con Anna Gualdo, Andrea Pizzalis, Anna Terio, Barbara Caridi, Elisa Menchicchi, Fabio Gomiero, Giuseppe Sartori, Marco Angelilli, Valentina Beotti, Valerio Sirna e Velia Esposito