L’origine della coscienza e l’eccedenza raccontate dal corpo

All’interno della rassegna Exit, il collettivo di danza Bricolage Dance Movement porta in scena tutta la complessità del mito dell’albero della conoscenza.

«Il peccato originale è il mito eterno dell’uomo, è il peccato tramite il quale l’uomo si fa uomo»; così si esprimeva Hegel a proposito del mito dell’albero della conoscenza, l’originaria sfida a Dio che ne provocò l’ira e la cacciata dell’uomo dal paradiso terrestre. Questa cacciata coincise col sorgere della coscienza umana, nonché della dicotomia di bene e male, perché è a partire da quel momento che l’anima umana precipitò nella sua connaturata imperfezione e nel suo stato di colpa perenne. Da questa alba dell’uomo in quanto uomo, egli ha iniziato ad anelare asintoticamente alla perfezione smarrita originaria, perché come scrisse Kafka in uno dei suoi aforismi: «noi fummo creati per vivere nel paradiso, il paradiso era destinato a servirci. Il nostro fine è stato mutato; ma nessuno ha mai detto che sia mutato anche il fine del paradiso». E se è vero che questo mito racconta lo stato di solitudine e di sofferenza esistenziale alla quale noi tutti siamo costretti, d’altro canto questo stato è la condizione di possibilità affinché si possa esprimere la nostra forza, il nostro sentimento, la nostra speranza e la nostra ambizione di ricomporre l’infranto. Tale vortice di speculazione filosofica ruota attorno a un simbolo, ovvero alla mela del peccato, immagine liminare che separa il prima assoluto dal dopo.

Tradurre tutto questo in un’opera performativa non è facile, ma probabilmente l’arte scenica è la più appropriata rispetto a quelle visive e musicali e, tra di esse, la danza, l’arte del corpo per eccellenza, è ancora più adatta dell’arte drammatica non potendo, il mito fondativo della cultura occidentale, sopportare una traduzione linguistica in un testo e trovandosi di conseguenza più a suo agio nell’ambito del linguaggio-senza parole dei gesti, della fisicità e dell’emozione che scaturisce dai corpi.
All’interno della rassegna Exit presso il Teatro dell’Orologio, che da nove anni promuove e stimola la conoscenza di nuove realtà teatrali emergenti, è andato in scena Soul Under Construction, performance del Bricolage Dance Movement, collettivo di danza fondato nel 2007 da Michela Mucci e Anna Buonomo e che nel corso degli ultimi anni ha condotto una ricerca in ambito coreografico che ha inteso tenere insieme la classicità all’innovazione sperimentale. In questa occasione, una scenografia piuttosto minimale, dopo un incipit visivamente efficace nel quale un corpo avvolto mima il sorgere dell’anima umana, come una farfalla nella sua crisalide, lascia lo spazio ai corpi delle interpreti. Ciò che stupisce è il talento e la forza delle interpreti che restituiscono attraverso coreografie potenti ed articolate il travaglio dell’anima umana nel suo sorgere; la mela resta l’elemento che accompagna lo spettacolo, forse elemento insufficente a dare compostezza ai vari quadri e a tradurre la bravura delle danzatrici in un’idea chiara, e d’altronde costumi e scena non contribuiscono a restituire la complessità del tema trattato. In altre parole, uno spettacolo efficace e potente per merito del talento delle danzatrici che parte da un’idea affascinante ma talmente complessa che avrebbe meritato una scrittura più coerente in grado di connettere idea ed espressione artistica. Ma d’altronde, l’abisso incolmabile del mito dell’origine dell’uomo eccede per definizione qualsiasi modalità di traduzione corporea e performativa, ed è questa eccedenza che Bricolage Dance Movement è stato in grado di mettere in evidenza.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno di Exit – Emergenze per identità teatrali
Teatro Orologio
via dei Filippi 17 A
venerdì 2 dicembre
ore 21,30

Bricolage Dance Movement presenta
Soul Under Construction
di Michela Mucci
coreografie Michela Mucci
con Sara Bertoglio, Giulia Pazzaglia, Giulia Cardoni, Giulia Botta, Elena Paglialunga, Maria Caniglia