Quattro amici al bar

Parole e musica al servizio dell’irriverente maldicenza generale di Dario Vergassola, protagonista alla Fortezza da Basso del suo one-man showSparla con me.

Ne ha per tutti il comico che torna nei teatri dopo la lunga esperienza al fianco di Serena Dandini in Parla con me e non risparmia nessuno dalle invettive avvelenate della sua lingua lesta e tagliente. Un vulcano traboccante di battute zampillanti in gran quantità dalla mente aguzza di Vergassola è quello che si esibisce nello Spazio Piazza Puccini a Firenze, con la sua chitarra in una scenografia minimale animata solo da un sapiente gioco di luci. Il divertente monologo dell’attore è interrotto da canzoni altrettanto spiritose che esprimono in musica qualche concetto nel mirino della sua comicità.

Lui, punta di diamante degli amici del bar, porta al cospetto del grande pubblico le freddure e le considerazioni di lega più o meno bassa che trovano in quegli ambienti un humus fertile e prolifico: dalle suocere alle starlette, dai politici ai bellimbusti televisivi tutti diventano bersaglio di una comicità rapida e al vetriolo. In prima linea fra i temi di Vergassola è la scarsa dimestichezza con l’altro sesso di alcuni, chiamati “uomini-guado” con una felice definizione, che con il loro approccio intellettuale e amichevole ottengono l’unico risultato di essere strumentalizzati dalle donne per acquisire sicurezza e avvicinarsi ad altri con minori reticenze, gli eterni amici, insomma, che vedono il loro lungo e paziente lavoro mandato in fumo dal primo maschio alfa di turno.

Vergassola dà però il meglio di sé nelle interviste lampo, vere o presunte, a soubrettine e machi tutto fisico e niente cervello: alle domande maliziose e a trabochettodel comico questa strana fauna della giungla dello spettacolo abbocca e si incarta in un meccanismo crudele che li rende carnefici di loro stessi.

Uno spettacolo molto impegnativo non solo per la mera questione di riuscire a sentire le miriadi di battute pronunciate a raffica, ma anche per la sottigliezza delle stesse che, spesso, esulano dalle banalità quotidiane e da un’immediata comprensione, necessitando di sedimentare qualche secondo – alle volte anche qualche minuto. Da non tralasciare, inoltre, il fatto che bisogna attingere in continuazione a un bagaglio di notizie di attualità cospicuo, e non superficiale, per apprezzare tutti i riferimenti.

Eccezionale, quindi, nel manipolare a suo piacimento e nel piegare al ridicolo l’informazione e il mondo dello spettacolo, Vergassola dimostra minore originalità nell’affrontare il rapporto uomo-donna, rischiando troppo spesso di sbilanciarsi per avvicinarsi alle constatazioni di un frastornato Max Pezzali adolescente.

Dario Vergassola si rivela, comunque, un personaggio fondamentale per dissacrare un ambiente effimero e vuoto, quello dello spettacolo di più basso profilo, che sta divenendo – paradossalmente – il parametro col quale confrontarsi per un numero sempre crescente di persone.

Lo spettacolo è andato in scena: 
Spazio Piazza Puccini
Fortezza da Basso
Viale Filippo Strozzi, 1 – Firenze
sabato 30 luglio

Sparla con me
di e con Dario Vergassola