L’arte al tempo della crisi

Al Teatro Filodrammatici di Milano, rivivono i personaggi di Stanlio e Ollio nel momento del declino della loro popolarità, tra paure, incertezze e illusioni.

È il tempo dei timori, della malinconia per un passato felice, della sensazione di essere superati dal nuovo che avanza, della mancanza di speranze per il futuro. E tutto ciò non può che trasparire nelle forme artistiche: nell’anno in cui il premio Oscar va a The Artist – eccezionale film che tratta della crisi artistica e depressiva di una star del muto, forma superata dall’avvento del sonoro – al Teatro Filodrammatici di Milano arriva Stanlio e Ollio – due a teatro, opera del drammaturgo spagnolo Juan Mayorga incentrata sul celebre duo comico – analizzato in un momento critico della loro carriera.
«Qualcuno potrebbe essere stufo», dice Stanlio, a Ollio, nella stanza d’albergo dove la coppia vive ripassando le battute e i movimenti dei loro film – in attesa di una telefonata che proponga loro la realizzazione di un nuovo film. Il pubblico, infatti, sembra preferire, ormai, le pellicole di Charlie Chaplin.
Stanlio e Ollio si rendono conto di essersi lasciati andare (da notare la battuta: «Non siamo più, rispettivamente, abbastanza magro e abbastanza grasso») e cercano di recuperare il tempo perso facendo esercizi fisici o mangiando in continuazione, nella speranza di tornare ai fasti di un tempo. Ma i gusti del pubblico sono cambiati e il cinema darà la possibilità di continuare a recitare solo a uno tra loro. Mentre Ollio rifiuta di separarsi dall’amico, Stanlio si dimostra – utilizzando un termine molto in voga oggi, a proposito di lavoro – meno choosy ed è deciso ad accettare la proposta. Litigano come fossero marito e moglie o, meglio ancora, come una coppia di fatto, arrivando a un imperdibile incontro di pugilato tra i due, cui seguirà l’inaspettato divorzio.
Esattamente come neiloro film, è Stanlio – inizialmente personaggio succube e stupido – a trarre vantaggio dalla situazione.
Si tratta dello scontro tra due modi differenti di vedere la realtà e di guardare al futuro: Stanlio è estremamente negativo e sembra accorgersi che, per loro, non c’è più spazio o lavoro («Non ci può essere nulla di peggiore», afferma sconsolato); Ollio, al contrario, non rinuncia al sogno di un ritorno alla gloria («Ci risolleveremo»). Pessimismo contro speranza. Realismo contro illusione utopica.
Alla evidente irrealtà di certe situazioni fa da contrappunto la concretezza delle scene. Una camera d’albergo, un letto, qualche mobile, un televisore che proietta (simulando grazie a luci azzurre) film della coppia o di Chaplin e, ancora,vari oggetti che spuntano da sotto il materasso e che rendono estremamente credibile e concreta la vicenda, come lo stesso regista Paolo Giorgio dichiara di volere. La stanza e gli indumenti dei personaggi hanno quali colori dominanti il bianco e il nero – quasi a rimandare all’iconografia dei film di successo della coppia. Le prove dei due protagonisti – Emanuele Arrigazzi e Fabio Gandossi – sono eccellenti. Il secondo, in particolare, nei panni di Stanlio, sfrutta al massimo la mimica facciale e corporale, arricchendo l’interpretazione con capriole e improvvise cadute in terra. Le capacità attorali di entrambi si esaltano nella prova dialcune battute – dove ricalcano alla perfezione la celebre e inconfondibile parlata di Laurel e Hardy.

Al di là della comicità, che è propria della coppia cinematografica, e delle scene assolutamente godibili, la sensazione complessiva che prova lo spettatore è, tuttavia, malinconica – anche grazie alla riduzione dell’intensità delle luci e al cambiamento del ritmo musicale che, a volte, il regista sceglie di adottare.
Gli stessi protagonisti non sono le macchiette ben note, bensì personaggi complessi, capaci di commuoversi e di esultare, di gioire e di incupirsi, di riflettere sulla loro condizione e di guardare al futuro – sebbene non siano totalmente estranei ad alcuni caratteri propri del teatro dell’assurdo. L’incredibile incontro di pugilato con tanto di guantoni svolto in piedi sul letto tra i due attori è emblematico di una situazione illogica ma comprensibile, tanto irrazionale quanto ammissibile.
Una situazione, dunque, dove assurdo e realismo sembrano incontrarsi nella rappresentazione di una realtà allucinata, quella del declino di Stanlio e Ollio, così come quella che viviamo oggi: il peggioramento della qualità della vita, la crisi economica, la mancanza di lavoro, il superamento del vecchio col nuovo che avanza, le preoccupazioni, le paure e le incertezze. L’incontro di boxe tra Stanlio e Ollio non ha vincitori. Su di loro avrà la meglio il buffo gancio di Charlie Chaplin.

Lo spettacolo continua:
Teatro Filodrammatici
Via Filodrammatici, 1 – Milano
Fino a domenica 2 dicembre
Orari martedì, giovedì, sabato ore 21.00, mercoledì, venerdì ore 19.30, domenica
e festivi ore 16.00

STANLIO E OLLIO – due a teatro
Di Juan Mayorga
Regia Paolo Giorgio
Con Emanuele Arrigazzi, Fabio Gandossi
Costumi e oggetti di scena Valeria Ferremi
Musiche originali Andrea Negruzzo
Drammaturgia Allegra De Mandato
Produzione Aemilius s.r.l. – Band à Part