Sulla via del mito

Al Teatro Arcobaleno di Roma, salutato dai consensi di pubblico e critica, va in scena un monologo toccante – scritto, diretto e interpretato da Giuseppe Argirò.

Eroe è chi sacrifica se stesso, con coraggio e abnegazione, per proteggere gli altri e conseguire un bene più alto, comune, che trascenda in confini del singolo individuo. «L’eroe è colui che muore ma che non doveva morire».

Il monologo Statale 106 rende onore alla memoria di un eroe, Nicola Calipari. Un excursus storico – arricchito da riferimenti ai miti greci – abilmente contestualizzato nella sua terra natia, la Calabria: «una regione segreta, misteriosa e arcana in cui prendono vita figure e personaggi senza tempo».

Lo spettatore è idealmente condotto sulla SS 106 – arteria fondamentale del sud Italia, tristemente nota per i numerosi incidenti mortali – attraverso un racconto che alterna immagini di vita moderna a scenari storici di grande attualità. Compaiono – come in flashback – anche le figure mitiche di Paride, Elena, Agamennone, riadattate in chiave moderna e accostate a situazioni del banale vivere quotidiano.
Non mancano i briganti – banditi rivoltosi del meridione o politicanti corrotti? Sia il pubblico a stabilirlo – né i re – senza corona ma gonfi di retorica e di slogan pronunciati in nome della democrazia – le cui gesta si intrecciano con quelle della mafia. Attraverso queste figure la storia sembra ripetersi identica a se stessa, ridotta alla strenua ricerca della fama e degli onori, pur immeritati.

Fra tanta corruzione si eleva, eroica, la figura di Nicola Calipari, protagonista di un «errore tragico all’interno di cento fatalità che hanno generato un errore madre».

Commozione incontenibile e struggente immedesimazione colgono gli spettatori alla lettura delle parole di Giuliana Sgrena – davanti a lei un’altra strada, la Route Irish, a Baghdad – scritte con il «dolore dell’amara verità» nel cuore, dopo la liberazione: in esse due terre geograficamente lontane si avvicinano concettualmente nella comune attitudine a saper trasformare l’errore in eroe.

Sulle note etno-rock de Il Parto delle Nuvole Pesanti gli applausi accolgono l’epilogo della rappresentazione. Magistrale l’interpretazione di Giuseppe Angirò – anche autore e regista – che rivela di possedere un talento raro. Mantiene sostenuto il ritmo di un testo che alterna con misura cronaca e satira, reso ancor più vivace dall’uso di frequenti intercalari in dialetto calabrese, che qui risultano comprensibili anche a chi, per nascita, non lo intende.

Lo spettacolo continua:
Teatro Arcobaleno
via Francesco Redi 1/a – Roma
fino a domenica 3 Aprile
orari: venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 17.30

Adriana Palmisano con Donne d’Itaca Lab presenta:
Statale 106
di Giuseppe Angirò
regia Giuseppe Angirò
con Giuseppe Angirò
musiche Il Parto delle Nuvole Pesanti