Ritratti d’autore

Al Teatro Ciak di Roma, da giovedì 28 marzo a domenica 7 aprile, Stefano Sarcinelli sarà protagonista, oltre che autore insieme a Marco Marzocca, di Ciak Signò, uno spettacolo che si annuncia esilarante fatto di battute e situazioni comiche irresistibili. Abbiamo incontrato il bravissimo Sarcinelli che, anche nel rispondere alle nostre domande, ha dimostrato ancora una volta tutta la sua simpatia.

Ciak Signò la vedrà in questi giorni protagonista al Teatro Ciak accanto a Marzocca (Ariel), se volesse fare un piccolo spot radiofonico, altro mezzo che conosce molto bene, cosa direbbe per catturare l’attenzione del pubblico?
Stefano Sarcinelli
: «Ciak Signò… L’unico spettacolo che alla fine vi farà porre una disperata domanda: “Ma come, già finito?”».

Stefano, con Marco Marzocca, appunto, ormai forma una “coppia di fatto” artistica. Quali sono i pregi di questo grande attore, nonché comico, e soprattutto i suoi difetti?
S. S.
: «Per me è stata una grande fortuna incontrare Marco sia dal punto di vista professionale, sia umano. Marco è un’artista di grande talento e un lavoratore che non risparmia energie. Oramai passiamo molto tempo insieme facendo spettacoli ed elaborando tanti progetti tra tv e teatro. Il tempo ha aiutato molto a fare sì che ci conoscessimo in maniera più approfondita, scoprendo i reciproci pregi, ma soprattutto accettando i difetti, che sono poi quei particolari che, se vissuti bene, diventano nel loro essere parte della nostra vera natura, reciproci momenti di crescita».

I Cavalli di Battaglia hanno segnato un recente successo televisivo con un “cavallo di razza” come Gigi Proietti, da cui sicuramente c’è solo da imparare. Quali insegnamenti ha fatto suoi Stefano Sarcinelli lavorando insieme a un Mattatore della portata di Proietti?
S. S.
: «Nella mia vita artistica, tutto ciò che ho imparato l’ho fatto “rubando” ai grandi che ho avuto la fortuna di incontrare. Da Mariano Rigillo, a Nello Mascia, da Franco Parenti a Ugo Gregoretti. Pensa tu che miniera d’oro ho avuto a disposizione durante Cavalli di battaglia! Gigi è un maestro senza mai però avere l’atteggiamento di insegnarti qualcosa (eppure ne avrebbe a miliardi); la sua grandezza sta proprio nella capacità di cercare sempre la cosa più bella, più divertente, più emozionante per il pubblico e di farti sentire sempre parte di questa ricerca inesauribile. Non finirò mai di ringraziarlo per questa opportunità».

Negli anni ’90 ha preso parte a trasmissioni televisive per ragazzi come Che fine ha fatto Carmen Sandiego?, un gioco a quiz dedicato ai bambini, ben realizzato, che univa l’intrattenimento alla pedagogia; un esperimento di successo che sembra ormai lontano anni luce. Che fine ha fatto quella generazione di ragazzini, secondo lei, e cosa potrebbe funzionare in televisione oggi per il pubblico dei giovanissimi troppo presi dagli smartphone?
S. S
.: «Che fine ha fatto Carmen Sandiego? è un programma che mi dà ancora molte soddisfazioni. I ragazzini di allora sono diventati gli uomini di oggi e spesso mi capita di incontrarli nel quotidiano. Dai loro occhi, dalle loro parole, traspare la piacevolezza di un ricordo che in qualche maniera li ha formati e li ha aiutati a crescere e questo mi rende molto orgoglioso.
Certo ora ci sono gli smartphone e un linguaggio molto diverso, ma io ho una grande fiducia nei giovani, nei ragazzi. Ammiro la loro capacità di aderire meglio alla realtà che li circonda, senza tanti filtri ideologici, più di quelli della mia generazione, me compreso, alla loro età».

Che ricordi ha invece del periodo di Macao di cui è stato autore e di Gianni Boncompagni?
S. S.
: «Ricordi bellissimi. Gianni è stato per me, suo malgrado, un maestro. Era una persona di un’intelligenza e di un’ironia straordinaria. Sapeva cogliere il lato comico di tutto e di tutti senza nessuna autocelebrazione. Ricordo i provini che faceva con i comici. Erano uno spasso, sempre alla ricerca della personalità e mai solo della battuta. Gli piacevano quelli capaci di raccontare il mondo con la fantasia, con la creatività, con le iperboli portate all’eccesso senza mai però essere volgare. Era un’artista e mi manca molto».

Facendo un salto di oltre quindici anni arriviamo alla trasmissione Stasera tutto è possibile condotta da Amadeus, in cui lei è co-autore dal 2016. La televisione e soprattutto il modo di fruirla ha indubbiamente subito dei cambiamenti. Quali tecniche utilizza un autore e attore come lei per attirare l’attenzione del pubblico, che di riflesso ha modificato il modo di interagire col piccolo schermo?
S. S.:
«Stasera tutto è possibile è stato un piccolo esperimento riuscito. Con Amadeus e gli altri autori, abbiamo creduto che potesse essere una delle occasioni per fare un programma comico con sketchs senza però utilizzare il vecchio schema dell’avanspettacolo. I nostri ospiti (quasi sempre comici) nel giocare tra di loro riescono, utilizzando la loro bravura e il loro repertorio, ad amalgamarsi con risultati molto divertenti con il lavoro di noi autori che in continuazione, anche durante la registrazione del programma, forniamo battute e meccanismi comici che, seppure scritti e provati in precedenza, mutano durante la serata».

Parafrasando il titolo di un film del 2003 che l’ha vista nel cast, proprio nel ruolo di se stesso, qual è Il segreto del successo per divertire lo spettatore in generale, sia seduto sul divano di casa che su una poltrona di un teatro?
S. S.:
«Domandarsi in continuazione “Farà ridere sta cosa?” e rispondersi sempre “Boh!”».

Lo spettacolo va in scena:
Teatro Ciak

via Cassia, 692
orari: da giovedì 28 a sabato 30 marzo ore 21.00, domenica 31 marzo ore 17.00, giovedì 4 e venerdì 5 aprile ore 21.00, domenica 7 aprile ore 17.00

Ciak Signò
di Marco Marzocca, Stefano Sarcinelli
con Marco Marzocca, Stefano Sarcinelli