La rivolta

La drammaturgia contemporanea rilegge Il Malinteso di Camus. In scena un dramma esistenziale, ed essenziale, per amare la vita e la nuova scena italiana.

Quando nel 1965 Il Malinteso di Albert Camus debuttò nella Parigi intellettuale dell’epoca, lo scontento fu generale. Tra le motivazioni il linguaggio, troppo aulico per essere pronunciato da attori contemporanei a un pubblico ormai abituato alle Avanguardie che depuravano il dialogo a favore della pura azione. In Stop the M lo sceneggiatore Marco Racca insieme al regista Alessandro Federico rileggono il testo, lo smontano e costruiscono, con note diverse, una stessa melodia che è il teatro filosofico di Camus. La rilettura ha inizio con un tetro maggiordomo che con fare misterioso serve del tè a un pubblico che beve con piacevole gratitudine. In scena una figlia, Marta, che con sua madre gestisce da sempre un piccolo albergo nell’entroterra dell’ Europa dell’est, e nel quale ha luogo la loro quotidiana tragedia moderna. Marta ha un sogno, uno scopo di vita irrefrenabile, vivere in un luogo in cui il mare solletica la costa, dove le onde bagnano il corpo reso asciutto dal sole. Per scappare dalla sua terra ha bisogno di soldi che trova uccidendo i viaggiatori più ricchi. Tra di essi, riappare Jan, figlio e fratello perso ma mai dimenticato, reso però irriconoscibile dal passare degli anni. In una scena metamorfica, che cambia i suoi spazi per dividere o avvicinare i personaggi, ha luogo lo sbaglio, causa del dramma . Tre personaggi, che insieme alla moglie di Jan, anche lei determinata a non rinunciare alla sua felicità, sono portatori di una filosofia dell’Assurdo culla dell’innato ottimismo dell’uomo. Un ottimismo che spinge a perseguire i propri sogni con ogni mezzo possibile. Un linguaggio che, seppur al servizio di una tragedia, sostiene un gioco di equivoci e doppi sensi che regalano sincere risate e alleggeriscono la sensazione di angoscia, familiare al Camus drammaturgo. L’intensità del testo crea dei personaggi unici nel carattere e gli attori rendono bene la loro condizione esistenziale: la rivolta di Marta, una determinazione mista a rabbia che vibra nel corpo e nel viso dell’attrice; la rassegnazione della madre, stanca per compiere anche l’ultimo delitto; Jan estraneo nel suo paese e nella sua casa; la moglie consapevole che la vera comprensione tra le persone è nel linguaggio che deve essere semplice, unica arma per non provocare malintesi e infine il vecchio servitore, metafora di un dio che si aggira nelle nostre vite, ma resta sordo alle imprecazioni dell’umanità.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Argot Studio
via natale del grande, 27 – Roma
sabato 16 e domenica 17 giugno, ore 21.00

Proprietà Commutativa presenta
Stop the M. Il male inteso
da Il Malinteso di Albert Camus
regia Alessandro Federico
riscrittura Marco Racca
con Valentina Virando, Alessandra Guazzani, Lorenzo Bartoli, Federica Fabiani, Gaia Insegna, Francesca Porrini, Angelica Leo, Paolo Giangrasso