Sulle due sponde del Mediterraneo

Il 5 e il 16 gennaio, al Teatro Cantiere Florida di Firenze, è andato in scena un originalissimo Arturo Ui, rivisto da Cesare Molinari e Massimo Luconi, Storia di un bandito che conquistò il potere – frutto di un laboratorio con alcuni ragazzi africani in richiesta di asilo.

In un’Italia presa dall’emergenza immigrazione, che si divide tra sentimenti contrastanti e spesso poco concludenti, a Firenze è stata messa in atto un’iniziativa concreta che permette di andare oltre la tematica degli sbarchi sulle nostre coste.
Questa iniziativa è un laboratorio di teatro, durato otto mesi, con ragazzi africani in richiesta di asilo che ha prodotto la messa in scena di una nuova versione dell’Arturo Ui di Brecht. L’idea parte da uno dei luminari dell’Ateneo fiorentino in Storia del Teatro, Cesare Molinari, e dal regista e organizzatore teatrale Massimo Luconi, esponente della scuola ronconiana.
Tutto nasce dalla volontà dei due professionisti di coniugare la necessità di fare qualcosa di concreto con le loro capacità e peculiarità, cercando di unire solidarietà e lavoro. Così è nato il laboratorio teatrale; con l’intenzione di fare accoglienza e dimostrare solidarietà, e con intenti più ampi, ossia insegnare un mestiere, quello dell’attore, con le sue regole, i suoi ritmi e i suoi codici. Il tutto attraverso un testo crudo e asciutto, oltre che fortemente simbolico, come l’Arturo Ui di Bertolt Brecht. Un modo diverso, ma concreto, di andare incontro all’esigenza di questi giovani di trovare un modo per ricominciare a vivere, all’interno di una società – quella europea – nella quale devono affrontare estenuanti attese burocratiche, la disillusione, e fare i conti con i ricordi del percorso affrontato per arrivare in Italia. Ma di tutto ciò ci si dimentica dal momento in cui i dieci giovani africani cominciano la loro performance e il pubblico è catapultato nell’universo del bandito Arturo Ui – metafora dell’ascesa al potere di un dittatore e, quindi, simbolo del male politico, sociale e culturale che continua ad affliggere molti Paesi.
Storia di un bandito che conquistò il potere è un dramma asciutto e didascalico adatto all’esordio di questi nuovi attori che hanno portato sul palco le loro tradizioni musicali e linguistiche, mischiandole piacevolmente al testo brechtiano riadattato in un contesto portuale. Danze e melodie africane costituiscono la profonda radice culturale dei migranti, dalle quali Luconi è partito per affrontare il testo in italiano. Gli interpreti, in scena, non si sono affatto risparmiati, ma hanno dimostrato entusiasmo da vendere. Grande disciplina da parte di tutti, molto pathos nel protagonista, che oseremmo definire un neo-attore a tutti gli effetti.
Lo spettacolo ha avuto successo anche perché i giovani migranti non si sono presentati – e non sono stati rappresentati – come “i soliti naufraghi richiedenti asilo”, ma come persone in grado di lavorare su un palco, producendo arte e interpretando ciascuna il proprio ruolo – in modo più o meno approfondito, più o meno raffinato, ma sempre molto sentito. Uno spettacolo, questo, di Molinari e Luconi, che fa leva non tanto sulla facile commozione e sull’esibizione di toccanti storie personali (per quanto autentiche e sofferte) quanto sull’impegno e le capacitò umane di questi giovani trasformati in attori.
A mio parere, questo è il modo migliore di solidarizzare e mettere in rilievo la dignità umana che ci accomuna.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Cantiere Florida

via Pisana, 111r – Firenze
domenica 15 e lunedì 16 gennaio, ore 21.00

Storia di un bandito che conquistò il potere
liberamente ispirato a La resistibile ascesa di Arturo Ui
di Bertolt Brecht
traduzione Cesare Molinari
un progetto di Cesare Molinari e Massimo Luconi
regia e ideazione scenica Massimo Luconi
costumi Daria Pastina
collaborazione per la parte musicale Mirio Cosottini Kao
con un gruppo di profughi africani ospitati nel comune di Firenze: Diabate Bakary, Mamadou Diaby, Alassane Diallo, Ibrahima Diassigui, Blessing Godpower, Papy Jay, Boubacar Kanoute, Fatty Lamine, Bilaly Ongoiba, Aboubacar Traore, Ousmane Tounkara
e la partecipazione di Ndiawar Diagne e Maly Dialy Cissoko
collaborazione al progetto e produzione esecutiva Elsinor / Teatro Cantiere Florida