Com’è oscena una morte inutile

Vincenzo Pirrotta porta al Franco Parenti, con la regia di Roberto Andò, una storia che ricorda molto quella di Cucchi. E colpisce allo stomaco allo stesso modo.

Arriva a Milano, ospite del Franco Parenti, un monologo feroce prodotto dallo Stabile di Catania sul testo dello scrittore francese Laurent Mauvigner. In scena il fratello (Vincenzo Pirrotta) di un uomo, uno qualunque, un povero cristo senz’arte né parte ma con molta voglia di vivere (e un’indomabile speranza), ucciso a calci e pugni da quattro vigilantes di un supermercato perché aveva bevuto una lattina di birra prima di passare alla cassa.

Storia di un oblio è una vicenda piccola e mostruosa che diventa un apologo sulla gratuità della ferocia umana. Ma anche sull’inconsistenza delle nostre vite e al tempo stesso del loro insostituibile valore. Pirrotta è da solo con la sua fisicità esagerata, quasi oscena, a raccontare, appunto, un delitto osceno nella sua assurdità. Recita col corpo e davvero con l’anima. Recita sporco a volte, con la voce graffiata, esibendo sudore e affanno, con un testo che inciampa, sussulta e, a volte, si ripete a testimoniare l’incredulità. E questa recitazione che sa di vita, accompagnata dalla regia sobria ed efficace di Roberto Andò, risalta e colpisce ancora di più perché nella sala accanto (Sala 3) e nelle stesse date, il Franco Parenti accoglie invece una storia che sarebbe grandissima, quella di Irène Nemirovsky.

Soltanto che protagonista de Il ballo di Irène (scritto e diretto da Andrea Murchio) è una zelante quanto euforica Alessia Olivetti, che sarebbe perfetta per un musical come Mary Poppins, anche perché si muove danzando e con gesti da varietà. Ma nemmeno un momento riesce a rendere credibile il dramma umano e storico della scrittrice russo-francese. Alessia salta, ride, grida, balla e fa gridolini. Alla fine, piange pure. Ma non scalfisce neanche in superficie l’incredibile spessore di una grandissima intellettuale. E pogrom, shoah, rivoluzione russa, nazismo e guerra scivolano via senza lasciare traccia («basta un poco di zucchero e la pillola va giù…»).

Lo spettacolo è in scena
Teatro Franco Parenti – Sala A

Via Pierlombardo 14 – Milano
fino al 10 marzo 2019
visto il 5 marzo alle 20,30

Storia di un oblio
di Laurent Mauvignier ©Les Editions de Minuit
traduzione di Yasmina Melaouah (casa editrice Feltrinelli)
regia di Roberto Andò
con Vincenzo Pirrotta
costumi di Riccardo Cappello
luci di Salvo Costa
regista assistente Luca Bargagna
produzione Teatro Stabile di Catania

(durata: un’ora)