Semo romani

Il poema in versi di Cesare Pascarella, Storia nostra, diventa, nell’adattamento di Toni Fornari, una vivace commedia musicale diretta da Stefano Messina, con il più bel panorama di Roma come sfondo.

Chi vide a Parco San Sebastiano, fra la villa di Alberto Sordi e le Terme di Caracalla, lo spettacolo di Attilio Corsini, ebbe la precisa sensazione di fare un viaggio nel tempo, di essere fisicamente catapultato in quella Roma ritratta spesso nei film di Luigi Magni: quella di Pio IX, di Mastro Titta, dei bulli, di Pasquino. Non era solo suggestione: reali erano le panche di legno un po’ scomode su cui il pubblico era seduto, reali i tavoli grezzi su cui spiccava il rosso cupo di quartini colmi di vino, reale il pergolato su cui si allacciavano i rami della vite sopra le teste degli spettatori. Sono passati una decina d’anni, durante i quali quello stupore ingenuo di chi aveva appena conosciuto il teatro è stato via via contaminato dallo studio e dall’abitudine, ma La Scoperta dell’America all’antica osteria (replicato più e più volte, quasi ogni estate) rimane uno degli spettacoli più coinvolgenti, seducenti, magici, visceralmente romaneschi che possa capitare di vedere, concepito da un artista che, sebbene non romano di nascita, questa città l’amava intensamente e acutamente ne colse lo spirito.

Oggi, nel giardino nascosto alle spalle della Mostra dell’Acqua Paola, in cima al Gianicolo – uno tra i luoghi più belli di tutta Roma – in quell’osteria dove prima si raccontavano le peripezie di Cristoforo Colombo, un gruppo di popolani ripercorre la storia di Roma, dallo sbarco di Enea fino alla nomina a Capitale d’Italia, passando per i Sette Re, l’Impero, le invasioni barbariche, l’Inquisizione, la conquista di Napoleone, l’esecuzione di Targhini e Montanari, la Repubblica Romana del 1848. Più di 2.600 anni di storia sono descritti attraverso i versi del poema di Pascarella ma non solo: canzoni originali di sapore popolare, coreografie sobrie e accattivanti, versi del Belli, e poi fanfaronate, lagnanze e sfottimenti, così connaturati nella gente di Roma, che sia Quintiliano che Rugantino dissero: “Meglio perdere un amico che una battuta”. Ma qui nessun amico è stato perso: un’aria familiare si respira già all’ingresso, dove l’oste e sua moglie versano agli avventori serali un bicchiere di vino, accogliendo gentilmente gli sconosciuti e salutando con cordialità chi già conoscono. Alcuni di essi poi sono proprio dei clienti fissi, che da dieci anni si siedono a chiacchierare in rime e a bere a credito.

Qualcosa intorno a quei tavoli è cambiato: il pergolato è stato sostituito da grandi arcate bianche, il vino è di un bel giallo paglierino, Attilio Corsini non vi tornerà più a ubriacarsi. Ma l’allegria contagiosa, la leggerezza incantevole, la vitalità magica dell’antica osteria della Cooperativa Attori e tecnici è sempre la stessa.

Lo spettacolo è in scena: FontanonEstate
Giardino della Fontana dell’Acqua Paola al Gianicolo
via Garibaldi, 30 – Roma
fino a domenica 10 luglio, ore 21.00
Storia nostra all’antica osteria
di Cesare Pascarella
adattamento teatrale di Toni Fornari
regia di Stefano Messina
con Stefano Messina, Toni Fornari, Emanuela Fresi, Simone Leonardi, Claudia Campagnola e Roberta Albanesi
musiche Enrico Blatti
testi della canzoni Toni Fornari
luci Marco Zara
produzione Attori & Tecnici