Resurrezione, ma solo in teatro

Teatro-Biblioteca-Quarticciolo-romaDopo la prima Notte Rossa ospitata al Teatro Lo Spazio, lo spettacolo-evento contro il femminicidio ideato da Betta Cianchini in collaborazione con l’associazione attiva Punto D va in scena, rivisitato, al Teatro Quarticciolo.

La cronaca non mostra segni di cedimento. Solo pochi giorni fa una donna è stata uccisa a Milano dal convivente, al culmine di una lite di coppia. Questo è il femminicidio, brutale e insensato. Betta Cianchini ha preso un impegno: continuare a scrivere monologhi di denuncia sul tema finché la cronaca lo renderà necessario, ma la preghiera di “fermare questo spettacolo” non sembra ricevere alcun conforto. Lo schema è  lo stesso, un amore che ingabbia e condanna la vittima a un’esecuzione violenta, ma ogni volta rinnovato, detonante, perché quei numeri e quelle donne anonime non hanno seguito un copione, ognuna era un individuo con una storia propria, a cui è stata tolta la possibilità di futuro. Al Teatro Quarticciolo di Roma, luogo che mostra di aver puntato le antenne sulle giovani drammaturgie e di captare le realtà più interessanti, lo spettacolo Storie di donne morte ammazzate – allegra barbarie va in scena in una veste nuova. Frazionato in due parti consecutive, i nuovi registi coinvolti nel progetto, Alessandro Merletti De Palo e Giovanni Caloro, hanno portato a termine il complicato lavoro di fondere sei monologhi per creare due segmenti separati e indipendenti. La trilogia di Ex moglie si innamora di ex moglie costituisce il primo momento. Le voci di Maria (Francesca Romana Miceli Picardi), Salvatore (Gabriele Guerra), Erika (Claudia Mei Pastorelli) raccontano la loro versione in un monologo alternato condiviso. La storia che li ha legati e travolti è la stessa, ma cambia secondo la diversa prospettiva del dolore.  L’allestimento li chiama tutti e tre sul palco. Così gli attori si spartiscono la scena, occupata dalla scenografia dello spettacolo successivo, tenendo posizioni geometriche fissate, ma senza mai una compartecipazione, un muro impenetrabile li separa. Le grida recriminatorie e i ricordi si rivolgono a immagini mentali, sono perciò riflessioni intime di un’intima sofferenza. In corso d’opera, il tema che tra gli altri prende il sopravvento è quello dell’irreversibilità. Maria è morta e lo sarà per sempre. Salvatore, rappresentazione di “ogniuomo”,  ha scelto con coscienza l’omicidio per punire ciò che non può comprendere e di cui non fa più parte, e le sue motivazioni hanno una valenza puramente intellettuale, ma sono parole al vento. Erika, la donna spezzata, piange al ricordo dell’amore macchiato indelebilmente di sangue e non ha più parole da dire, solo tempesta dentro di lei. Il secondo momento dello spettacolo possiede il ritmo che nella parte precedente arrancava. Il tè rosso concede movimento alle due attrici illuminate sul palco e immobili dall’inizio dello spettacolo (Stefania Papirio e Federica Quaglieri), alle quali si aggiunge poi Arianna Ninchi. Le giovani donne, sedute intorno a un tavolo bianco apparecchiato da una tovaglia che pare una nuvola di tulle, prendono un tè confrontando le loro morti. Già, perché il loro tè rosso mette in scena un dialogo tra vittime di violenza con surreale brio che, ancora più, evidenzia l’assurdità delle carenze istituzionali, come pure il colpevole qualunquismo dell’apparato mediatico e la superficialità giudicante del senso comune. Un momento brillante concluso dall’intervento di Maria che perentoria dichiara l’assenza di amore dietro a una storia che finisce tanto tragicamente. Non si uccide per amore.

Betta Cianchini non solo descrive con sensibilità e dosata spietatezza una verità spesso relegata nel cono d’ombra del teatro sociale con uno stile atrocemente divertente, ma si mette lei stessa in prima linea ponendo all’attenzione del pubblico una questione grave, il femminicidio, non tanto come fenomeno di per sé inaccettabile, quanto più come reiterata barbarie privata di strumenti e agenti legali preventivi e di controllo. Un’orgia di sangue infetto dal virus di un amore malato in partenza. Con lei un collettivo di attori talentuosi fanno la loro parte con trasporto e convinzione. Ognuno contribuisce a restituire dignità a una donna scempiata, a donarle, anche solo per poco, il respiro che le hanno spezzato e, incredibilmente, il sorriso che la morte violenta sembra avere spento per sempre. Un modo efficace di rompere la consolidata omertà. Tra moglie e marito non mettere nulla, nemmeno il dito, pure quando tra di loro ci sono cinghia, lividi, sangue e cazzotti. A fine spettacolo il pubblico ha riso, si è divertito e però non può fare a meno di riflettere, forse perché ci si sente sporchi, come se avessero gettato un pugno di terra sullo stomaco.

Gli spettacoli continuano:
Teatro Quarticciolo
via Ostuni, 8 – Roma
fino a venerdì 21 febbraio, ore 21.00

Associazione Punto D presenta
con il patrocinio della Cooperativa Sociale BeFree (contro la violenza sulle donne)
e con il patrocinio del Digayproject
Storie di donne morte ammazzate – allegra barbarie
di Betta Cianchini
regia Alessandro Merletti De Palo, Giovanni Caloro
luci Francesca Corso
contaminazione pittorica dal vivo Alessia Cianchetti

La trilogia: ex moglie si innamora di ex moglie
con Gabriele Guerra, Claudia Mei Pastorelli, Francesca Romana Miceli Picardi
e con Nicola Paduano, Giada Prandi
(durata 70 minuti circa, senza intervallo)

Il tè rosso
con Arianna Ninchi, Stefania Papirio, Federica Quaglieri
(durata 40 minuti circa, senza intervallo)

Lo Spettacolo aderisce alla campagna NOINO.ORG