Se questi sono uomini
Parte al Teatro Lo Spazio di Roma la “maratona femminicida” firmata Betta Cianchini: sette giorni di monologhi a tema, con donne che parlano, ridono, ricordano, in un paradossale ultimo alito di esistenza dedicato al pubblico.
«Il femminicidio è un prodotto made in Italy che va alla grande!». Un grido da banditore che risuona in tutta la sua atroce verità. I dati parlano chiaro: il fenomeno sociale a cui è stato assegnato – per coerenza etica ed estetica – questo brutto nome esiste davvero. Le donne morte ammazzate ci sono sempre state, è indubbio: ma la curva che descrive l’attuale crescita esponenziale dei dati in merito ci dice chiaramente che ora sta raggiungendo proporzioni drammatiche e allarmanti. Per questo l’arte si mette al servizio delle istituzioni e dei cittadini con i mezzi che ha, per sensibilizzare, creare momenti di confronto, generare un’empatia altrimenti impossibile tra le vittime di questi innominabili soprusi e i sopravvissuti che ancora stanno in questo mondo, colmi di incredulità e di interrogativi. Da questa urgenza umana, artistica e civile è nato Bloccate questo spettacolo, un progetto ideato da Betta Cianchini, che si è impegnata in prima persona a scrivere 365 monologhi, e a farli mettere in scena finché ci sarà anche un solo caso di donne uccise in questo paese: il primo anno che vedrà il tramonto totale e definitivo di questo scempio sarà anche l’ultimo anno di spettacoli. Il progetto, inaugurato sempre al Teatro Lo Spazio con Ex moglie si innamora da morire di ex moglie – Allegra barbarie l’aprile scorso, ha preso il via ieri, lunedì 7 ottobre, e per una settimana sarà un fiume in piena, una tempesta che non accennerà a placarsi. Apre le “macabre danze” Odiavo i crisantemi, con Sonia Barbadoro e la partecipazione di Gabriele Guerra: sul palcoscenico è allestita una camera ardente, e un uomo veglia, muto, la bara ornata del solo mazzo di crisantemi da lui portato. Li odia i crisantemi, lei, la donna che sta in quella bara ma che il pubblico ha il privilegio di vedere e ascoltare quale donna viva. Come odia lui, l’uomo che le ha sparato e poi le ha chiuso gli occhi, in quel folle gesto di tenerezza che – riflette lei – accompagna spesso la barbarie dell’omicidio. È un breve e tragico monologo, in cui non si comprende la vera relazione tra i due finché un coup de théàtre non lo rivela in tutta la sua crudezza. Da lì lo spettatore, paralizzato e attonito, segue con empatia il furore della donna, fino al finale sfumato che arriva come una liberazione. Odiavo i crisantemi è una pillola teatrale toccante, che predispone l’uomo vivo sul palco, vinto da un’inerzia tanto simile alla morte, e la vittima nello spazio della platea, continuamente in movimento, foriera di un dinamismo vitale paradossale, quasi a riscattarsi, a ripristinare il giusto ordine delle cose. Pur nella sua brevità, lo spettacolo patisce a tratti alcune lentezze, determinate forse da ritardi tecnici comprensibili a una prima assoluta, o forse da una Sonia Barbadoro meno carismatica che altrove (si ricorda la sua potente interpretazione in Post partum), che si lascia sfuggire i registri ironici del testo per consegnarli a un unico tragico timbro. Non sapevo fare la valigia stravolge completamente l’atmosfera: Laura Mazzi porta in scena una donna maldestra e simpatica, che ama la vita nella sua creatività, che custodisce un fanciullesco senso dello stupore per ciò che la circonda e non si lascia irretire da un’esistenza fatta di schemi e concretezza preimpostata. Non sa fare la valigia, questa donna, eppure la deve fare in continuazione perché il marito, l’uomo buono che lei ama, viaggia spesso per lavoro, e lei con lui. «Sei un disastro» le dice spesso, e se all’inizio è il vezzo docile dei giovani amanti, col tempo diventa l’esasperato rifiuto di un uomo che la vuole cambiare a suo piacere, perché agisca come lui vorrebbe. Dalla rabbia alle botte il passo è breve, e rapidamente la fragile, angelica donna precipita verso il tragico epilogo con la leggiadria dell’anima che s’invola. Straordinario l’aplomb con cui Laura Mazzi oscilla dal registro umoristico a quello drammatico: la grazia della sua interpretazione, che non necessita di alcun particolare allestimento scenografico e che la vede praticamente immobile al suo posto per l’intera rappresentazione, conquista il pubblico, che la omaggia con un caloroso, continuato e meritato applauso.
Lo spettacolo continua:
Teatro Lo Spazio
via Locri,42 – Roma
fino a domenica 13 ottobre
orari: da lunedì a sabato ore 21.00, domenica ore 18.00Fonderia delle arti presenta
Storie di donne morte ammazzate (barbarie italiana)
di Betta Cianchini
regia Alessandro MachìaOdiavo i crisantemi
con Sonia Barbadoro e la partecipazione di Gabriele GuerraNon sapevo fare la valigia
con Laura MazziLa maratona continua con:
La prostituta che si metteva i cerotti ai piedi e lo scagnozzo del Drago
con Federica Quaglieri, Gabriele Guerra e la partecipazione di Pino Le PeraAngela e il cassettone della suocera
con Giada PrandiLa sgambatura
con Arianna Ninchi, Federica Quaglieri, Pino Le PeraMancato soccorso al Pronto Soccorso
con Stefania PapirioPer il bene del figlio, dello stalker e dello Spirito Santo
con Sylvia De FantiLa Trilogia: Ex moglie si innamora di ex moglie
Erika – l’altra (Claudia Mei Pastorelli)
Maria – lei (Francesca Romana Miceli Picardi)
Salvatore – lui (Andrea Lolli)L’ultima camicia da stirare
con Giada FradeaniLa Notte Rossa sul femminicidio
live N.O.A. – None of above + Swing Circus