Per non dimenticare

Al Teatro della Cooperativa è di scena la guerra: quella fatta di sangue, trincee e cognac descritta mirabilmente da Emilio Lussu in Un anno sull’Altipiano.

Nel 1970 Francesco Rosi dirige Uomini contro con uno strepitoso – come potrebbe essere altrimenti? – Gian Maria Volonté nel ruolo di un disincantato tenente Ottolenghi: sono trascorsi oltre cinquant’anni dal primo conflitto mondiale ma l’Italia è moribonda – economicamente, e presto lo sarà anche ideologicamente – e la follia della guerra è allontanata solo dall’incubo – e dall’equilibrio nucleare tra i blocchi.
Oggi, a distanza di quasi un secolo da quelle trincee, nell’epoca della multimedialità, dell’informazione-intrattenimento e delle bombe intelligenti, sembra che nulla sia cambiato: l’Italia, nel frattempo, è entrata in coma – sia a livello socio-economico che ideologico – e la guerra appare lontana – immortalata in immagini stereotipate tra schegge di fiction, pubblicità surrettizie e sproloqui politici non sense – solamente perché i campi di battaglia non si trovano sull’Altopiano di Asiago, bensì tra i deserti del Nord Africa o negli aridi territori di Paesi che ci appaiono, da sempre, in guerra – Afghanistan, Iraq e, forse (follemente domani), Iran.

Per non dimenticare ma soprattutto per leggere il presente attraverso lenti meno distorte di quelle che usano infilarci sul naso, arriva al Teatro della Cooperativa la trasposizione del libro di Lussu – adattata e interpretata da Andrea Brunello e diretta da Michele Ciardulli. Un uomo solo, sul palco, in grado di trasmettere, con l’ausilio di pochi oggetti altamente simbolici – la terra nuda, le bottiglie simili a birilli umani – brevi preregistrati e fari radenti, la coralità dell’esperienza della guerra. Sangue, sporco, esplosioni, paura, stupidità, cognac – interessante l’esperienza olfattiva dello spettatore tra liquore e terra grassa – in un mix che dosa con sagacia la visione soggettiva del singolo, il Narratore, il racconto di alcune vicende emblematiche – quali il tentativo di diserzione di Marrasi Giuseppe, che riesce a restituirci quasi visivamente l’intera scena e la molteplicità dei suoi protagonisti – e il puntiglioso, cadenzato susseguirsi di inutili tentativi di assalto alle trincee austriache con l’aberrante fotografia dei corpi maciullati e la paura paralizzante di uscire dalla protezione della trincea per affrontare a petto nudo – ma imbottiti d’alcool – la fila di mitragliatrici del cosiddetto nemico – nemico di chi?
Uno spettacolo emozionante eppure asciutto, mai retorico: perché, ieri come oggi, la carne da macello siamo noi.

Lo spettacolo continua:
Teatro della Cooperativa
via Hermada, 8 – Milano
da martedì 6 a domenica 11 marzo

Compagnia Arditodesìo presenta:
Storie di uomini
da Un anno sull’Altipiano di Emilio Lussu
regia Michele Ciardulli
drammaturgia e interpretazione Andrea Brunello
composizione e adattamento musiche Andrea Lucchi
luci Simone Brussa

…e per chi vuole continuare a capire il presente:
al Teatro della Cooperativa torna Chicago Boys di e con Renato Sarti