Scacco alla vita in “Bianco e Nero”

Al Teatro Sala Fontana, una riflessione conflittuale sul senso della vita con la ripresa del testo di Cormac McCarthy, Sunset Limited.

In una stanza degradata di un quartiere malfamato di New York, due uomini di diversa estrazione sociale, cultura e passato si ritrovano a discutere sul senso della vita. Il Bianco – i protagonisti non hanno nomi – è un professore universitario, deluso dalla propria esistenza e senza più stimoli. Il Nero è un ex detenuto con un forte senso della fede cristiana. Dalle prime parole che si scambiano si intuisce immediatamente l’antefatto: il primo ha cercato di suicidarsi lanciandosi sotto il Sunset Limited – il treno che attraversa il Sud degli Stati Uniti. Il secondo, però, è riuscito a sventare il gesto e ha accompagnato l’uomo nella sua umile abitazione. Seduti attorno a un tavolo sul quale poggia una vecchia edizione del testo sacro, il Nero chiede al Bianco: «Hai mai letto la Bibbia, professore?». «No». «Hai letto quattromila libri e non hai mai letto questo?». Intraprendono, così, una lunga discussione che tocca i temi più profondi dell’esistenza: la vita, la morte, la fede, la sofferenza, la speranza, il nihilismo.
Sunset Limited è un testo teatrale scritto nel 2006 da Cormac McCarthy – autore, fra gli altri, di Non è un paese per vecchi e La strada – rappresentato per la prima volta in Italia nel 2010, e trasposto in versione televisiva nel 2011 – con la regia e l’interpretazione di Tommy Lee Jones (già protagonista del film dei fratelli Coen) e con Samuel L. Jackson.
La compagnia Elsinor lo riporta in scena a Milano, sotto la direzione di Fabio Sonzogni, altresì nel ruolo di Bianco. «Mettere in scena questo testo», rivela il regista: «è come far agire due cosmi contrapposti. Due sfondi contrari e antitetici, che non approderanno ad alcuna sintesi o conciliazione». In effetti, le argomentazioni di entrambi i protagonisti non riescono in nessun modo a convincere l’interlocutore e le loro posizioni rimangono sempre lontane. Il confronto, però, è affascinante, e prosegue – tra domande incalzanti, battibecchi, battute e riflessioni – con un ritmo sempre alto e coinvolgente, senza mai concedersi pause o momenti di silenzio.
In particolare, Fausto Iheme Caroli è eccezionale nella parte di Nero – personaggio sincero ma sfrontato al limite del provocatorio. Recita in maniera, diremmo, azzeccata – parlando e atteggiandosi con la disinvoltura di un perfetto afro-statunitense.
La rappresentazione, inoltre, è molto curata anche dal punto di vista tecnico. Il sonoro restituisce i rumori della città: urla di alcuni vicini di casa, sirene nel traffico, la pioggia – ricostruita e ben visibile grazie a una finestra. Le uniche due luci di scena si illuminano con lenta gradualità agli inizi degli atti per poi abbassarsi nei finali, mantenendo per gran parte dello spettacolo un’illuminazione piena. Una finissima rete, infine, divide il palco dagli spettatori, trasformando il primo in una perfetta camera chiusa – da notare che gli attori non rivolgono mai lo sguardo in direzione del pubblico.
Cattura l’attenzione anche la scenografia, caratterizzata interamente dal bianco e dal nero, colori propri dei personaggi. «Bianco e Nero si sfidano», afferma ancora Sonzogni: «con un obiettivo: togliere all’avversario ogni possibilità di fuga, dare scacco matto». Considerando, allora, la scenografia come un tavolo da gioco e i personaggi come le pedine, si può suggestivamente considerare il confronto tra i due come una partita a scacchi. Ma chi dà scacco all’altro? «Non lo so», risponderebbe il professore che, incalzato dalle domande di Nero, ripete queste poche parole in continuazione, dimostrando la propria completa perdita di certezze o, quantomeno, di appigli per non sprofondare nella depressione. L’esistenza umana non ha per lui significato. La sua vita non ha più senso. Lo sconfitto sembra lui, ma con una sfrontata mossa finale sarà lui a mettere in crisi l’avversario con tutte le sue certezze. Anche Nero, infatti, nonostante si dimostri sicuro delle proprie convinzioni, nel finale si scopre fragile e smarrito.
Per l’essere umano sembra non esserci più spazio per le certezze: sicurezza e insicurezza mostrano di essere due facce della stessa medaglia.
Scacco matto allo spettatore.

Lo spettacolo continua:
Teatro Sala Fontana

via Boltraffio, 21 – Milano
fino a venerdì 25 gennaio
orari: da martedì a sabato, ore 20.30 – domenica, ore 16.00 (lunedì riposo)

Elsinor Teatro Stabile d’Innovazione presenta:
Sunset Limited
di Cormac McCarthy
scena e regia Fabio Sonzogni
con Fausto Iheme Caroli (Nero) e Fabio Sonzogni (Bianco)
luci e suono Rossano Siracusano
assistente alla regia Anna Bonalume
assistente scena e costumi Paola Danesi