154 fogli di carta colorata rappresentano l’esito della nuova indagine linguistica sulle forme dello spazio fisico intrapresa da Michele Reginaldi.

Ai più è noto come una promessa mantenuta dell’architettura italiana: ne ha fatta di strada dai tempi della tesi sulla gronda lagunare di Venezia pubblicata su Casabella nel 1983 per giungere agli edifici di Pujiang, la città italiana in via di ultimazione a pochi chilometri da Shanghai. Una spirale ascendente che sin dall’apprendistato nelle botteghe artigiane di Teramo, passando per gli studi canonici di arte ed architettura, lo ha portato a sviscerare la sua passione per la morfologia concretizzata sia in una ricca serie di disegni e sculture – cui afferiscono anche quelle utilizzate in questo allestimento – che in edifici che si ergono leggeri a landmark del contesto territoriale di cui hanno estrapolato le peculiarità.
Il suo approccio al processo creativo/progettuale è ben esposto nel lungo colloquio con Bruno Pedretti, il curatore del volume edito da Bolis nel 2002 intitolato Officina morfologica le costruzioni di Michele Reginaldi, in cui sono raccolti numerosi schizzi di studio sulle combinazioni delle forme geometriche pure e fotografie delle sculture realizzate in ottone. Per comprendere le origini del suo lavoro è forse riduttivo l’accostamento ai Costruttivisti russi cui di primo acchito le sue geometrie ci fanno pensare, lui stesso ammette che l’unico comun denominatore – esclusi quelli socio culturali – è la meticolosa ricerca morfologica alla base della creazione. Dovendo indicare dei punti di riferimento per il proprio processo di ricerca compositiva, preferisce citare i rinascimentali Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini, Luca Pacioli e tutti gli altri autori che nei propri trattati disquisirono di proporzioni auree o simmetrie e che con le proprie architetture dimostrarono la rilevanza del giusto rapporto tra le parti, tra pieni e vuoti, tra luce ed ombre.
A sottolineare questo connubio tra rinascimento e percorso dell’artista, nel 2005 è stata allestita una mostra nel quattrocentesco Oratorio della Passione presso la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano: per l’occasione sono state esposte 80 sculture in ottone frutto di anni di ricerca morfologica sulla combinazione delle forme geometriche.

Questo è il terzo allestimento che realizza per Unifor, per l’occasione sorprende il pubblico per l’uso del  colore a piene mani e di un materiale povero ma estremamente duttile come un foglio di carta in formato UNI A3 o A2; in ognuna di queste opere Reginaldi ricerca un equilibrio morfologico e cromatico compiuto e attiva un processo cognitivo per nuove configurazioni plastiche. I 154 esiti di questa indagine linguistica sulle forme dello spazio fisico attraverso le qualità del semplice foglio di carta sono ordinatamente incasellati nella minimale libreria Naos di Pierluigi Cerri come all’interno in un imponente abaco.
Una installazione video presenta delle composizioni di sintesi degli elementi estratti dall’ abaco dove le qualità della superficie,della forma e del colore nelle loro interazioni restituiscono delle visioni inedite della luce e delle sue forme espressive.

La mostra continua:
Showroom Unifor

corso Matteotti 14 – Milano
orari: lunedì – venerdì 9.00-12.30 e 14.00-18.45

Superficie, forma, colore. 154 fogli di carta di Michele Reginaldi
aperta sino a domenica 29 gennaio 2010
www.michelereginaldi.it