Ritratti d’autore

Sono venuti da più lontano di quanto possa sembrare, sono tornati con un trofeo molto più grande di quanto possa apparire: Persinsala incontra Susanna Mannelli, autrice di Gretel e tutti gli altri, vincitore della seconda edizione dell’orgoglioso DOIT Festival – Drammaturgie Oltre Il Teatro.

Ci parla della compagnia Botti du Shcoggiu, della sua attività artistica e didattica, del suo legame con il territorio e delle sue ambizioni?
Susanna Mannelli: «L’associazione culturale Botti du Shcoggiu lavora dal 1998, con vari progetti di formazione e produzione che indagano nelle risorse endogene dell’isola di San Pietro. Uno degli obiettivi del lavoro è sperimentare la forma teatrale attraverso drammaturgie che possono scaturire dai luoghi o dal confronto e la relazione con il territorio nelle sue forme rituali archetipiche e anche soprattutto, da una fusione delle arti antiche e contemporanee.

Dal 1997 organizziamo un festival internazionale di teatro, musica, nuovo circo, teatro di figura a fine estate, che negli anni ha ospitato tra gli altri Ascanio Celestini, Moni Ovadia, Circus Klezmer, Paolo Angeli, Ermelinda Bonifacio, Isabella Carloni, Teatro e Natura, Milon Mela, Frey Faust, le Assurd ….

Inoltre – le nostre attività si svolgono prevalentemente tra giugno e settembre – nel corso dell’estate realizziamo diversi eventi culturali legali alla poesia Le isole si accendono, al documentario d’autore e d’impegno civile Il Docuday, alle fiabe Fiabe sugli scalini, alla musica Sun d’aixia in sci canti, astronomici A rimirar le stelle. Tutti questi eventi si svolgono in luoghi speciali del centro storico o in spazi naturalistici dell’isola.
Abbiamo una nostra sede di lavoro La Bottega con 50 posti a sedere su tribune e un ampio spazio scenico, dove realizziamo le produzioni teatrali e i laboratori di formazione per docenti, educatori e alunni delle scuole di ogni ordine e grado del territorio».

Cosa ha significato, quanto è stato difficile e quanto stimolante presentare il vostro lavoro a Roma, in occasione del Festival DOIT?
SM: «Senz’altro stimolante. Per noi abitanti delle isole delle isole tutto diventa un’impresa, ma per quanto sia logisticamente complicato cerchiamo sempre di incontrare nuove realtà artistiche quando ci è possibile e questa è stata una bella occasione».

Uno spettacolo di teatro per ragazzi che vince un festival per “grandi”. Fino a che punto se lo aspettava? Quali sono le sue impressioni e considerazioni?
SM: «Infatti la cosa non è poi così ordinaria e penso che questo sia un punto a favore del D.O.I.T, festival che non traccia linee nette di demarcazione tra il mondo dell’infanzia e quello adulto.
Le storie sono di tutti, da sempre sono ricche di simboli evocativi sui grandi temi della vita come, morte, abbandono, autodeterminazione. Tutti argomenti che hanno a che fare con la crescita, e un individuo sano non smette mai di crescere. Siamo sempre tutti alla ricerca, curiosi di nuovi percorsi evolutivi, è nella nostra natura, e le storie antiche ci stimolano a prescindere dalla nostra età anagrafica».

Qual è la situazione artistica e di politica culturale in Sardegna?
SM: «La Sardegna, in quanto regione a statuto speciale gode di una legge ad hoc per gli organismi professionali di spettacolo, tra cui rientra la nostra associazione. Purtroppo il diminuire delle risorse nazionali, ha provocato un taglio di circa il 50% del contributo annuale che riceviamo e nello stesso tempo una scelta politica di accentramento dei fondi nei principali centri (Cagliari e Sassari in particolare) e nelle grandi strutture (Enti Lirici, Teatri stabili….) a discapito delle piccole realtà e delle periferie. C’è quindi la scelta a livello di politica culturale di accentrare risorse e cartelloni, affidando la circuitazione degli spettacoli ai grandi circuiti multidisciplinari regionali (Cedac tra gli altri), con il risultato di cancellare quell’autonomia culturale e la possibilità di ricerca artistica che gruppi come il nostro si sono guadagnati con oltre 20 anni di lavoro. Questo comporta anche una difficoltà nel circuitare i lavori nella stessa regione proprio perché si è creato un monopolio gestito appunto dalle grandi strutture basato sul meccanismo degli scambi e dell’autorefenzialità».

L’allestimento, per la restituzione didascalica e scolastica, si colloca esplicitamente su un piano di favolistica semplicità, eppure sembra avere nelle proprie corde la possibilità di giocare con decisione con le atmosfere e il non detto. Avete considerato la possibilità di una versione per “adulti”?
SM: «Come accennavo sopra, per me è sempre stato difficile capire cosa è o non è per adulti e cosa per bambini. A volte i ragazzi rimangono estasiati davanti ad un adattamento di “delitto e castigo” di Dostoevskij e gli adulti impazziscono per Harry Potter. Io avevo 7 anni e alla rai per Lunedì cinema fu trasmesso un ciclo su Ingmar Bergman, non so per quale motivo ebbi il permesso di vederlo, ma sono grata ai miei genitori per quel regalo. Il posto delle fragole e Il settimo sigillo sono ancora oggi i film dai qual attingo di più. Tutto questo per dire che la distinzione nasce più da esigenze di mercato che da una reale bisogno di un linguaggio espressivo differenziato».

Quali sono i vostri prossimi progetti per il futuro? Avete in previsione partecipazioni a festival o date fuori la Sardegna?
SM: «Stiamo lavorando proprio in queste settimane ad un progetto di formazione per docenti ed educatori di ogni ordine e grado Il principio del principiante per il corpo insegnante – Workshop di insegnamento creativo attraverso gli strumenti del teatro per il quale abbiamo richiesto il riconoscimento ufficiale del Miur come corso di formazione accreditato. Il prossimo progetto di produzione previsto per fine luglio riguarda una performance sulle lettere inedite di Gramsci con musica dal vivo. La pièce è complemento di un’installazione dell’artista Marta Fontana sempre sullo stesso autore.

Abbiamo inviato domanda di partecipazione sia per Gretel e tutti gli altri che per Flora Tristan (l’altro lavoro in distribuzione) a numerosi festival tra i quali appunto il D.O.I.T. Come dicevamo prima, per noi il lavoro fatto da questi festival è l’unico modo per poter uscire dall’isola dell’isola e dall’isolamento, anche se spesso il nostro handicap geografico rappresenta un ostacolo alla selezione. Per questo il lavoro di Angela e Cecilia e di tanti altri come loro, appassionati del Teatro è fondamentale per noi e per questo le ringraziamo ancora una volta».

Gretel e tutti gli altri
di Susanna Mannelli
con Marcella Pelleranno
luci Matteo Culurgioni
Cronopios Botti du Shcoggiu Ass. Cult – SARDEGNA