Il rapporto con il sé, l’altro da sé e l’oggetto tecnologico

T DanseVenerdì 25 ottobre il T-Danse Festival si apre con il passo a due Reflet, prosegue con il nuoveau cirque irlandese e si conclude con un’esperienza multisensoriale

Il sole torna a scaldare la valle nella quale si distende Aosta e ci si accorge della bellezza dei monti che la circondano, resi invisibili dalla pioggia e dalle nubi basse fino al giorno precedente. Boschi e cime innevate fanno da sfondo al Festival diretto da Marco Chenevier e Francesca Fini, che si presenta ancora più partecipato della serata precedente.

Alle 20.00 il teatro della Cittadella dei Giovani si riempie di spettatori vocianti e allegri e, dopo i ringraziamenti per tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del Festival (gli studenti del progetto scuola-lavoro compresi), assistiamo a Reflet, un passo a due di e con Xuan Le (affiancato da Yvener Guillaume, che ha dovuto sostituire il partner di Le, impossibilitato a partecipare). La luce, un laser rosso, è la protagonista soprattutto della parte iniziale e del finale della performance. Due corpi che si risvegliano e si scoprono, si incontrano e riconoscono, si separano a causa di geometrie luminose che tagliano il palco creando sempre nuovi spazi. La gestualità scorre in un ambiente tridimensionale reso diverso a ogni passo o movimento grazie a una scenografia – creata dal disegno luci – che interagisce con i corpi in forma dialogante. Il finale, molto apprezzato dal pubblico, sfrutta abilmente i giochi d’ombra ricreati con il laser mentre nuvole di fumo separano, celano, disvelano, quasi fossero lingue di fuoco di un’esibizione circense. Riflesso di sé, presenza e assenza, al di qua e aldilà di barriere visibili eppure irreali, che separano virtualmente ma potrebbero essere valicate con facilità se solo si volesse. Molti stimoli e qualche sbavatura – forse dovuta alla mancanza di un tempo sufficiente per provare la nuova formazione.
Alle 21.00 il secondo ospite della serata è l’irlandese Darragh McLoughlin, coadiuvato, nella parte finale, da Joseph Summers, con Stickman. Una performance che ingloba molti spunti dalla scuola circense e interagisce con la tecnologia. La tematica di fondo è intrigante: la televisione invia messaggi, suggerisce la loro lettura e interpretazione – realmente e a livello simbolico. Il meccanismo teatrale prevede anche brevi scarti temporali che permettono al pubblico di anticipare la tv, generando un senso di coinvolgimento e ilarità. Il gioco teatrale si fa a mano a mano sempre più sottile e crudele fino alla distruzione del bastone di legno che, fino a qualche istante prima – per quanto possa sembrare strano scriverlo – è stato protagonista della scena accanto al performer. Curiosa la reazione del pubblico, che pare più scosso dall’atto violento contro un pezzo di legno che non da quello agito contro Darragh. Vero/falso, realtà/virtualità, umano/macchina, soggetto/oggetto: il confine tra le dicotomie è sempre più labile e non solamene a causa del massiccio uso della tecnologia ma anche del nostro allontanamento, consapevole o meno, dal contatto diretto tra esseri umani. Una performance di grande intelligenza.
A conclusione della serata la danzatrice italiana Nicoletta Cabassi presenta Self. Accanto a lei, Oscar Accorsi al video-mapping e Mauro Casappa, suono e concept. La dimensione video-sonora dialoga con la danzatrice che si muove nello spazio a corpo libero ma, per la maggior parte del tempo, interagisce con un tavolo amplificato posto di fronte allo schermo video. Difficile dire se sia la musica a suggerire i passi di danza o viceversa: lo scambio è serrato e colpisce come lo stesso sia in grado di costruire un progetto a 360 gradi che avvolge il pubblico. Le immagini, in particolare, sembra che prendano vita passando da un amalgama, un brodo primordiale, a costruzioni di senso sempre più vicine alle elaborazioni mentali: lo schermo si riempie di simboli matematici (che, forse, spiegano l’universo che ci circonda o il tentativo tutto umano di interpretarlo). Anche simbolicamente, nel finale, la performer si ritira in posizione fetale sotto il tavolo lasciando campo libero all’ingegneria e ai suoni che riempiono lo spazio fino quasi a saturarlo. Forse un’emblematica rinuncia a interagire o un rifiuto a confrontarsi oltre. L’essere umano, come la danzatrice, restano schiacciati dall’apparato tecnologico soverchiante.

Gli spettacoli sono andati in scena nell’ambito di T-Danse Festival 2019:
Cittadella dei Giovani
via Garibaldi, 7 – Aosta
venerdì 25 ottobre 2019

ore 20.00
Cie Xuan Le presenta:
Reflet
direzione artistica Xuan Le
interpreti Adrien Mornet, Xuan Le
creazione luci Jennie Michaud in collaborazione con Maxime Mazaleyras
musiche originali Jules Evrard
costumi Peggy Housset
design e sviluppo dei macchinismi Karine Gérard e Ludovig Hong aka Chingo Bensong
design dei sistemi automatizzati Petar Miletic assisté de Jaya-Ruiz Hak-Lopes, Daniel Marin et Charles Seilliebert
effetti speciali Laurent Boulanger
durata: 30 minuti

ore 21.00
Darragh McLoughlin presenta:
Stickman
creazione e performer Darragh McLoughlin
supporto tecnico Sophia Kurmann
supervisione artistica Elena Kresuch, Marco Chenevier, Benjamin Richter, Andrea Salustri
credits fotografici Andrea Salustri
durata: 30 minuti

ore 21.45
Self
Concerto quadrifonico per danzatrice e tavolo amplificato
un progetto di OTTOelectro sound & visual art & Nicoletta Cabassi/Lubbert Das
video-mapping Oscar Accorsi
suono e concept Mauro Casappa
performer, coreografia, drammaturgia e luci Nicoletta Cabassi
durata: 40 minuti

www.tidaweb.net