Né ieri, né oggi, né domani

All’Orto Botanico di Palermo, Franco Vito Gaiezza attualizza Bach in un concerto dall’esito poco convincente.

La scelta dal repertorio del maestro tedesco è di primo livello. Ispirato alla tragica dipartita del giovane fratello, il Capriccio BWV 992 è uno dei capolavori giovanili di Bach, una composizione in cui la maestria del compositore, pur non ancora “arricchita” dall’esperienza architettonica vivaldiana, era riuscita a “dar luogo” a miniature musicali letteralmente immaginifiche.  Di assoluto pregio anche la Sarabanda, un movimento della Partita I in Sib magg. BWV 825 – volto a edificare una atmosfera di “discreta intimità” – nel quale la forma tradizionale viene trattata con libertà, virtuosismo e inventiva dal punto di vista tanto melodico quanto contrappuntistico, mentre per la linea melodica ripetuta in progressione ascendente, per lo scontro solenne tra i due frammenti che la compongono, per l’incedere funesto e le dissonante dell’armonia, il Preludio e Fuga in Sib min. BWV 867 dal Clavicembalo ben temperato è certamente una delle più potenti e drammatiche pagine bachiane.

La Fantasia (di cui esistono due versioni a distanza di 10 anni, la prima del 1720) è, poi, un’opera letteralmente sconvolgente per il tasso di emotività e il susseguirsi di ondate di accordi, arpeggi e drammatici cromatismi che inondano il discorso musicale al punto da far vacillare ogni coerenza tonale. Non mancano momenti più dolci, ma a farla da padrone sono improvvisazioni in stile di toccata talmente folgoranti, agili e libere che la maestosità complessiva del componimento risulta stupefacente e ardita. La Fantasia è, infatti, “senza se e senza ma” un monumento del “bachismo” che, tra l’altro, venne realizzato nello stesso periodo della prima parte del Clavicembalo ben temperato (1720-1723) e del quale rappresenta un ideale “contrappunto” in termini di soggettività e fantasia espressiva, come dimostra in maniera esemplare la grandiosità del crescendo della Fuga.

Di fronte a questo panorama di eccellenza, al quale concorrono anche le altre composizioni, Franco Vito Gaiezza sceglie di voler meravigliare l’ascoltatore utilizzando strumenti eccentrici, come quello che lui definisce pianoforte castrato (un piano sulle cui corde viene poggiata una catenina che riesce a creare un effetto di pizzicato simile al clavicembalo), un sintetizzatore e l’alternanza tra strumento cordofono ed elettronico nel corso dello stesso pezzo. L’intento dichiarato è quello di enucleare un mood musicale di contrasti, pathos e misticismo, tra l’altro “impreziosito” dalle suggestioni jazzistiche e dalla presenza del giovane Giovanni Vetrano (apparso, però, sempre “sotto tutela” nella musica d’insieme e a quattro mani).

Ci si chiede se il costante e fastidioso fruscio dell’apparato elettronico durante i pezzi acustici facesse parte di sperimentazioni alla John Cage o se i due musicologi intervenuti al telefono stiano ancora aspettando (Gaiezza li ha salutati con un “ci sentiamo dopo, durante il concerto”, senza che ciò effettivamente accadesse). Quello che ci è parso evidente è che il percorso di Johann Sebastian Bach tra passato, presente e futuro sia stato non solo poco rappresentativo del genio barocco, ma soprattutto ancorato a una idea di “attualizzazione avanguardistica” interamente piegata sulla ricerca di uno “shock perenne” rispetto all’ordinario.

Ed è questa percezione che, purtroppo, rende il progetto di Gaiezza più un’operazione da “museo del novecento” che l’espressione artistica del nuovo millennio.

Il concerto si è svolto
Orto Botanico, Sala Lanza
via Lincoln, 2 Palermo

Johann Sebastian Bach tra passato, presente e futuro
(brani elaborati e trascritti)

musica introduttiva
Preludio in Do magg. e integrazione (dal WTK I BWV 846)
Giovanni Vetrano (pianoforte)

Presentazioni di Paolo Fenoglio e Paolo Springhetti

Fantasia cromatica e Fuga BWV 901
Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo BWV 992
Due Minuetti dal Libro di Anna Magdalena BWV Anh 114, 115
Sarabanda dalla Partita I in Sib magg. BWV 825
Preludio e Fuga in Sib min. BWV 867
Franco Vito Gaiezza (cembalo dinamico synth, piano preparato, pianoforte)

Preludio e Fuga in Sol magg. BWV 541 vers. a 4 mani di F. X. Gleichauf
Giovanni Vetrano (piano 1)
Franco Vito Gaiezza (piano 2)