Anacronismi, crasi temporali e una profonda carezza visiva

Giunto all’undicesima edizione, Teatro a Corte ribadisce il suo ruolo fondamentale nel panorama teatrale italiano come aggregatore di forze diverse, in una logica di missaggio tanto culturale quanto temporale. Se la Francia è stata à l’honneur di questa edizione (sei le compagnie d’oltralpe invitate), il fenomeno dello scontro tra temporalità diverse ha creato un vero e proprio luogo artistico vitale

La giornata di sabato 1 luglio si è svolta interamente nei giardini del castello ducale di Agliè, proponendo tre momenti altamente diversi che si sono adagiati l’uno accanto all’altro, in una giustapposizione vivificante. L’apertura della serata si è svolta in una grandissima dolcezza, con lo spettacolo Hêtre della compagnia Libertivore, scritto e diretto da Fanny Soriano nel 2013 ed interpretato dal 2015 da Kamma Rosenbeck. Le parola francese “hêtre” gioca sull’omofonia tra faggio, hêtre, ed il verbo essere, être. Un’omofonia che apre uno spazio estremamente silenzioso dove avviene una danza altamente simbiotica. L’assenza di qualsiasi rumore fa sì che la pièce assuma un fascino surreale, come se questa privazione non facesse (più) parte del nostro mondo. Abbiamo perso l’abitudine al silenzio, e ora, nel preciso momento dello svolgersi di questa danza, ce ne rendiamo conto come in un’epifania illuminante. Un ramo di faggio sospeso nel mezzo del parco del castello, una danza che si volge in lento spogliamento, un rapporto fisico ed esistenziale che diviene sempre più stretto ed intenso: la danza si trasforma in assorbimento e mimesi. L’azione sembra essere una sorta di prosciugamento di una performance eminentemente circense: la danza accarezza l’occhio coinvolgendolo in un viaggio verso un altrove. Ma quell’altrove è, straordinariamente, lì, nel punto che fissiamo e che immaginiamo possa trasportarci ailleurs e che si dichiara come la pregnanza dell’infrasottile, la leggerezza della materia che si sfalda. Hêtre è un unico ed interminabile gesto che tocca il limite, il punto di equilibrio, in una sospensione atemporale. Un fenomeno etereo che precipita in tutta la sua fisicità e drammaticità quando la tensione tra il ramo e la danzatrice si infrange: il corpo che rimane al suolo e la frasca che minaccia, come una spada di Damocle, sull’esistenza di quell’être.

Ci alziamo ma rimaniamo avvolti da un strano torpore, come se non volessimo rompere l’incantesimo di questo sogno. Ma questa leggerezza corporea viene immediatamente infranta da Mr.Tannunzio & His Orchestra che si fanno carico di accompagnare il pubblico, conducendolo nelle varie zone atte a accogliere i vari spettacoli. Ed eccoci giunti alla seconda tappa di questo percorso con lo spettacolo dei milanesi Dual Band Music Circus. La Dual Band è la storia di una famiglia, i Borciani, le cui varie generazioni rappresentano i fondatori e una buona parte degli attuali componenti della compagine meneghina. Il loro spettacolo è quanto di più inatteso dopo la carezza delicata di Hêtre. E, forse, proprio per questo, lo stacco palese e repentino crea un’atmosfera straordinariamente frizzante. Durante un’ora ci ritroviamo presi per mano ed accompagnati in un lungo viaggio attraverso le epoche e gli stili musicali, dove all’iniziale Willkommen segue La Bicyclette d’Yves Montand prima di un medley beatlesiano. La storia del cabaret in una lunga serie di scenette una più riuscita dell’altra, dove alla tecnica vertiginosa dei quattro attori, si unisce una leggerezza ed un’ironia straordinarie. C’è il grammelot di Dario Fo, ma anche echi del Trio, degli Oblivion (pensiamo solamente alo sketch “Shakespeare in 6 minuti”), in un mondo stralunato dove Fernandel trova posto accanto agli Animals (nell’emozionante versione di The House of the Rising Sun), al Volo del Calabrone e a Ella Fitzgerald. Come non amarli?

Al termine dello spettacolo ecco Mr.Tannunzio irrompere con i due suoi compari, Clarino e Pasciarello, per sequestrare l’uditorio portandolo verso l’ultima tappa di questo percorso alladiese. Una breve performance che unisce la più pura Commedia dell’Arte all’ironia contemporanea, dove l’intervento del pubblico fa parte integrante dello sviluppo di un’opera da strada. Sapori napoletani, calabresi, pugliesi che acuiscono il gradiente dell’esagerazione tragicomica e della maschera furba e marpiona. Un tocco di lontana e popolare storia del teatro che termina quando il tempo meteorologico diviene meno clemente.

Spettacoli visti sabato 1 luglio 2017

Gli spettacoli sono andati in scena:
Castello di Aglié
Piazza Castello, 2 – Aglié (TO)
Sabato 1 luglio 2017 dalle ore 18.00

Fondazione Teatro Piemonte Europa ha presentato
Teatro a Corte
dal 27 giugno al 2 luglio nelle Dimore Sabaude

Programma di sabato 1 luglio

Hêtre
compagnia Libertivore
scritto e diretto da Fanny Soriano
con Kamma Rosenbeck/Nina Harper
musica Thomas Barrière
costumi Sandrine Rozier

Dual Band Music Circus
compagnia Dual Band
ideato da Anna Zappparoli e Mario Borciani
con Lorenzo Bonomi, Benedetta Borciani, Beniamino Borciani, Lucrezia Piazzolla
pianoforte Mario Borciani

Mr. Tannunzio & His Orchestra
compagnia La Paranza del Geco
in scena Simone Campa, Michele Guaraldo
maschere Franco Leita
costumi Debora Gambino, Simone Campa
musiche e canti Simone Campa – Elaborazioni del repertorio tradizionale popolare italiano
produzione Simone Campa/La paranza del Geco

www.teatroacorte.it