Summer… Timi

Filippo Timi presenta, al Franco Parenti, la sua personale estiva. Spettacoli prodotti dal teatro che lo ospita (e da altri), in scena dal 10 a fine luglio. Una serie di proposte divertenti e di sicuro interesse per salvare le serate dei milanesi che rimarranno in città.

Quando si va a una conferenza di Timi, si sa già che sarà uno spettacolo scoppiettante.

Dopo un saluto cortese e confidenziale, lunedì 18 – al Parenti di Milano, Filippo prende a parlare a manetta: «Con Andrée Ruth abbiamo deciso di fare questa scelta in funzione anti-crisi e, soprattutto, perché dopo tre giorni di mare-sole-spiaggia mi annoio da morire: ho bisogno di scrivere!».
Ci si rende immediatamente conto che la testa di Timi viaggia a mille: aneddoti, esperienze personali, riflessioni sul suo lavoro, sulla sua vita, battute sulla sua balbuzie. È quasi un peccato doverlo interrompere con le domande. Filippo è un entusiasta scoppiettante che trasmette epidermicamente l’entusiasmo e la passione per il mestiere che ha scelto – condendo ogni affermazione con quella dose di autoironia che è cifra stilistica di tutti i suoi testi. Basta guardare la locandina – dove compare tutto nudo con il solo il pube coperto dalle date degli spettacoli – e ascoltarlo commentare: «Non mi ero accorto che ho una scadenza! Sono un uomo con consumo a scadenza!».

Con questa impresa “rischiosa” quanto necessaria, il Franco Parenti dimostra ancora una volta di essere un teatro proiettato non nel domani ma, come diceva Aldo Moro, nel dopodomani: in tempo di crisi non si deve tagliare, bensì moltiplicare le proposte culturali – se sono di qualità, non potranno che attirare un pubblico di fedelissimi e di neofiti curiosi, e soprattutto creare un circolo virtuoso che darà i suoi frutti sul lungo termine.

La proposta, nello specifico, è allettante: si inizia con due testi shakespeariani, che Filippo ha scardinato dall’interno per coglierne aspetti eterni, fondamentali, con una carica nuova, legata all’attualità: l’ironia c’è sempre, e proprio questa permette a uno spettacolo come Amleto2. Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioches (10-15 luglio) di far emergere una profonda riflessione sul male e sulla vendetta – senza rinunciare alla risata che stemperi limiti ed eccessi del testo originale. Così come, in Giuliett’e Romeo. M’engolfi l’core, amore (18-20 luglio), una certa comicità e l’uso del dialetto perugino permettono di stendere una patina più umana e terrena a una storia d’amore che, nel tempo, ha vissuto spesso di troppa retorica e metafisicità.
Infine, dal 26 a fine luglio, sarà possibile – per tutti coloro che se lo sono perso – rivedere Favola. C’era una volta una bambina, e dico c’era perché ora non c’è più – prodotto l’anno scorso e riproposto due volte durante la Stagione, grazie all’enorme successo e alle tante richieste di prenotazione. Lo spettacolo è il ritratto nostalgico ma, al tempo stesso, ironico di quello che era il mondo borghese delle casalinghe americane anni 50. Il divertimento è garantito: «Favola è un classico. Spero a 80 anni di essere ancora qui a recitarlo, come Arlecchino di Soleri, e di farlo diventare un’istituzione, come il Rocky Horror Picture Show! Impazzirei se vedessi gli spettatori venire a teatro vestendosi in stile anni 50». Al momento, i presupposti ci sono perché Favola entri nella storia: basti pensare alla bravura del suo interprete, che recita e improvvisa dalle due alle tre ore consecutive, sopportando un tacco 12 e vestitini stringatissimi.

A spizzichi e bocconi, Timi ci concede anche qualche anticipazione sul prossimo spettacolo, in programma sempre al Parenti: Don Giovanni. L’amore è l’infinito abbassato al livello dei barboncini. Al momento sappiamo solo che, totalmente posseduto dal demone di Don Giovanni, Filippo ha completato una prima stesura di 108 pagine in due giorni; e adesso sta lavorando a una scenografia semplicissima eppure complicata perché «le cose più sono complesse, più sono fragili». Di certo si sa solo che, anche in questo nuovo lavoro, il mito di partenza – con il quale si è confrontato studiando tutte le versioni letterarie, cinematografiche e musicali possibili – sarà recuperato fedelmente ma sempre attraverso la carica ironica e dissacratoria che gli è propria.

In breve, per tutti i milanesi che amano lo spettacolo dal vivo, per quelli che sperano in un’alternativa intelligente alle calde serate casalinghe – tv e anguria, per coloro che credono in un progetto di città attiva e culturalmente viva, e per tutti noi, Filippo Timi ci attende al Parenti.

La rassegna andrà in scena:
Teatro Franco Parenti

via Pier Lombardo, 14 – Milano

10-15 luglio, ore 20.45 – domenica, ore 17.00
Amleto2. Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioches
di e con Filippo Timi
e con Lucia Mascino, Marina Rocco, Luca Pignagnoli, Elena Lietti
regia Filippo Timi e Stefania De Santis
Produzione teatro Franco Parenti

18-20 luglio, ore 20.45 – domenica, ore 17.00
Giuliett’e Romeo. M’engolfi l’core, amore
di e con Filippo Timi
e con Lucia Mascino, Vittoria Chiacchella, Luca Rondolini, Mauro F. Cardinali
Produzione Teatro Stabile dell’Umbria

26-31 luglio, ore 20.45 – domenica, ore 17.00
Favola. C’era una volta una bambina, e dico c’era perchè ora non c’è più
di e con Filippo Timi
e con Lucia Mascino, Luca Pignaioli
Produzione teatro Franco Parenti