Lo spazio prende forma

Terza tappa di Terre vulnerabili, la mostra che all’Hangar Bicocca continua a crescere e a trasformarsi.

Ancora una volta – la terza, per l’esattezza, dopo gli allestimenti di ottobre e febbraio – il visitatore si trova in un ambiente dove il continuo mutare si percepisce in modo netto: la grande area dell’ ex capannone, ora sede di incontri culturali e artistici, si riorganizza e ingloba altri lavori, dei quali quattro di nuovi artisti.

L’allestimento cambia di volta in volta, mai uguale a se stesso e così tornarci è sempre una sorpresa. Scovare le novità e cercare una contestualizzazione con l’ambiente che le circonda si trasforma in una piccola caccia al tesoro.

Quasi immediatamente ci si accorge che il labirinto di Yona Friedman – Une ville spatiale pour artistes – si è arricchito non solo nella struttura, ma anche di pezzi, accogliendo al suo interno L’opera esiste e continua a vivere dentro chi l’ha vista di Adele Prosdocimi (filo di cotone su cartone) e Untitled (28-12-08) di Margherita Morgantini – disegno su cartone che riproduce una ormai tristemente nota fotografia comparsa sul quotidiano La Repubblica in occasione della cosiddetta “Strage di Capodanno” – a Gaza, nel 2008.

A dir poco vertiginosa invece la creazione di Massimo Bartolini – Bars (future as it was once) che sovverte l’idea di stabilità, utilizzando un ponteggio alto fino al soffitto dove è agganciato, facendo in modo che le ruote alla base siano sospese da terra di qualche centimetro. Essere posti di fronte a un nuovo concetto di leggerezza destabilizza, e l’effetto del ready-made è prorompente.

Il discorso sullo spazio che si trasforma è portato avanti anche da Scala reale di Ludovica Carbotta – costruzione in legno, risultato del tentativo dell’artista di creare una struttura con cui salire verso l’alto e rimanere in equilibrio.

In tutto questo manifestarsi di tridimensionalità, Drei – Van Vorgang ins Temperament, di Franz West, è l’elogio della bidimensionalità e dei colori appariscenti, ma piatti. I tre nudi stridono fortemente con l’ambiente circostante e con l’atmosfera creata dalle Torri di Anselm Kiefer – apparato ormai fisso, quasi simbolo dell’Hangar.

Alla fine del percorso ci si ricongiunge con il leitmotiv della mostra in modo quasi sublime: ancora una volta l’indagine si rivolge alla spazialità, alle distanze, ma abbandonando quel filone architettonico che ha caratterizzato le novità di questa terza parte. Attraverso la registrazione del trasporto di un pianoforte a coda tra i canali di Venezia con il microfono messo proprio dentro la cassa armonica dello strumento che funge da amplificatore, lo spettatore si trova immerso nel cuore dell’imbarcazione e riesce a percepire nei minimi dettagli il rombo del motore, il frangersi delle onde e i riflussi della marea. Davvero un’idea affascinante questa di Marcellvs L. per il suo Klavierwellen.

Ora non rimane che attendere l’epilogo – ad aprile – e verificare il successo di questa originale – e finora riuscita – orchestrazione di Chiara Bertola e Andrea Lissoni.

La mostra continua:
Hangar Bicocca
via Chiese, 2 – Milano
fino a domenica 10 aprile
orari: dalle ore 11.00 alle ore 19.00 – giovedì dalle ore 14.30 alle ore 22.00
(chiuso il lunedì)

Terre vulnerabili / 3
un progetto di Chiara Bertola curato con Andrea Lissoni
opere di Massimo Bartolini, Ludovica Carbotta, Marcellvs L., Franz West