Se questa è borghesia…

piccolo-teatro-milano-80x80The Country, scritto da Martin Crimp, racconta il declino della borghesia britannica. La cui fine fa davvero tirare un sospiro di sollievo.

Lui, Richard (Gigio Alberti) è un medico drogato che si è tirato in casa una ragazza che dice di aver raccolto esanime sul bordo della strada. Lei, Corinne (Laura Morante) è una moglie nullafacente che, pur di non perderlo e di sottrarlo al suo vizio, ha accettato di abbandonare la città e rintanarsi nel solito angolo piovoso della campagna inglese. Lei, però, lo tratta malissimo. La ragazza, Rebecca, gira normalmente in mutande (è quasi l’unica cosa che si ricordi di lei prima che sparisca).
The Country (in scena al Teatro Grassi di Milano), dramma contemporaneo del celebrato Martin Crimp, è una storia inutile. Non che non centri il suo obiettivo, anzi: descrive perfettamente una coppia della middle class marcia fino al collo. Lui, pur di salvare … la famiglia? Le apparenze? O per nessuno motivo?… decide insensatamente prima di trascinarsi in casa Rebecca, sua giovanissima amante che… per gelosia? Per debolezza? O per nessun motivo? Ha inseguito fino in campagna. Poi tenta quasi di ammazzarla o forse è lei che tenta quasi di ammazzarsi per overdose; quindi lui se la porta in casa facendo inevitabilmente ingelosire una moglie che, fino a quel momento è stata cieca come una talpa. Nel frattempo lascia pure morire un povero vecchio per mancato soccorso. Non vi racconto il resto, anche se non si tratta di un vero giallo, ma ci scappa il morto. Il punto non è questo. Piuttosto: come si fa ancora a dire che una coppia di nevrotici vigliacchi rappresenti un’intera classe? Ahimé, poi, quella media ha ben altri grattacapi oggi, e perfino nelle noiose campagne inglesi. E poi questa lingua smozzicata («Che pensi?», «Cosa?», «Cosa pensi?», «Non penso», «Cosa?», «Cosa non penso?», e via dicendo) si presta senz’altro alla struttura dell’inglese, rapido e quasi rappato per natura. Ma tradotta per una coppia di cinquantenni italiani li trasforma in precoci dementi o almeno in vittime di una sordità meritevole di cure. Alberti e la Morante fanno del loro meglio. Secondo me si stancano anche un po’. La povera Ugomari Di Blas, che fa anche lei al meglio la nevrotica ed è sempre a piedi scalzi, tiene in ansia il pubblico che teme per lei un inevitabile raffreddore.

Lo spettacolo è in scena al Piccolo Teatro Grassi
Via Rovello 2 – Milano
Fino al 17 novembre, ore 20.30 o 19.30
The Country
di Martin Crimp
Traduzione Alessandra Serra
Regia di Roberto Andò
Produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Fondazione Cucinelli
Con Laura Morante, Gigio Alberti, Stefania Ugomari Di Blas
Scene e luci di Gianni Carluccio
Costumi di Agata Cannizzaro
(durata: un’ora e mezza)