Diva e donna

Monica Guerritore con End of the Rainbow, apre la nuova stagione del Sistina e fino al 30 ottobre porta sul palco gli ultimi se mesi della vita di una grande star: Judy Garland.

Massimo Romeo Piparo l’ha voluta fortemente e la grande Judy Garland si è materializzata sul palcoscenico del Sistina per aprire la nuova stagione dello storico teatro romano. Si tratta ovviamente di un omaggio in chiave musicale della grande diva hollywoodiana, cui Monica Guerritore dona voce, corpo e anima fino al 30 ottobre prossimo, dopo svariate repliche, nel corso degli anni, che l’hanno vista protagonista sulla scena, a partire dal 12 febbraio 2013, quando lo spettacolo di Peter Quilter debuttò a Recanati.
Un grande impegno, infatti, per la brava attrice nostrana quello di calarsi negli abiti della Garland, al secolo Frances Ethel Gumm, pieni sì di lustrini, ma soprattutto logorata da una vita difficile. In End of the rainbow si narrano appunto solo gli ultimi sei mesi di vita, quelli che hanno visto la straordinaria interprete de Il Mago di Oz, dipendente dall’alcool, dai barbiturici e da Mickey Deans, interpretato da Alessandro Riceci, suo ultimo marito (il quinto per l’esattezza), finire vittima dei suoi stessi vizi.
Il vizio più grande, però, resta sicuramente quello di amare il suo pubblico, per il quale accettò di cantare al The Talk of the Town di Londra, nel 1968, per sei lunghe settimane, tra un ripensamento e l’altro, guidata, appoggiata e persino truccata dal suo fidato amico e pianista gay Anthony, il cui ruolo, affidato ad Aldo Gentileschi, spicca per umanità e generosità. Una figura positiva, interpretata con garbo, che non cade mai nella macchietta; un punto di forza dello spettacolo e per la protagonista, insieme alla quale regala momenti di straordinaria ironia all’interno di quello che è un dramma annunciato.

End of the rainbow è sicuramente il capitolo più amaro dell’intensa, seppur breve vita, della stella Judy Garland, morta a soli 47 anni, dopo un cocktail fatale di barbiturici, cui la madre da giovane l’aveva iniziata. È doveroso, ma anche interessante, documentarsi prima di assistere a questa commovente messa in scena per capire, senza giudicare, l’esistenza di questa donna, prima di quella di una Diva, i cui due aspetti, quello pubblico e il privato, si ritrovano magicamente su quel palco, resi straordinariamente interessanti dalla scenografia di Carmelo Giammello.
Senza cambi scena, infatti, il pubblico assiste un po’ a quello che è stato il backstage della Garland all’interno di quella suite dell’Hotel Ritz Carlton al centro di Londra (che ha ospitato la grande star con i suoi tanti bauli per lo più pieni di asciugamani dismessi, per ingannare l’apparenza), che si fa ambiente sfavillante non appena si apre la finestra al centro della stanza, che mostra l’orchestra, che dal vivo accompagna l’eroina di È nata una stella durante i suoi concerti.
La platea con cui la Garland interagisce diventa, dunque, essa stessa protagonista in varie parti dello show, soprattutto quando la Diva, esausta e con una voce non all’altezza delle aspettative, non vuole deludere il suo pubblico.

La regia del colombiano Juan Diego Puerta Lopez è sicuramente precisa e rispetta il format dello spettacolo rappresentato dal 2005 nelle città più rappresentative del mondo, anche se spesso si evidenziano cali di attenzione per via dei tempi leggermente lenti durante alcune conversazioni tra i protagonisti, perfetti nei loro ruoli, Guerritore su tutti, attrice guerriera e in una veste insolita, in grado di emozionare e divertire, creando stupore soprattutto nelle parti cantate, seppur il brivido forte scorra lungo la schiena quando, a risuonare in sala, è la vera voce della Garland con Over the rainbow. La sensazione è quella di farsi trasportare da quelle note seguendo quel sentiero di mattoni gialli, dove intrappolata è rimasta la fantasia di quanti, bambini, hanno sognato con l’immortale Dorothy.

Lo spettacolo continua:
Teatro Sistina

via Sistina, 129, – Roma
fino a domenica 30 ottobre
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.00
(durata 2 h circa intervallo escluso)

Il Sistina presenta
The End of the Rainbow
di Peter Quilter
regia Juan Diego Puerta Lopez
con Monica Guerritore, Aldo Gentileschi, Alessandro Riceci
scenografia Carmelo Giammello
costumi Walter Azzini
luci Stefano Pirandello
arrangiamenti Marcello Sirignano
consulenza Tecnico-musicale Paolo Daniele
aiuto regia Lisa Angelillo
traduzioni Penelope Bussolino
vocal coach di Monica Guerritore Maria Grazia Fontana e Lisa Angelillo
grazie a Gino Landi per i movimenti coreografici
allestimento scenico Marco Parlà
macchinista Fabio Prisca
elettricista Emanuele De Rossi, Giovanni Grillo
fonico Stefano Gorini
sarta Milena Corasaniti
scene L’Isola Trovata
materiale audio JACKSOUNDRENT S.r.l.
spettacolo originariamente prodotto da Francesco Bellomo per l’Isola Trovata