La danza vacua

Il settimo giorno di Oriente Occidente Dance Festival si apre e si chiude con un doppio appuntamento con la poetica della compagnia catalana Mal Pelo di Pep Ramis e María Muñoz, per una serata nella quale rincorrersi nel tentativo, fallimentare, di allinearsi con sé stessi.

Due superfici bianche, oscenamente candide, si aprono sul palcoscenico del Teatro Zandonai di Rovereto, due pagine di un grande libro riverso a terra, stremato per le tante, troppe, letture. Su di esse, si profilano due linee nere, due corpi che con il proprio incedere ora viscoso ora convulso tracciano righe intermittenti, appoggiate sul suolo per raccontare una storia, o almeno provarci. Sì, perché al bianco delle pagine si aggiunge anche quello di una neve inafferrabile che inesorabile ricopre quelle righe e quei corpi stremati dalla trappola del tempo, che non possono far altro che aspettare che passi anche questo inverno. The Fifth Winter di Mal Pelo è proprio questo, un tentativo di narrazione di un’attesa disperata, a volte rassegnata, a volte folle, ma comunque incapace di assolversi.

Ispirata dal «soffio delle parole del poeta napoletano Erri de Luca», la performance creata nel 2015 per la Biennale de la Val de Marne e poi recuperata, sei anni dopo, a causa della sua attualità in relazione al periodo di confinamento pandemico, si propone come tentativo di creazione di una «poesia coreografica» che, operando una ricerca del concetto e atto stesso del movimento, vorrebbe posizionarsi «in una continua ellissi nelle cicatrici della vita» ma che, in ultima analisi, non riesce a farsi foriera di alcun messaggio degno di nota. L’utilizzo di una recitazione fuori campo e di testi «punteggiati dalle voci della tunisina Alia Sellami e dal canto flamenco di Niño de Elche», infatti, non basta a supplire a un linguaggio coreutico lacunoso che abbandona il suo osservatore in mezzo all’invisibile tempesta di neve, lasciandolo appeso alle parole, in una disperata ricerca di senso che, purtroppo, scade inesorabilmente nella scoperta di una chiosa didascalica e scontata.

Più ironico e maturo, invece, il secondo appuntamento della serata, sempre firmato Mal Pelo. «Un assolo blockbuster creato da María Muñoz nel 2005, e in origine da lei interpretato, su preludi e fughe scelte dal Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach nell’esecuzione registrata dal grande, e unico nello stile, pianista canadese Glenn Gould» o, più semplicemente, Bach. Lasciato in eredità alla danzatrice italiana Federica Porello (vincitrice del Premi de la Crítica Catalana come migliore interprete femminile di danza), l’assolo si rivela ben presto essere un ostinato divertissement tersicoreo lanciato all’inseguimento di un’estenuante fuga musicale per cercare quel labile punto di contatto tra movimento e suono, quello stesso punto di contatto che continua però a scivolare via dalle mani della suggestiva Porello, la quale, nonostante il vuoto drammaturgico in cui si trova schiacciata, prosegue pervicace la sua ricerca di espressione, fino all’ultimo scroscio di applausi.

Gli spettacoli sono andati in scena all’interno di Oriente Occidente
Teatro Zandonai
corso Bettini 78 – Rovereto (TN)
giovedì 9 settembre 2021

ore 20:30
The Fifth Winter
una produzione Mal Pelo

regia e danza María Muñoz e Pep Ramis
codirezione Jordi Casanovas
collaborazione artistica Leo Castro e Vincent Dunoyer
assistenza training Neus Villà
testi Erri de Luca
suono Fanny Thollot
collaborazione musicale Niño De Elche, Israel Galván e Alia Sellami
voce fuori campo María Muñoz
scenografia Pep Aymerich e Pep Ramis
luci August Viladomat
costumi Carme Puig de valli Plantés
tecnica suono Andreu Bramon
management Rita Peré

produzione tecnica Punt De Fuga
coproduzione Grec Festival de Barcelona, Théâtre de la Ville, Paris, Mercat de les Flors, La Briqueterie, Théâtre Antoine Vitez, La Villette, Paris, Agora de la Danse de Montreal, Festival Temporada Alta
in collaborazione con Espaço do Tempo, Montemor-o-novo, Centre de Creació L’animal a l’esquena, Celrà

ore 21:30
Bach
una produzione Mal Pelo

creazione María Muñoz
danza Federica Porello
collaborazione artistica Cristina Cervià
assistenza alla creazione Leo Castro
musica Il Clavicembalo ben temprato di Johann Sebastian Bach
musica registrata Glenn Gould
luci August Viladomat
video Núria Font
fotografia Jordi Bover
costumi Carme Puig de Valli Plantés e Montserrat Ros

in collaborazione con Teatro Real – Madrid e Teatre Lliure – Barcelona