Il drammaturgo-attore si mette a nudo. E si fa pochi sconti

Alla Triennale di Milano l’autobiografia di Jan Fabre. Una confessione ironica, bizzarra, un po’ reticente. Interpretata magnificamente da Lino Musella.

Diciamo che senza Lino Musella non sarebbe la stessa cosa. L’attore, divenuto celebre come Rosario O’ Nano in Gomorra, ma interprete anche di The Young Pope, e, a teatro, di una versione napoletana dei sonetti di William Shakespeare, rivela qui una duttilità, una potenza e una capacità interpretativa da grande attore. E permette anche di seguire questa bizzarra e surreale confessione “notturna” di Jan Fabre, Giornale Notturno, con ancor più ironia.

Perché, a dire la verità, ci si va con un po’ di disagio a riascoltare Fabre, artista, coreografo, regista teatrale e scenografo belga, oggi sessantenne, dopo le pesanti accuse di intimidazioni, comportamenti sessisti e molestie sessuali da parte di venti ex ballerini della compagnia Troubleyn/Jan Fabre, fondata e diretta dall’artista, nell’autunno scorso.

Ovviamente non bastano le confessioni “spermatiche” dell’autore, né la tesi secondo cui la sua esuberanza sessuale serve a compensare l’impossibilità di “secernere” sempre arte, a giustificarlo. Per quanto il Giornale notturno, andato in scena, in prima assoluta, alla Triennale Teatro dell’Arte per inaugurare la rassegna Fog, sia concentrato tra 1978 e 1998, Fabre avrebbe potuto dire qualcosa in più sulle sue prepotenze. Certo non fa sconti alla sua antipatia. Ed è l’antipatia classica di chi si ritiene, anche a buon diritto, un genio e ritiene quindi che gli altri gli siano inferiori. Fabre ne è persuaso e lo racconta, pur non risparmiandosi a volte feroci critiche. Ma si tratta soprattutto di quell’istinto autodistruttivo che alberga in quasi tutte le persone di talento.

Certo è che Lino Musella riesce a trasformare questa arroganza in autoironia, ma soprattutto la sua prova d’attore e l’infinità varietà dei suoi toni, che ogni tanto fanno pensare anche a Ettore Petrolini, fanno a volte dimenticare perfino il testo, che, in fondo, non è più trasgressivo di quanto non siano i testi letterari da Charles Baudelaire in poi. In sintesi uno spettacolo da non perdere, con un interprete così. E soprattutto ben inserito in una rassegna, Fog, sempre interessantissima, innovativa, mai scontata, ricca, fino al 5 giugno, di appuntamenti internazionali e di ospiti che, altrimenti, è quasi impossibile vedere in Italia.

Lo spettacolo va in scena
Triennale Teatro dell’Arte
Palazzo della Triennale
Viale Alemagna 6, Milano
dal 15 al 17 marzo 2019
visto il 16 febbraio 2019 alle 20,00

The Night Writer. Giornale notturno
Di Jan Fabre
Regia Jan Fabre
Con Lino Musella
Musica di Stef Kamil Carlens
Produzione Troubleyn / Jan Fabre e Aldo Grompone
Coproduzione FOG Triennale Milano Performing Arts, LuganoInScena LAC (Lugano Arte e Cultura), Teatro Metastasio di Prato, Teatro Piemonte Europa, Marche Teatro, Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale
(durata: 1 ora e 20 minuti)