Ieri e domani

Silvia Calderoni e Judith Malina smuovono gli animi a Santarcangelo 41. Due generazioni di attrici si incontrano per raccontarsi e raccontare al pubblico il loro modo di essere rivoluzionarie: uno spettacolo che ha tutte le caratteristiche di un’esperienza di vita.

Un tavolino, una sedia e uno sgabello in un teatro dal pavimento ricoperto di cartoni bianchi, su cui verranno impresse, con un pennarello nero, le ragioni di ciò che avviene sul palco. Non si tratta, effettivamente, di uno spettacolo, ma di un incontro tra due attrici a loro modo rivoluzionarie e appartenenti a generazioni diverse – Silvia Calderoni, già premio Ubu come migliore attrice under 30, che oggi ha 30 anni, e Judith Malina – l’85enne leader del Living Theatre.

Si tratta di una conversazione, tra di loro e, in qualche misura, anche con gli spettatori riuniti in cerchio intorno alle due interpreti. Un confronto, di una lezione di teatro e di vita. Un esperimento, avverte Silvia Calderoni prima dell’ingresso della co-fondatrice del Living, che non si sa come finirà. Neppure le porte dei palchetti vengono chiuse perché, essendo una chiacchierata formativa, è bello guardarsi negli occhi.
Le domande che Calderoni fa a Judith Malina permettono a questa saggia e immensa donna di ricordare il suo passato, momenti focali della sua vita di attrice e attivista, famosa per i suoi happening – come l’invasione di un negozio di giocattoli, dove gli attori del gruppo attaccarono su alcuni giocattoli adesivi con la scritta This toy teaches kids how to kill – e per il valore politico delle azioni del Living – esempi di performance art, in cui la teatralità risiede nell’atto stesso, che spesso hanno portato alla chiusura del teatro ospitante e a svariate esperienze in carcere – come ricordano anche Keith Richards e Carmelo Bene nelle loro autobiografie, che descrivono con dovizia di particolari quegli anni romani.

Soverchiata dagli urli dei marine, Judith ha letto e riscritto la sua Antigone – su testo sofocleo – che i Motus continuano a portare in giro per l’Europa: l’Antigone di Judith è in ognuno di noi, è quella parte capace di portare sulle proprie spalle il peso del fratello da seppellire – nella terra che la stessa mangia, divora e vomita fino all’esasperazione, nonostante sappia di provocare la morte dell’intera città. Non è solo un insegnamento per l’attrice, ma lo è anche per la donna e per tutti noi che in silenzio ascoltiamo le parole di Judith e ci riconosciamo nella rivoluzione non violenta di un personaggio dell’antichità greca – che non è più solo simbolo di tenacia e incondizionata giustizia d’amore, assurgendo bensì a esempio di ciò che ognuno di noi è tutti i giorni, nella vita quotidiana. Antigone diventa realtà e, come dice Judith, la realtà è adesso: Now come Paradise Now, in cui l’atto finale era l’esplosione del teatro per le strade – dove gli spettatori liberati dalle armature che la società impone per privare della libertà, riscoprono dentro se stessi il gusto della libertà. E anche coloro che si siedono a Santarcangelo possono fare la medesima esperienza semplicemente lasciando un segno, un pensiero, una frase, su quel pavimento di cartone bianco.

Nell’ambito di Santarcangelo Festival del Teatro di Strada
Lo spettacolo va in scena presso:

Teatro Petrella
via IV Novembre – Longiano
fino a domenica 10 luglio, ore 19.00

The plot is the revolution
di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni e Judith Malina del Living Theatre
e la comunità a-venire di The Plot
suono Andrea Comandini
spazio scenico Enrico Casagrande, Daniela Nicolò e Damiano Bagli
luci Luigi Biondi
una produzione Motus
con la collaborazione di Thomas Walker, Cristina Valenti e Brad Burgess
evento eccezionale realizzato grazie al sostegno di: Festival Santarcangelo 41 – Fondazione Morra, Napoli