Interno donna


Al Teatro dell’Angelo una compagnia tutta femminile alle prese con la crisi dei sentimenti

La cosa che più colpisce in questa pièce è la recitazione. O meglio, il ruolo che la recitazione assume di fronte a un testo che non splende per originalità e a una regia che si pone intenzionalmente in secondo piano per servire dodici attrici cui spetta il compito, riuscitissimo, di reggere da sole un’ora e mezza di spettacolo. Ma andiamo con ordine. The women fu scritto negli anni Trenta da Ann Boothe, meglio conosciuta come Clare Boothe Luce, cronista mondana poi esponente del Partito Repubblicano americano e soprattutto ambasciatrice statunitense in Italia dal 1953 al 1956. La “signora luce”, il cui motto era “puntare sempre in alto”, seppe affermarsi in pochi anni grazie al suo talento di osservatrice scaltra e astuta, tanto da arrivare alla direzione di Vanity Fair aprendo di fatto la strada al moderno giornalismo femminile. Una specie di Elsa Maxwell ma meno frivola. Questo sarebbe stato il suo ruolo se il talento di scrittrice non l’avesse fatta approdare dal giornalismo al teatro scrivendo commedie che per fattura e tematica ricordano alla lontana i testi di Oscar Wilde. Ma l’Inghilterra vittoriana non è l’America degli anni Trenta e una donna ambiziosa e intelligente poteva anche puntare a una vita politica ai massimi livelli. Così fu e nel 1942 arrivò la rappresentanza al Congresso degli Stati Uniti. Poi la svolta. Complice la morte della figlia e a un passo dal suicidio («improvvisamente, di fronte alla morte e al dolore niente aveva più senso: mi ritrovai faccia a faccia con l’inutilità e l’inconsistenza di tutto») Clare Boothe si converte al cattolicesimo e con le sue posizioni integraliste infiamma le maggiori polemiche del suo tempo. Muore nel 1987, a ottantaquattro anni, dopo aver sfiorato la vice presidenza degli Stati Uniti. Oggi, che da quei tempi sembra passata un’intera epoca, a molti italiani il suo nome dice poco, ma c’è pure il suo intervento dietro il per noi decisivo Piano Marshall, e nel bene o nel male anche l’Italia deve qualcosa al suo attivismo. The women è forse la sua opera teatrale più nota, oggetto di una trasposizione cinematografica nel 1939 a opera di George Cukor, e rimasta nel repertorio americano dove da subito è stata accolta con favore. La giovane regista Carlotta Corradi l’ha tradotta e diretta dando rilievo all’ambientazione anni Trenta che costituisce il fulcro di questa commedia tutta incentrata sull’universo femminile. Storia di tradimenti e riappacificazioni in cui finisce per avere la meglio il saggio buonismo della protagonista, è un testo che nonostante un certo sarcasmo di fondo appare oggi un po’ datato ma che può servire a illustrare il gusto del pubblico oltreoceano nei progressisti ambienti culturali del primo Novecento. E se la scenografia minimalista, stavolta davvero inesistente, costituisce il punto più basso della messa in scena, i costumi ne sono al contrario, insieme alla recitazione, l’anima: a prima vista filologicamente ineccepibili, tesi a rendere l’atmosfera elegante e raffinata di quegli anni concorrono anche ad ancorare l’azione a un luogo e a un momento preciso. Il cast è composto da attrici giovani e meno giovani, con maggiore o minore esperienza, ma tutte perfettamente affiatate, in cui spiccano la protagonista, Giada Fradeani, che si immerge con sapienza nel difficile ruolo di una moglie tradita che non vuole o non riesce a serbare rancore, e Giorgia Trasselli, attrice di lungo corso vista tante volte in televisione e bravissima nell’impersonare il lato giocoso della crisi dei sentimenti.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro dell’Angelo
via Simone de Saint Bon, 19 – Roma
fino a domenica 6 maggio
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 18.30, (lunedì chiuso)

The women
di Clare Boothe Luce
regia, traduzione e adattamento Carlotta Corradi
con Lydia Biondi, Betta Cianchini, Caterina Corsi, Francesca Ferrazza, Giada Fradeani, Silvia Giuliano, Ornella Lorenzano, Claudia Mei Pastorelli, Daph Mereu, Aglaia Mora, Giorgia Sinicorni, Giorgia Trasselli
costumi Laura Di Stefano
scene Silvia Nurzia
musiche Radiosa Romani