La comicità è una malattia rara

In occasione della giornata mondiale delle malattie rare, La Città del Teatro di Cascina ha ri-presentato lo spettacolo Ticket & Tac, con le simpaticissime comiche toscane Katia Beni e Anna Meacci.

«Il riso è uno dei più grossi esorcismi per la paura e il dolore». Queste le parole di Katia Beni, interprete accanto ad Anna Meacci dello spettacolo tragicomico Ticket & Tac, tratto dal testo Goodbye Kareggi di Alessandro Bini e Bruno Magrini (che, insieme a Katia Beni, Donatela Diamanti e Anna Meacci, sono anche autori della drammaturgia). Si tratta degli appunti di un ex centralinista dell’ospedale fiorentino di Careggi, che si è divertito a prendere nota di tutte le richieste strane che si è trovato ad ascoltare («Pronto? Vorrei fare un topone vaginale», «Pronto? Dovrei fare un’eco-topless», «Pronto? Per chiamare il 118 che numero devo fare?»…)

Lo spettacolo ha in realtà una struttura più complessa; ha inizio con Katia Beni e Anna Meacci che interpretano loro stesse come fossero compagne di stanza in un ospedale, mentre parlano di malesseri e di problemi ospedalieri (il letto scomodo, il cibo poco appetibile, i risultati degli esami sempre indecifrabili…); la scena cambia e in un attimo le due attrici, dietro a un leggio e illuminate da lampade a forma di flebo, cominciano a leggere le telefonate ricevute dal centralino dell’ospedale. Tali letture rappresentano brevi intervalli tra i vari sketch che compongono la performance, e conferiscono allo spettacolo un ritmo serrato e divertente. Si alternano a esse le scenette in cui le madri delle due comiche guardano dall’aldilà le proprie figlie e commentano lo spettacolo, i racconti autobiografici che presentano le esperienze sanitarie vissute da Katia Beni alle prese con una gastroscopia e da Anna Meacci alle prese con una colonscopia, e altre testimonianze di cui si fanno portavoce le due attrici toscane.

L’obbiettivo è presentare, attraverso la lente deformante (ma nemmeno troppo) della comicità, il panorama sanitario del nostro Paese: abuso del pronto soccorso da parte di chi non ne avrebbe reale necessità, con conseguente intasamento, sovraffollamento e impossibilità di offrire il servizio adeguato a chi ne ha davvero bisogno; diffusa ignoranza e approssimazione dei pazienti, che storpiano i termini medici («Trombe di pistacchio», «Radiografia in digitale terrestre», «Macello facciale», «Baupasset»…) o che cercano di parlare con i propri dottori non chiamandoli per nome ma ricordandoli per la loro gentilezza o l’aspetto fisico («Mi passa quel dottore che cammina un po’ gobbo?»); e non manca neppure un momento nel quale si mette da parte la risata per lasciare spazio alla drammaticità di certe situazioni, soprattutto laddove si ha a che fare con la poca professionalità di alcuni medici, che per arroganza e superbia o, peggio, per questioni economiche, si rifiutano di ascoltare i pazienti incorrendo, purtroppo non di rado, anche in errori fatali. È il caso del racconto scritto da Francesca Romana Orlando, nel quale si ricorda una delle 7mila malattie rare attualmente conosciute, la Sensibilità Chimica Multipla, di cui è affetta la stessa autrice (impossibilitata persino a stare in teatro per vedere lo spettacolo), e attraverso il quale la Beni e la Meacci denunciano le dinamiche delle case farmaceutiche, che non sono disposte a distribuire farmaci nel momento in cui vi sia scarsa richiesta di mercato.

La colonna sonora che scandisce il passaggio da uno sketch all’altro è un continuo rimando a fiction e serie televisive dedicate al mondo medico (Amico Mio, E. R., Grey’s Anatomy, Il Dottor Kildare). I racconti paradossali (alcuni dei quali sembrano veramente improbabili) sono incastrati, intrecciati e alternati, seguendo modalità sapienti e ritmate, e rappresentano un modo divertente per riflettere ridendo sulla malattia, sul dolore, ma soprattutto sulla paura della morte, di fronte alla quale solo la comicità e il riso riescono forse a rappresentare una risorsa e uno strumento catartico in grado di sospendere, anche se solo temporaneamente, l’angoscia.

Lo spettacolo è andato in scena:
La Città del Teatro 
Cascina
giovedì 28 febbraio, ore 21.00

Ticket & Tac. Divagazioni in pillole semiserie su salute e benessere
di Katia Beni, Alessandro Bini, Donatella Diamanti, Bruno Magrini, Anna Meacci
allestimento scenico e regia Carmen Femiano
effetti collaterali, creazioni sceniche e light design Irene Innocenti
caposala e organizzazione Antonella Moretti
con (in ordine alfabetico) Katia Beni e Anna Meacci
produzione Fondazione Sipario Toscana
(durata un’ora e trenta minuti)