Pulp theater in Cattive Compagnie

trastevere-teatro-romaLa sala in sold out del Teatro Trastevere ha accolto con evidente entusiasmo e partecipazione l’ultimo nato in casa Cattive Compagnie.

Reduci dai due fortunati lavori, quali Horse Head (segnalato dal New York Times e vincitore di un Roma Fringe Festival) e Fight Club – La Prima Regola (Premio Vincenzo Cirami: Migliori Scene a Paolo Carbone per l’allestimento, nomination Miglior Attore Protagonista per Diego Migeni e Nomination Miglior Attore non protagonista per Alessandro di Somma), gli attori della compagnia teatrale fondata nel 2012 da Leonardo Buttaroni, Sebastiano Gavasso, Paolo Carbone e Diego Migeni, supportati dalla Compagnia Mauri Sturno e dalla collaborazione con La Cattiva Strada e l’Accademia Musicale Nomos, calcano le tavole del palco trasteverino con un libero adattamento del Titus Andronicus, prima tragedia scritta da Shakespeare, dalle tinte fosche e dai tratti macabri, che narra la storia di un immaginario generale romano della Roma imperiale che torna vincitore dalla guerra contro i Goti e reca con sé, prigionieri, la regina Tamora e i suoi figli. Da quel momento Tamora, con la complicità del suo servo e amante nero Aronne, vive per vendicare la morte di suo figlio. Titus, commedia pulp porta in scena gli impulsi più violenti e sanguinosi dell’originale tragedia di vendetta shakespeariana, ispirata alla The Spanish Tragedy di Thomas Kyd, con echi delle Metamorfosi di Ovidio, e specialmente del teatro di Seneca, inserendola in un’ambientazione post-moderna, il cui contrappunto amplifica la sua vibrante violenza. In un rapido e incessante ritmo cinematografico, si succedono le scene di un’instancabile narrazione che si muove e si modifica attraverso il cambio di prospettiva dei quattro personaggi principali: Titus (Diego Migeni), Aronne (Alessandro Di Somma), Saturnino (Marco Zordan) e Tamora (Daniela Kofler). L’evidente citazione e costruzione tarantiniana serpeggia nell’estetica marcatamente pulp, attraversando la molteplice gamma di registri, quali quello comico, quello tragico, quello epico e infine quello grottesco, imperante e avvolgente. Un solo oggetto di scena permane sul palco, declinando la sua forma compatta rettangolare a diverse funzioni: ora un tavolo dove viene offerto il banchetto cannibalesco, ora un letto nuziale di ingannevoli lussurie, ora uno strumento di tortura, ora un legno duro e inclemente sul quale poggia la violata e mutilata Lavinia, soggiogata da figure luciferine. Agitato e scioccato dalla spettacolarizzazione dell’incarnazione del male, lo spettatore viene travolto da un turbinio di emozioni, per il convulso passaggio dalla violenza alla risata, al pianto e alla compassione, in una performance dalla stupefante energia che non concede respiri né pause. E gli applausi lunghi e calorosi segnalano il riconoscimento al talento e al lavoro minuzioso sull’interpretazione di ogni singolo attore, il corale compiacimento per una regia sapiente che si muove con disinvoltura tra originale e innovazione e l’apprezzamento per la particolare cura nella realizzazione dell’intero allestimento all’altezza dei palchi più ambiziose.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Trastevere
via Jacopa Dei Settesoli, 3
dall’8 al 25 gennaio 2015

Titus commedia pulp
da William Shakespeare
regia Leonardo Buttaroni
con Diego Migeni, Alessandro Di Somma, Marco Zordan, Daniela Kofler, Yaser Mohamed, Gioele Rotini, Matteo Fasanella, Virginia Arveda, Valerio Persili
scenografia Paolo Carbone
musiche originali di Alessandro Forte
produzione Cattive Compagnie, Cattiva Strada e Nomos