Alla ricerca della felicità

logo_teatro_stabile_napoli[1]Dopo Il giardino dei ciliegi (con la regia di Luca De Fusco), al Mercadante di Napoli si rappresenta di nuovo Cechov, stavolta con l’opera Tre sorelle.

Il giardino dei ciliegi, Tre sorelle, Zio Vanja. Queste le tre opere dell’autore russo in scena questa stagione allo Stabile partenopeo, curate di volta in volta da un regista diverso. Nel caso di Tre sorelle è la volta di Claudio Di Palma, che nel Giardino fu grande interprete di Lopachin. Qui, invece, adatta e racconta la storia cechoviana che racconta di noia, solitudini, infelicità e speranze dall’infausto destino.
Ol’ga, Maša e Irina sono tre sorelle che conducono una tediosa vita di provincia, sognando costantemente la vivace Mosca. Condividono le loro giornate e i loro tormenti con il fratello Andrèj, la di lui compagna Nataša, un manipolo di ufficiali dell’esercito amici di famiglia e un fedele quanto anziano governante. Come accade in Cechov, manca una vera e propria azione, non vi sono svolte narrative, ma, tanto l’autore russo quanto Di Palma, mirano a trasmettere il senso di immobilità, di staticità. La vita scorre monotona, si ricerca un senso che non può mai essere svelato, ci si aggrappa al lavoro, all’amore, ma anche questi si rivelano deludenti, non all’altezza delle aspettative. Il passato tiene imprigionati, soffoca, il presente è stagnante e il futuro non si scorge. Simbolica, una barca che, sistemata sul palco, si protende in avanti, verso il pubblico, ma che non compirà mai il suo viaggio. Come i personaggi dell’opera, che non andranno mai a Mosca e che, più in generale, non si muoveranno mai verso un “orizzonte”. Inattivi, anelano alla felicità, interrogandosi su cosa sia davvero e come inseguirla, per poi giungere alla conclusione che forse non esiste veramente. Questo clima tanto cupo, di ineluttabilità, viene ben rappresentato anche dalla scenografia e dai giochi di luce, nonché dalle musiche, la cui presenza è talvolta eccessiva. La messa in scena è senza dubbio affascinante e curatissima, ma troppo ricca di spunti simbolici che rischiano di risultare in esubero o addirittura criptici. Il ritmo della narrazione è estremamente lento, sopratutto nel secondo atto, dove davvero si rischia di annoiare il pubblico ormai perso tra il filosofeggiare delle numerose figure in gioco e i simbolismi che fatica a decifrare. La recitazione non aiuta e appare troppo forzata, quando non addirittura (inutilmente) urlata.
In definitiva, se visivamente Di Palma cattura senza dubbio l’attenzione del pubblico, fallisce invece nel tenere desto il suo interesse nei riguardi del testo e degli infelici personaggi che lo abitano, penalizzati anche da una costruzione che non riesce a renderli a tutto tondo.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Mercadante
piazza Municipio 1, Napoli
dal 25 febbraio al 15 marzo 2015

Tre sorelle
di Anton Cechov
regia Claudio Di Palma
con Paolo Serra, Sara Missaglia, Sabrina Scuccimarra, Gaia Aprea, Federica Sandrini, Gabriele Saurio, Andrea Renzi, Giacinto Palmarini, Paolo Cresta, Alfonso Postiglione, Massimiliano Sacchi, Enzo Mirone, Enzo Turrin
scene Luigi Ferrigno
costumi Zaira de Vincentiis
luci Gigi Saccomandi
musiche Ran Bagno
produzione Teatro Stabile di Napoli