Sui gabbiani e le parole

Inaugurato, il 12 marzo scorso, il Festival Sui Generis alla Tenuta dello Scompiglio di Vorno – sulle colline lucchesi.

Come i gabbiani sulla battigia, per concederci una metafora. Te ne vai al mare? Benissimo. La sera, sulla riva umida, i gabbiani. È inevitabile. E in un panorama che da mesi punta i riflettori su diritti civili, adozioni gay e famiglie arcobaleno, avrebbero potuto l’etica e l’estetica queer non diventare anche soggetto principale di un’intera rassegna performativa? Accade alla Tenuta dello Scompiglio di Vorno. E continuerà ad accadere fino al 9 luglio. Perché tra queste colline non si sta mai fermi.

A cura di Eugenio Viola e Angel Moya Garcia, Sui Generis – rassegna di performance che nasce all’interno della macro manifestazione Assemblaggi Provvisori, dedicata da Cecilia Bertoni a ciò che lei definisce “individualità e relazionalità” dell’essere umano – filosofeggia e sviscera, alla maniera delle forme espressive contemporanee. D’altronde, con un titolo estrapolato dalla filosofia scolastica, ci pare il minimo. Sono giorni strani, accaldati. Il bigottismo non è mai parso più nero, né la bandiera arcobaleno così sfavillante di colori. Si respira un cambiamento, come in attesa di una deflagrazione atomica. Schiumiamo con poco, ci avviciniamo.

O perlomeno, questa è la sensazione che può trasmettere un’istallazione come Table of Contents #1 (Tavola dei Contenuti) – dove, accanto a chi più gli aggrada, uno si siede, prende da bere, discute, stila frasi, liste e schemi. Spazio ideale per spazientirsi o ammantarsi di calma, il piano del tavolo presenta quelle parole nuove, che inclinano la testa al tradizionalista e lo ricacciano urlante in qualche salvifica parrocchia: “transgender”, “intersessuale”, “pansessuale”, “asessuale”.

Queer, letteralmente eccentrico – o il quer tedesco, ossia di traverso. Questo termine ancora sconosciuto, che ci arriva dalla Gran Bretagna e ci fa ricorrere ai vocabolari è, citando Wikipedia, “un termine-ombrello” per definire il coacervo finalmente svelato di orientamenti e identità sessuali. Ombrello, sì, ma atomico. Poiché alla sua ombra si prepara una rivoluzione. E come ogni rivoluzione, anche questa inizia dal logos, ovvero dalla definizione. E mentre la parete si tappezza di schemi e ragionamenti affissi, alle ore 18.00 le performance iniziano.

C’è Trittico della Giovinezza Angelica, che – giocando con l’impressione del tableau vivant (dipinto vivente) – affresca in tre immagini l’adolescenza. Presentando figure stravolte e corpi asessuati (o bisessuati), guida e spettatore guadano la performance di poco più di un minuto. C’è la femmina celeste, biancovestita, coi seni amputati e traslati in portata da servire; c’è la santa guerriera, tra acqua e fiori, come un’Ophelia ferrata. Luigi Presicce ha forse peccato di troppo ermetismo. Il Trittico dà la sensazione di una frase ancestrale, ma stracciata delle componenti, ammutolita, ridotta a tre incantevoli parole tra le quali non è facile trovare un nesso. Le rimanenze di una poesia ellenica.

Un piano più in alto, frattanto, Atteggiandomi a Gran Signora – Bellissima, di Ruben Montini, avanza ostinatamente, per ore, senza concedersi tregua. Performance continua, tratteggia lo scavalcamento dei generi nel presentare una lezione di danza, canonica ballerina e inusuale discepolo, un uomo comune, non ideale, alquanto goffo (volutamente o no?), sulle note dal vivo di un tenore in completo. E con Sei Bellissima che rintrona quasi buffonesco sulle sue labbra liriche, un’impressione tenera e tuttavia patetica traspare, come di sofferenza di bambino che piange l’incomprensione che subisce. Il gioco dello specchio distorto funziona, ma anche l’opera di Montini si esaurisce in se stessa.

Tutto molto sintetico, questo 12 marzo. Forse ciò di cui si aveva bisogno, in un clima che tratteggia il fenomeno gender con le tinte più fosche e caotiche. Ma qui parliamo in primis di arte, arte contemporanea. Un’arte che è contenuto e simbolo. Sarebbe valsa la pena di sprecare qualche parola in più, magari, a prescindere dall’incontro I Linguaggi di Genere: Corpo, Disabilità, Parola, con cui Luca Greco e una rosa di docenti e studiosi hanno contornato la giornata.

Ma il Festival è appena agli albori. Per adesso aspettiamo, scrutiamo l’orizzonte. Attendiamo sotto l’ombrello atomico.

Crediti fotografici dell’immagine
Luigi Presicce
Trittico della giovinezza angelica, 2016
Performance per uno spettatore alla volta, accompagnato
Tenuta Dello Scompiglio, Vorno, Capannori (Lu)
12 marzo 2016
Ph: Dario Lasagni
Courtesy l’artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio

Gli eventi/performance hanno avuto luogo all’interno di Sui Generis
Tenuta dello Scompiglio
via di Vorno, 67 – Vorno (Lucca)
rassegna a cura di Eugenio Viola e Angel Moya Garcia
marzo-luglio 2016

sabato 12 marzo
Luigi Presicce
Trittico della Giovinezza Angelica

Ruben Montini
Atteggiandomi a Gran Signora – Bellissima

La rassegna continua:
1° aprile
Pauline Boudry/Renate Lorenz
Mr. Backlash

2-3 aprile
Yan Xing
The Official Story

6-7-8 maggio
Alexandra Pirici e Manuel Pelmuş
Untitled

7 maggio
Rosy Rox
Frammento Archetipo

4 giugno
Carlos Motta
Mondo Invertito

4-5 giugno
Eddie Peake
Mandami una Foto di te…

2 luglio
Karol Radziszewski
Ceremony

2-3 luglio
Miguel Gutierrez
Age & Beauty: Part 1 – Mid – Career
Artist/Suicide Note or &:-/

9 luglio
Regina José Galindo
Periferia