Il circolo eterno di estasi e corpo

Il Teatro India inaugura la sua arena estiva recuperando uno degli appuntamenti più attesi della primavera, ovvero la costruzione performativa, radicale e ossessiva, di Alessandro Sciarroni.

Sarebbe impossibile elencare gli spettacoli, le rassegne e i festival teatrali che sono rimasti vittime del coronavirus e del conseguente lockdown. La cultura, e nello specifico il teatro, è stato ciò che maggiormente è mancato in questo buio periodo della nostra storia, ma è di valore corrispondente l’entusiasmo di tornare a godere degli spettacoli dal vivo.

Il Teatro India, che come tutti ha visto falciata la sua programmazione e stracciato il suo cartellone, avrebbe dedicato ampio spazio alla danza nella rassegna Grandi Pianure, progetto del Teatro di Roma curato da Michele Di Stefano e dedicato alle pratiche performative. Il nome di punta che sarebbe stato ospitato negli spazi del teatro è quello di Alessandro Sciarroni, coreografo e performer Leone d’Oro alla carriera per la Danza nel 2019, che avrebbe proposto per maggio Turning, ciclo di esibizioni incentrate sulla reiterazione ossessiva degli stessi gesti e le medesime azioni, basate sulla perpetua ciclicità maniacale e capaci di aprire uno spazio quasi contemplativo che trascina la percezione dello spettatore.

Ebbene, a Sciarroni è stato concesso l’onore di inaugurare la stagione dell’arena estiva del Teatro India, recuperando proprio Turning: giovedì 9  e venerdì 10 luglio infatti è inscenato Turning_Orlando’s version. Forse il lontano riferimento a Virginia Woolf può essere persino fuorviante, perché a funzionare della performance è il tipico approccio dell’artista; due principi su tutti: la danza in punta – solitamente affidata all’immaginario della più assoluta classicità, e che invece Sciarroni in più occasioni sa trasfigurare in contesti inediti – e la pratica, al contempo sadica e spirituale, sciamanica e oltraggiosa, del corpo.

Ma non si tratta però di un corpo ridotto a essenzialità meccanica, non è neppure un corpo svuotato di anima, un involucro grezzo e passivo, perché in Turning assistiamo proprio al trionfo dell’anima, alla rinascita dell’umano che raggiunto il suo punto limite, a un passo dall’autodistruzione, si riscopre in tutta la sua inesauribile energia. Per questo nella coreografia di Turning_Orlando’s version, per quanto tutto sia rigorosamente calibrato e ripetitivo, i membri spesso si distaccano dal resto del corpo di ballo, per allontanarsi e indagare autonomamente lo spazio e poi tornare nel gruppo. Non è un caso che Sciarroni stesso abbia dichiarato in più occasioni di rifarsi ai fenomeni migratori dei volatili per le sue opere, ma qui forse involontariamente emerge una carica simbolica che pare riferirsi proprio alla cronaca, al significato che il distanziamento e il desiderio di tornare in contatto col copro altrui ha assunto in questo nostro triste presente.

Sciarroni, in uno stile che ricorda la tradizione della musica minimalista americana – a sua volta profondamente influenzata dalla cantillazione dei salmi nella cultura ebraica e dalle tradizioni tribali, nonché dall’etologia e dall’espressività animale – tende al raggiungimento della piena estasi e alla confluenza nell’assoluto, ma la violenza esercitata sui corpi nonché la tensione estrema non fanno che ribadire continuamente la disperata limitatezza umana. Si tratta del grande mistero dell’eterno ritorno, della ciclicità che definisce i giri incessanti degli straordinari interpreti, che rilanciano la danza classica in una direzione mistica e paradossalmente, al contempo, estremamente concreta.

La coreografia è andata in scena
Teatro India

Lungotevere Vittorio Gassman, 1 – Roma
Giovedì 9 e venerdì 10 luglio – ore 20

Turning_Orlando’s version
di Alessandro Sciarroni
invenzione Alessandro Sciarroni
con Maria Cargnelli, Francesco Saverio Cavaliere, Lucrezia Gabrieli, Sofia Magnani, Roberta Racis
musica Aurora Bauza & Pere Jou (Telemann Rec.)
assistente Elena Giannotti
styling/costumi Ettore Lombardi
casting Damien Modolo
direzione tecnica Valeria Foti
amministrazione, produzione esecutiva Chiara Fava