Tutta l’immensità di Mozart

All’Auditorium Parco della Musica, l’orchestra di Santa Cecilia dedica un meraviglioso concerto al genio viennese.

Il repertorio del genio di Wolfgang Amadeus Mozart è sterminato, in un duplice senso: sterminato in senso “orizzontale” per la quantità di opere scritte fin da tenera età, la maggior parte delle quali sono rimaste e rimarranno tracce indelebili dell’avventura dello spirito umano; ma sterminato anche in senso “verticale”, perché dal valore infinito, incommensurabile, essendo a fondamento del linguaggio musicale moderno e per l’incredibile valore che veniva continuamente rinnovato composizione per composizione, opera per opera. L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dedica tre serate al grande genio presso l’Auditorium Parco della Musica, dal titolo Tutto Mozart; si tratta di una selezione di certo non banale, ricercata e profondamente significativa per comprendere al meglio alcune delle fasi della vita e dell’arte dell’artista austriaco. La prima opera eseguita dall’orchestra di Santa Cecilia è la Sinfonia n. 21 in la maggiore K. 134, composta nel 1772 ad appena 16 anni, quando la sua fama di fanciullo-prodigio ormai si era diffusa in mezza Europa. Si tratta di una sinfonia dove gli archi, e nello specifico i violini, la fanno da protagonisti quasi assoluti, lasciando la sessione dei fiati solo a due flauti e due corni; la melodia trascinante, dove si fa già sentire lo stile della maturità, fa venire in mente immediatamente i celebri notturni del compositore. Gli archi sono come suonati dal vento, sospinti docilmente dalla straordinaria direzione di Fabio Biondi, che in questa occasione decide di prendere parte all’esecuzione col suo violino solista offrendo all’auditorio una prova magistrale specie nel Minuetto del terzo tempo. Un fascino particolare la giovanile sinfonia mozartiana lo acquisisce alla luce del fatto che questa è la primissima volta che viene inserita nella programmazione concertistica di Santa Cecilia. Così non è per la seconda opera eseguita, ovvero il Concerto n. 27 in si bemolle maggiore per pianoforte e orchestra K. 595: si tratta di un’opera realizzata nel periodo della disillusione mozartiana, tra il 1788 e il 1791, quando l’astro nascente della giovinezza sembrava ormai completamente assopito. Una profonda malinconia e un lancinante struggimento attraversano l’opera, confondendosi con toni persino infantili e popolari. Al piano, Benedetto Lupo, pianista celebrato a livello internazionale, più volte sulle scene dei più importanti teatri musicali e auditorium americani ed europei; la sua esecuzione è calibrata e contenuta, efficace nel restituire la triste dimensione esistenziale del genio viennese. Al pubblico che lo reclama, Lupo regala un bel bis, ovvero l’esecuzione estemporanea di un intermezzo di Brahms, per poi lasciare spazio al finale rappresentato dalla grandiosa Messa dell’Incoronazione in do maggiore K. 317, dove all’orchestra si aggiunge il nutritissimo coro dell’Accademia. La Messa risente fortemente della tradizione barocca, specie bachiana, ma la maestria di Mozart nel 1779 era già pienamente sviluppata, perciò l’opera rappresenta un capolavoro autonomo e originale per intensità e potenza; straordinari, oltre agli esecutori, anche i cantanti solisti: il soprano Monica Piccinini, il contralto Tiziana Pizzi, il tenore David Ferri Durà e il basso Andrea D’Amelio. Occasione unica per immergersi nell’irraggiungibile bellezza mozartiana, e per scoprire anche opere meno conosciute del solito.

Lo spettacolo continua:
Auditorium Parco della Musica
viale Pietro De Coubertin – Roma
domenica 28 aprile, ore 18.00
martedì 30 aprile, ore 19.30

Accademia Nazionale di Santa Cecilia presenta
Tutto Mozart
Sinfonia n. 21 K. 134, Concerto n. 27 K. 595, Messa dell’Incoronazione
direttore Fabio Biondi
piano Benedetto Lupo
maestro del Coro Ciro Visco