Epic fail

Al Santarcangelo Festival, i Motus presentano Über Raffiche (nude expanded version), nuova formula dello spettacolo cult tratto da Splendid’s di Jean Genet.

Santarcangelo Festival è una multiforme e polimorfe sintesi di esperienze artistiche stratificate nel corso di oltre quattro decadi, il parto di una lungimirante e visionaria capacità di proporre mutevoli prospettive significanti che ha attraversato programmazioni strettamente legate alle varie personalità artistiche che vi si sono succedute alla giuda. L’edizione 2017 vede il debutto della bielorussa Eva Neklyaeva, la cui direzione, a partire da una domanda fondamentale: “come può un festival creare energia?“, si è mossa alla ricerca di una risposta che non poteva che essere aperta: attraverso habitat, “ambienti diversi da esperire” e in cui non “mostrare prodotti artistici finiti […] ma creare spazi in cui le cose accadono, in cui le idee sono messe in discussione“. Un’intenzione espressiva, dunque, perfettamente inserita nella prospettiva di una contemporaneità artistica che si immagina postmoderna, capace di intrecciare, modulare e lasciare che pubblico e artista possano contaminarsi a vicenda, dando sostanza e forma a esperienze di confine per le arti e per i suoi abitanti.

Fedele alla linea di un’offerta internazionale, Santarcangelo Festival ha coinvolto artisti, compagnie e collettivi di respiro europeo, cercando di innervare il piccolo paese del riminese di nuova linfa attraverso la trasformazione di contesti cittadini (scuole, piazze, piscine, appartamenti privati) in ambientazioni in cui inscenare veri e propri performing party.

Santarcangelo Festival, a tutti gli effetti, non è più un appuntamento festivaliero estivo, ma una vera e propria istituzione culturale in grado di mobilitare trasversalmente un pubblico sempre più numeroso di addetti ai lavori e amanti dell’arte e di convogliare imponenti risorse materiali, artistiche ed economiche.

Il tema proposto da Eva Neklyaeva con la co-curatela di Lisa Gilardino, dunque, elude la semplice categorizzazione nel teatro, togliendone anche il riferimento dal nome del festival, per concentrarsi su “Performance + Music + Party” e pensare “a un progetto che funzioni come batteria, che ricarichi sia gli spettatori sia i partecipanti“.

Nella serata di venedì 14 luglio, assistiamo alla riedizione con un cast tutto al femminile di Splendid’s dei Motus, uno spettacolo tratto dall’omonimo testo di Jean Genet, già finalista dei premi Ubu nel 2002, ma che – per le “regole dei copyright internazionali che prevedono il rispetto del sesso dei personaggi, così come sono indicati nei copioni” – diventa Über Raffiche nude expanded version.

Declinato “sul tema dell’identità e della rivolta, del rifiuto di aderire a un preconcetto ossequio alla divisione della realtà in maschi e femmine” e allestito “non più in un sontuoso hotel ma in una nuda palestra, con una durata di tre ore o forse più, e il pubblico libero di restare quanto desidera“, Über Raffiche, al di là delle autocelebrative dichiarazioni con cui è presentato, mostra un lodevole impegno per testimoniare l’urgenza di una questione che, però, sembra sfuggire di mano alla compagnia emiliano-romagnola.

Über Raffiche rappresenta le vicende di un gruppo di “attiviste che compie azioni dimostrative e di resistenza al regime di dominio e di controllo eterosociale“. Le troviamo chiuse in un albergo di lusso, uno spazio che per il pubblico è però aperto, la palestra dell’ITC Molari di Santarcangelo, vestito di “alcuni eleganti arredi, niente fuori-scena, ma tutto a vista“, nudo come da sottotitolo della performance; le troviamo costrette a procedere “in Loop, senza inizio e senza fine” in “un estenuato ripetersi di raffiche di parole (e ironiche micro-danze)“, “donne con nomi maschili” che, gettato il cuore oltre l’ostacolo, hanno deciso di compiere un gesto eclatante di “critica radicale ai dispositivi disciplinari e coercitivi imposti dalla tecnologia biochimica e dal farmacopotere che, attraverso gli ormoni, detiene dagli anni Cinquanta del Novecento il controllo sui corpi, sui generi, e sulla nozione di normalità

Ucciso, forse per errore, il medico preso in ostaggio, assediate da media e forze speciali, assistite da un agente di polizia passato dalla loro parte (una vera e propria groupie), le Raffiche daranno, infatti, vita a un conflitto straziante che, da esterno (la critica al biopotere), diventa interiore e, secondo la più classica delle contrapposizioni tra massimalisti e minimalisti, la attiviste si troveranno divise tra chi vorrà sfruttare il momento di massima esposizione mediatica, rischiando la propria vita nello scontro armato, e chi vorrà invece fermarsi, pensando di potersi arrendere senza capitolare, farsi disarmare senza però sottomettersi, e così continuare a vivere per costruire a piccoli passi (magari scrivendo l’ennesimo libro) un mondo migliore.

Partendo dunque “dalla stessa situazione narrativa (un gruppo di rivoltosi/e assediati/e in un albergo)” di Genet, i Motus realizzano un allestimento e un testo originali “per raccontare identità mutanti e sovversive, creature che hanno sospeso per sempre la volontà di definirsi“, ma sembrano cadere vittima di quelle indiscriminate e ingenue generalizzazioni che avevamo già riscontrato nell’osannato MDLSX nel momento in cui Silvia Calderoni aveva ritenuto di “aver smascherato lo scandalo del corpo e della sessualità” semplicemente proponendo una narrazione unilateralmente contraria a quella denunciata.

Sorprendentemente edulcorata la scelta ideologica e ridotta la crisi di coscienza e di identità che attraversa il gruppo a tensione isterica di invidie e sospetti, scopriamo la poetica dei Motus, esattamente come MDLSX, non solo moderata, ma nella clamorosa condizione ideale di prestare il fianco a quella stessa impostazione culturale dalla cui critica Über Raffiche vorrebbe pure prendere le mosse.

Declamato in una messa in scena didascalica, dalla retorica dei giochi linguistici alla banalità di un outfit da rivista patinata, il sottotesto di Über Raffiche, pur comprensibile e pertinente, interpreta la violenza come affermazione integrale dell’identità ma frana fragorosamente nel momento in cui, a sua volta, omologa la liberazione (dall’identità eterodiretta) con un atteggiamento ideologicamente analogo di affermazione della negazione (di un’altra identità, seppur fluida), mostrando non solo, o non tanto, l’assenza di una rigorosa analisi delle condizioni sociali, storiche e culturali della tematica, ma soprattutto pesanti lacune strutturali per chi identifica arte e attivismo politico.

L’”impulso ad abbattere muri” che caratterizza l’intenzione dei Motus prende forma in una grammatica artistica in cui l’alterità (intesa sia come concetto sia come posizione critica) viene ricondotta a una scelta sempre identitaria perché esclusiva e, di conseguenza, moralistica, nonché piegata alla sessualità quale unico terreno interpretativo e definitivo dell’essere umano. Ossia alla ossessiva e compulsiva ricerca di un noi caratterizzato sessualmente migliore rispetto a quello datoci da loro, alla drammatica dialettica di un pensiero creativo, il quale, invece di interrogare o rappresentare la complessità del reale, rischia di essere à la page, di sciacquarsi la coscienza nella varichina senza incidere realmente nell’aggressione culturale e risoluzione concreta dei problemi reali.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno di Santarcangelo Festival
ITC Molari

via Felice Orsini 19, Santarcangelo di Romagna (RN)

Über Raffiche (nude expanded version)
dedicato a Splendid’s di Jean Genet
regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni (Jean), Ilenia Caleo (Rafale), Sylvia De Fanti (Bravo), Federica Fracassi (il Poliziotto), Ondina Quadri (Pierrot), Alexia Sarantopoulou (Riton), Emanuela Villagrossi (Scott), I-Chen Zuffellato (Bob)
la voce della radio Luca Scarlini e Daniela Nicolò
testi Magdalena Barile e Luca Scarlini
fonica Paolo Panella
progettazione scenica Andrea Nicolini
scenotecnica Damiano Bagli
gli arredi sono gentilmente concessi da Alvaro Biagetti Arredamenti, Santarcangelo
produzione Elisa Bartolucci
logistica Claudia Casalini
comunicazione Marta Lovato
promozione Ilaria Mancia
distribuzione estera Lisa Gilardino
una produzione Motus con Santarcangelo Festival
con il sostegno di MiBACT, Regione Emilia Romagna
realizzato grazie a Ert, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Biennale Teatro 2016, L’arboreto – Teatro Dimora Mondaino, Teatro Petrella Longiano, Comune di Bologna