Cultura politica

accademia-di-romania-roma-Due spettacoli di impegno politico chiudono la quinta edizione di teatRomania, rassegna attenta tanto alla proposta culturale, quanto a quella sociale e civica, interprete di una prospettiva altra rispetto alla concezione di un’arte chiusa nella pura ricerca (o manifestazione) estetica.

Citata tanto nell’Antico Testamento, quanto nel testo sacro induista della Legge di Manu, la lebbra (o morbo di Hansen) è sinonimo di stigma, di marchio che determina isolamento, minorità ed esclusione. Al lebbroso viene associata l’immagine temibile della potenza e della misericordia di Dio, la cui presenza ne manifesta la collera (per chi ne viene colpito) e ne mostra la bontà (per chi ha l’opportunità di esercitare carità).

Simulacro di Dio e dell’ultimo vero uomo, il monologo drammaticamente potente e scenicamente anarchico di Vlad Chico pone gli astanti di fronte a interrogativi fondamentali circa la direzione di una socità che incede verso un benessere di chiaro stampo consumistico e televisivo. Una prospettiva che, adeguatamente e opportunamente, mostra allo spettatore italiano la possibilità di riflettere su una urgenza diversa rispetto a quella che pensiamo possa animare autore e interprete: non di chi vede, con giustificato timore, l’annunciarsi di un modello di svilluppo chiaramente fallato per come pretende di discriminare sulla base di un ipotetico merito (e non di unire sulla comune umanità universale), ma di chi è già giunto al di là del guado. Di chi, come cittadino, abita, senza vivere, un’Unione Europea che pone controversie economiche alla democratica Grecia di Tsipras e non questioni politiche all’attuale governo fascista dell’ungherese Viktor Orbán.

Ultimul lepros (L’ultimo lebbroso) è, allora, un monito efficace sul nostro destino che, forte e chiaro, arriva al numeroso pubblico presente, cui segue, nell’emiciclo, la messa in scena di un testo di Marco Di Stefano, per la regia di Madalina Turcanu, con Olimpia Malai e Liliana Tofan. Interessante per come affronta «una realtà inquietante», la «vendita di parti del proprio corpo, uno o anche più organi [da parte di, ndr] sempre più europei […] spinti dalla povertà», di Abator sorprende soprattutto il colpo di scena finale per quello che è uno spettacolo ancora in fieri, didascalico nell’impostazione rigidamente dialogata, non sempre sicuro nella prova attorale e poco audace nella regia, presentando troppo frontalmente il dramma dell’amicizia spezzata tra due donne diversamente prede di un uomo, probabilmente, incapace di amare.

Una denuncia, che – complice la scrittura incalzante di Di Stefano – già allo stato dell’arte non può lasciare indifferenti e che, chiudendo in maniera esemplare questa edizione, distante dai clamorosi vertici artistici e dalla perfezione tecnica dello scorso anno, riesce comunque a mantenere intatto il proprio fascino. Confermando, così, la propria valenza di finestra aperta per il dialogo interculturare tra due mondi, quello italiano e quello romeno, troppo spesso vittima di una ideologia strumentale che li vuole «conflittuali spesso per motivi esclusivamente mediatici e di propaganda, per mera ignoranza, nonché per la confusa e strumentale identificazione tra romeni, rom e zingari e di essi con l’idea di una minaccia sociale».

TEATROMANIA emersioni_sceniche
www.teatromania.info
V edizione, 26-28 giugno 2015
Accademia di Romania, Villa Borghese, Roma
organizzato da Telluris Associati, Accademia di Romania e FIRI
con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest
con il Patrocinio della Regione Lazio e del Comune di Roma, Assessorato Cultura e Turismo
direzione artistica: Letteria Giuffrè Pagano
sponsor tecnico: After srl Roma
media partners: Actualitatea Magazin, Art A Part of Culture, Gazeta Romaneasca, Orizzonti culturali italo-romeni, Persinsala, Più culture, Radio Romania, Romit tv

domenica 28 giugno, dalle 15 alle 18
Sala concerti
Tecniche teatrali per la comunicazione e l’arte di parlare in pubblico
workshop della regista Maria Stefanache
rivolto a tutti gli interessati

ore 20.00
Ultimul lepros (L’ultimo lebbroso)
di Vlad Zografi
drammaturgia e regia Radu Botar
con Vlad Chico
scenografia Adrian Ganea
musiche Blue Sound
produzione Teatrul de Nord Satu Mare
in romeno con sovratitoli in italiano

ore 21.30
Abator (Mattatoio)
di Marco Di Stefano
traduzione Ioana Visalon
adattamento Marco di Stefano
regia Madalina Turcanu
scenografia Victor Luca Grecu
con Olimpia Malai, Liliana Tofan
in romeno con sovratitoli in italiano
produzione Dot Spot Media, Bucarest