Nella sua ultima messa in scena, Un amore esemplare di Daniel Pennac viene fatto a pezzi.

Avremmo voluto pubblicarne la recensione, ma a causa dei problemi tecnici accaduti a Catania l’attenzione della cronaca si è spostata verso l’inattesa inefficienza del Teatro Massimo Bellini.
Va premesso che Un amore esemplare a Catania ha raggiunto il sold-out e che Sergio Zinna, direttore artistico della rassegna catanese Altre Scene, con il team di Zo Centro Culture Contemporanee, si è impegnato per mesi per la buona riuscita dello spettacolo insieme al Comune di Catania, all’Università di Catania, alla Fondazione Oelle e al Teatro Massimo Bellini, uno dei teatri più storici, preziosi e importanti della Sicilia.

Tutto bene fino al giorno della messa in scena del 6 marzo, ma ancor «prima che lo spettacolo iniziasse», Pennac ha affermato di avere «qualcosa da dire», non risparmiando critiche al Teatro Massimo Bellini per cercare di spiegare che lo spettacolo sarebbe andato in scena distorto («assisterete a una specie di prova»). Roberto Roberto, coproduttore esecutivo, ha, infatti, dichiarato che «l’estetica dello spettacolo sarà diversa. Per motivi indipendenti dalla volontà della compagnia non è stato portato a termine il montaggio delle luci e delle scene».

«Il teatro è qualcosa di molto semplice, ma anche di rigoroso e complesso», ha continuato Roberto, confermando come i problemi con il servizio tecnico del teatro ospitante (dettagliati di seguito da Jonathan Freschi) non abbiano consentito di completare adeguatamente l’allestimento («il personale tecnico, di solito, dovrebbe lavorare secondo le indicazioni del direttore tecnico della compagnia, ma purtroppo questo oggi non è stato possibile»).

Sergio Zinna ha pubblicamente sollevato Zo Centro Culture Contemporanee da ogni responsabilità sui problemi tecnici, ma la situazione è peggiorata quando, a soli dieci minuti dall’inizio, qualcosa ha provocato lo spegnimento dello schermo sul quale sarebbe dovuta avvenire la proiezione di un elemento fondamentale per la continuazione dello spettacolo, ossia la restituzione al pubblico dei fumetti disegnati dal vivo da Florence Cestac.

In queste condizioni, Un amore esemplare, non potendo più andare avanti, è stato interrotto per oltre venti minuti. Durante la lunga attesa, la regista Clara Bauer è entrata in scena più volte per aggiornare gli attori e il pubblico sui lavori in corso, invitando Pennac, per coprire il vuoto, a improvvisare e intrattenere con cura il pubblico (rimasto tutto in sala).

Le storie di Pennac affiancato da Ludovica Tinghi e Massimiliano Barbini sono state uno spettacolo nello spettacolo, ma la causa dell’oscuramento dello schermo è rimasta poca chiara; i guasti, irrisolti, hanno costretto la compagnia a portare a termine Un amore esemplare con una fastidiosa oscillante proiezione dei fumetti di Cestac («uno schermo un po’ oceanico […] ma speriamo che nell’ultimo minuto dello spettacolo sarà fermo come all’inizio», ha provato a sdrammatizzare la Bauer), dunque in maniera tutt’altro che esemplare e corrispondente alle intenzioni del proprio autore, così impedendo agli spettatori di assistere a una serena visione dello spettacolo.

Ecco la nota postata sui social network all’indomani dell’accaduto da Jonathan Freschi, il direttore tecnico della compagnia.

«Ieri è successo qualcosa che non solo ha dell’incredibile, ma va oltre quello che avrei potuto immaginare su un grande Teatro come il Massimo Bellini di Catania.
Arrivati alle ore 9.00 (come da convocazione e dopo aver fatto un sopralluogo al buio il giorno prima), siamo stati accolti da una moltitudine di tecnici (una quindicina tra macchinisti, elettricisti, datori video, etc..) che hanno iniziato a urlarci addosso, spesso in siciliano stretto, disturbati dalla nostra presenza in teatro. Mentre il teatro era in condizioni indegne, ancora con parte dell’allestimento precedente sul palcoscenico e con quest’atmosfera che ricordava certi cliché sulla Sicilia (chi ha orecchie per intendere intenda, non mi voglio prendere una denuncia con questo post), io me ne sono andato minacciando di annullare lo spettacolo e dopo non so quali interventi abbiamo ripreso i lavori alle 11.15.
Ma anche con due ore di ritardo ci siamo ritrovati davanti a una squadra di tecnici che non aveva nessuna intenzione di aiutarci, di salire i fari presenti sul nostro light plot, di spostare i proiettori già presenti sulle americane e di impegnarsi per tentare di fare dei puntamenti che fossero almeno decenti (se non quelli dello spettacolo).
Questo andazzo è proseguito fino alle 17.30 in clima di urla, minacce gridate al soprintendente e alla dirigenza del teatro, offese alla nostra compagnia, espliciti rifiuti di collaborazione, prese per il culo, convocazioni mai rispettate, tecnici che passavano in teatro 20 minuti e se ne andavano.
Fino alle 17.30 quando abbiamo deciso di fermare i lavori e di andare in scena con un piazzato già presente in teatro e con l’essenziale collaborazione del service esterno audio e video, ma con il proposito di denunciare al pubblico (sold out) prima dello spettacolo quanto era accaduto durante la giornata.
E così è successo, ma durante lo spettacolo abbiamo avuto per la prima volta un problema all’alimentazione della telecamera che era restata accesa tutto il giorno senza problemi. Che sfortuna (chi ha orecchie per intendere intenda)!
Gli attori e la regia sono riusciti a prendere la palla al balzo e sfruttare questa situazioni per fare una delle migliori recite di tutto il tour. Io che avevo visto lo spettacolo decine di volte non riuscivo a lavorare in regia dalle risate per quello che erano riusciti a improvvisare sul palco.
Ma si parla di uno dei teatri più importanti al mondo con persone stipendiate per tagliare le gelatine dei fari (il lavoro dei sogni di ogni fannullone) con agricoltori messi a fare i tecnici improvvisati, elettricisti che non sono elettricisti e così via…
E allo stesso tempo è doveroso ringraziare tutti i tecnici, operatori culturali, service, dirigenti e spettatori che danno il sangue in queste terre per organizzare degli eventi, per portare dei progetti nelle loro città o semplicemente per fare al meglio il loro lavoro.
E ovviamente a questa fantastica compagnia (che assomiglia di più a una tribù che a una produzione teatrale), va il mio affetto e il mio ringraziamento più grande».  (fonte: https://www.facebook.com/zocentroculturecontemporanee/posts/10155131860667307)

Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito della rassegna Altre Scene di Zo Centro Culture Contemporanee
Teatro Massimo Vincenzo Bellini
Via Giuseppe Perrotta, 12 Catania
giovedì 6 marzo 2018

Un amore esemplare
di Daniel Pennac e Florence Cestac
adattamento teatrale e regia di Clara Bauer
assistente alla regia Pako Ioffredo
attori Massimiliano Barbini, Florence Cestac, Daniel Pennac, Ludovica Tinghi
luci di Ximo Solano
musiche di Alice Pennacchioni
scene di Antonella Carrara
direttore tecnico Jonathan Freschi
direttore artistico Roberto Roberto