Quadri di vita quotidiana?

due-teatro-romaAl Teatro Due uno spazio vuoto che va riempiendosi. Sette attori, una panchina, «cose che succedono» protagonisti dei Cantieri contemporanei ospitati dal teatro stabile d’essai della capitale.

Inizia con una panchina, topos scenico ideale di incontri, racconti e accadimenti. Un signore in vestaglia domani si sveglierà presto è la rappresentazione di stralci di vita dai contorni esasperati, allungati fino al paradossale e marcatamente grotteschi. Un parco notturno, due vecchi compagni di scuola che si incontrano casualmente, e già dalla scena iniziale l’intreccio si fa movimentato. Carlo e Martino, che rientrerebbero perfettamente nella catterizzazione teatrale, dati tratti e caratteri particolarmente marcati, si trovano insieme a raccontarsi dipingendo problemi, malesseri e inconvenienti tratteggiati di ridicolo. A essi, si affianca la figura di Igor, un sicario dell’est, figura caricaturale che anima la situazione col suo accento slavo colorito da imprecazioni calabresi, un miscuglio elaborato fino all’eccesso. Perché l’eccesso si trasformi in risata.

E poi Gilda, la moglie di Carlo, alla ricerca furibonda del marito che si nasconde. E a seguire Mary. La tanto nominata Mary da quel Martino goffo e impacciato, teso e in bilico fra isterismi e crisi di nervi. Mary che crea altri sviluppi, che trascina con se stessa un sacco, dove dentro ci si aspetta un cadavere e invece vi è una persona imbavagliata.

Un carillon strambo e folle, dove gli eventi scivolano di mano, dove emergono i contrasti, le ambiguità le inquietudini generazionali, le perplessità e gli atteggiamenti vari verso l’amore, la morte e il sesso. La mimica degli attori la fa da padrone su di un palco dove si consuma l’ilare situazione di diversi personaggi, ognuno col proprio vissuto ma poi tutti partecipi di un evento legante. Ognuno si troverà quella notte a prendere parte a una situazione che precipita, con l’ironia che fa da sottofondo al tutto.

Le espressioni, le movenze calcate danno vita a veri e propri fotogrammi dove lo spettatore non può non cogliere le piccole sfumature di riflessione che vengono esposte: «C’è qualcuno che ama in questo mondo?» «Io è una vita che mi nascondo».

Piccoli drammi in chiave comica, l’ossimoro che non si trattiene dal ridere eppure lascia quel sentore di riflessione, di verità saputa, taciuta, malinconica. E il signore in vestaglia, ultimo protagonista di questa coreografia vivace, viene a ricompattare il tutto, a dare serietà e compostezza a una scena che si stava sgretolando. La differenza netta fra l’ultimo arrivato e il resto, il rigore in vestaglia versus lo scalmanato gruppo. E dopo un confronto generale proprio il signore in vestaglia prende e se ne va, dando vita allo svuotamento della scena che si conclude così com’era iniziata. Una panchina, un uomo solo.

Morale? Se a primo impatto sembra solo la rappresentazione di una serie di eventi, emergono poi diverse componenti da generare stati d’animo pensierosi. Tutto il non senso delle varie storie pare avere senso, l’assurdo, il non regolare è componente necessaria per colorare un’esistenza e dare valore alla vita, però rischia di sfuggire di mano se portato all’eccesso, così come la quotidianità che conferisce uno schema e un ordine, ma si imbottiglia nello schema stesso. Un equilibrio che forse serve, che è difficilmente duro da trovare, sarà questo il messaggio sospeso. Al prossimo parco, alla prossima panchina.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Due Roma

teatro stabile d’essai
vicolo dei Due Macelli, 37
8 e 9 gennaio 2015

Un signore in vestaglia domani si sveglierà presto
scritto e diretto da Massimo Odierna
con Luca Mascolo, Vincenzo D’Amato, Alessandro Meringolo, Sara Putignano, Viviana Altieri, Massimo Odierna, Mariasilvia Greco