Al Teatro Franco Parenti una voce di uomo si presta al racconto di una donna, con infinita delicatezza e rispetto.

L’aborto è un tema delicato, perfino ai nostri giorni, quando sembra che di strada se ne sia fatta dai tempi in cui bisognava pregare molto e sperare che ”l’intervento” sarebbe andato bene.

Sembra, perchè lo spettacolo di Saverio La Ruina racconta la storia un po’ diversamente. Vittoria è una ragazzina quando viene fatta sposare – anzi no: venduta – a un uomo sciancato, un uomo che non ha nome, come non hanno nome i personaggi maschili evocati nel racconto. Quest’uomo finisce per farle mettere al mondo sette figli nel giro di tredici anni. Vittoria vive perennemtente incinta, finché non decide di abortire presso una “medichessa” del paese, finendo così in un calvario di operazioni che la condurranno a un’isterectomia.

L’universo che ci presenta Saverio La Ruina è quello di una società patriarcale, dove la sopraffazione nei confronti della donna è per il maschio la normalità. La bravura dell’attore sta nel confondersi e fondersi con la protagonista, fino a creare una figura che è insieme uomo, donna, a volte qualcosa a metà tra i due. Ma La Ruina non scade mai in voci in falsetto, non fa la parodia della donna – con maestria e mestiere lascia che i due sessi parlino tra loro.

Fin da subito Vittoria è consapevole di cosa gli uomini vogliono da lei – pezzi del suo corpo: sedere, seno, gambe. Non sono capaci di vedere l’intero. Vittoria è una persona completa solo di fronte a noi, pubblico e il suo racconto si fa così avvincente, che perfino Gesù – protagonista di un sogno nel quale lei racconta la propria vita – rimane con il fiato sospeso e vuole sapere come andrà a finire. Vittoria sa “contare”, sa mantenere la tensione e sa emozionare, grazie al continuo contatto visivo che si ha con il suo portavoce Saverio, nella piccola sala del Parenti.

La Ruina è accompagnato da un musicista vestito di nero, seduto di spalle, mentre il protagonista, in chiaro è non solo rivolto verso il pubblico, ma dimostra di essere tanto aperto da poter confessare i pensieri di una vita intera. La musica rimane in sottofondo, quasi come un sottotesto di emozioni – quando queste diventano troppo dolorose per essere messe in scena.

Con una delicatezza incredibile, Saverio La Ruina ci regala l’immagine di una donna molto diversa dalle apparenze: Vittoria è forte e mai e poi mai si lascerebbe andare alla disperazione. Al contrario, conserva sempre la dignità che la contraddistingue. Perfino di fronte al giudizio di Gesù – che la giudica indegna di essere accolta in Paradiso – difende la propria vita.

Si torna a casa con un gran nodo allo stomaco, ma anche con la sensazione di aver assistito a qualcosa di unico ed estremamente toccante.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Franco Parenti
via Pier Lombardo 14 – Milano
da sabato 25 a giovedì 30 settembre
da martedì a sabato ore 20.45 – domenica ore 16.45

La Borto
di e con Saverio La Ruina
musiche composte ed eseguite dal vivo da Gianfranco De Franco
collaborazione alla regia Monica De Simone
Produzione Scena Verticale
Premio UBU 2007 (“Migliore attore italiano” e “Migliore testo italiano”) – Premio Hystrio alla drammaturgia 2010