La solitudine di un attore perbene

Maurizio Micheli è al Franco Parenti di Milano con un monologo amaro e scanzonato su un signor Nessuno in fila per Equitalia.

Pasquale ha dubbi perfino sul suo nome: a Pasquetta è già depresso, per gran parte dell’anno si sente fuori posto. Non parliamo poi della sua città, Domodossola: anche all’estero serve soltanto per dire “D come Domodossola”. In ogni caso Pasquale sa di essere un “signor Nessuno” che si vede scorrere accanto il mondo e lo osserva con un misto di indignata impotenza, tenera ironia, malinconica estraneità.

Metteteci poi che il buonuomo è in fila per Equitalia, ma non sa perché, né da quanto, né che numero abbia. Peggio: non è nemmeno certo che Equitalia esista ancora (la risposta è no: dal giugno 2017). Pasquale è Maurizio Micheli in un monologo, Uomo solo in fila. I pensieri di Pasquale, in scena al Franco Parenti di Milano. C’è tutto l’istrionismo, la bravura, il mestiere dell’attore nato a Livorno, cresciuto a Bari e diplomato alla scuola del Piccolo Teatro di Milano, in questo lavoro.

C’è soprattutto la solitudine di un uomo e attore perbene, che lontano dalla tv ormai da una ventina d’anni, continua a fare il suo mestiere nei teatri di tutta Italia, partecipando a piccoli film d’autore. Poteva fare di più? In un Paese normale avrebbe fatto di più. In Italia ha salvato la sua onestà professionale, scontando un po’ (anche nel testo) una marginalità che lo rende un po’ fuori dal tempo. Michele-Pasquale parla di ’68, Carosello, Afghanistan, ricchi con lo yacht e poveri alla pensione-mare, come farebbe un anziano d’oggi un po’ sperduto al tempo di Internet. Ogni tanto si ricorda dei telefonini, fa solo un accenno discreto alla politica di questi tempi, ma si capisce che non sa nulla di app e smartphone e tutto quel parapiglia che infuria fuori gli fa anche un po’ paura. È a suo agio con le canzonette di un tempo, da La barca va a E la barca tornò sola, si spinge fino a Vasco Rossi, ma forse ignora Fedez & compagni. Insomma, è deliziosamente fuori moda. Anzi, onestamente fuori moda. Perché la sensazione che vale per Micheli-Pasquale ma anche per chi ride alle sue battute, è che, per chi non ha voluto unirsi al coro dei furbi-urlatori, non è rimasto altro che stare nell’angolo. Non è una novità, in Italia. Ma fa riflettere.

Lo spettacolo continua
Teatro Franco Parenti

Via Pierlombardo 14 – Milano
fino al 13 dicembre 2018
Visto il 4 dicembre alle 20,30

Uomo solo in fila. I pensieri di Pasquale
di e con Maurizio Micheli
al pianoforte Gianluca Sambataro
sostituito da Pietro Ubaldi il 6, l’8 e il 13 dicembre
regia Luca Sandri
spazio scenico Fabio Cherstich
produzione Teatro Franco Parenti
(durata: un’ora)