La solitudine dei numeri ultimi

Al Teatro della Cometa Maurizio Micheli è il protagonista dello spettacolo Uomo solo in fila – I pensieri di Pasquale. Fino al 18 novembre in scena.

In un’anonima sala d’attesa dove su un muro, ben evidenziato si legge, ritoccata, la frase “Date e (non) vi sarà dato”, Pasquale si presenta al suo ideale pubblico concentrando un delirio di parole, un po’ come è abitudine di coloro che spazientiti si ritrovano in fila alla posta, alle fermate del bus, o alla cassa di un supermercato. È il superlativo Maurizio Micheli a dar vita a questo personaggio strambo, acculturato e sensibile, a mettergli in bocca determinati pensieri. Pasquale, che a causa del suo nome si sente protagonista solo a Pasqua, ma che già a Pasquetta si sente dimezzato, è solo in una città inutile come Domodossola – sempre secondo il nostro caro uomo – che serve solo a specificare la lettera “D”. Del resto ci sono città che hanno fatto la fortuna di molti, come Recanati per Leopardi, con quell’ermo colle da cui è scaturito l’Infinito, che lo stesso attore recita a modo suo, puntando il dito contro la natura. La natura che crea a casaccio, dispettosa e snob, che colpisce solo l’indigente, mentre il ricco consuma aperitivi nei gazebi e l’amore sulle barche.
Pasquale però poi non è così solo, da una “coperta sonora”, infatti, arrivano le note di un maestro, il bravissimo Gianluca Sambataro, che si presenta come ragioniere, mestiere che Pasquale riconduce anche a Bertolt Brecht, il quale affermava che «le poesie a stomaco vuoto non si scrivono» e non capiva «la gente che non ci piacciono i crauti…». Ecco che Micheli, oltre a recitare una parte, canta e accenna piccoli passi per continuare a dar voce a quel Pasquale, che sembra proprio non avercela fatta nella vita, lui che come Vasco (e ne parte un’imitazione) vuole trovare un senso a questa vita in cui i poveri fanno la fila e i ricchi patteggiano. Ricchi e Poveri, come il famoso complesso, che da quattro sono diventati due, ma non hanno cambiato nome. Intanto continuano lentamente a essere chiamati dei numeri, ma c’è ancora tempo per parlare del più e del meno, della crisi delle vocazioni religiose, così come dei delitti veri o di fiction, ai quali Pasquale preferisce la pubblicità, con cui evade, volendo tutti venderti qualcosa. Ne ama molte, ma «gli artigiani della qualità della roba», proprio non li tollera, lui che sognava di essere bello come Il Cavaliere della Valle solitaria.
La fila è soprattutto di parole, legate, unite da un filo rosso che Maurizio Micheli unisce formando una lunga catena in cui, dunque, mette insieme testi di canzoni, poesie, e frasi celebri sviluppando uno spettacolo unico. Di fila appunto.
Un’ora e venti intensa, senza interruzioni, scandita da applausi e risate.
Un uomo solo in coda in un ufficio di Equitalia a fianco di altri esseri umani, che, come lui, aspettano di conoscere il loro destino. Un artista istrionico, che fino al 18 novembre allieterà e farà riflettere il ricco come il povero e che soprattutto metterà lo spettatore di fronte a un grande sogno, fatto di arte e innanzi a un incubo, che è la realtà che circonda tanti uomini soli.

Lo spettacolo continua:
Teatro della Cometa

via del Teatro Marcello, 4 – Roma
fino a domenica 18 novembre
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.00

Produzione Teatro Franco Parenti presenta
Uomo solo in fila – I pensieri di Pasquale
di Maurizio Micheli
al pianoforte Gianluca Sambataro
regia Luca Sandri
spazio scenico Fabio Cherstich
produzione Teatro Franco Parenti