Livorno – Vladivostok, A/R

Utopia del Buongusto ripropone, per il nono anno consecutivo, Andrea Kaemmerle in Vagoni Vaganti, un cult e una spassosa parodia della vita nella Russia comunista.

La funicolare di Montenero, che si arrampica sulla collina che sovrasta la città di Livorno, nota soprattutto per il Santuario e la Madonna delle Grazie, patrona della Toscana, si trasforma nella Transiberiana, la famosissima ferrovia russa terminata nel 1903, con i suoi quasi 10.000 chilometri di rotaie, mille fermate e 90.000 operai all’attivo – soprattutto reclusi ai lavori forzati.
Andrea Kaemmerle e Claudio Parri vestono i panni di Slava e Cola, due amici ferrovieri che vagano, insieme ai loro vagoni, tra Mosca e Vladivostock, il porto più orientale di tutta l’immensa Repubblica Sovietica. «Dove la grande flotta di pescherecci, con -36 gradi, pesca ciò che poi comprate alla Coop». Risata generale, ma è anche una realtà – e chissà se la citazione del marchio Coop sta proprio a rappresentare un riferimento ad alcune istituzioni di epoca comunista.
In un pesante pastrano, versione sovietica, con accento da badante moldava misto a toscano, Slava/Kaemmerle va incontro ai passeggeri che saliranno sul convoglio. È il suo ultimo giorno di lavoro, domani andrà in pensione, e racconta quello che ha visto e imparato in tutti quegli anni di lavoro.
Informazioni sulla lunghezza del viaggio, sulle città lungo il percorso, come Novosibirsk o Irkutsk, dove, proprio viaggiando sulla Transiberiana, una donna come tante, moglie di un militare dell’Armata Rossa, diede alla luce colui che diverrà uno tra i più grandi ballerini di tutti i tempi: Rudol’f Nureev – e tanti altri meno famosi.
«Vedrete tante meraviglie della natura, signori, come il Lago Bajkal. Zona pericolosa dove il mercato nero (generato dalla penuria dell’epoca socialista, n.d.g.) fa circolare droga, alcool e armi attraverso i gonnelloni delle babushka (in russo, vecchie signore, nonne, n.d.g.)».
Uno spettacolo interattivo quello che Kaemmerle e Utopia del Buongusto propongono ai soli 60 spettatori presenti, tanti quanti i posti nei due piccoli vagoni della funicolare montenerina – dove le gag nascono spesso dagli spunti catturati estemporaneamente dai commenti dei partecipanti.
«Dieci giorni di viaggio, signori! Mica avrete fretta! Con la Transiberiana non si sa mai quando si arriva. Una linea a binario unico che dà la precedenza ai treni degli operai. Sissignori, in Russia gli operai hanno la precedenza» (quel binario unico che, nel 2016, affligge ancora la Toscana dove gli operai non hanno, comunque, la precedenza).
Livorno un legame forte, lo ha davvero con quella Russia della Terza Internazionale bolscevica del 1919 che diede impulso alla nascita del Partito Comunista d’Italia, fondato proprio nella città labronica il 21 gennaio 1921 da Bordiga e Gramsci. Sembra una fantasia appropriata anche per gli astanti, immaginare la piccola funicolare livornese trasformata nell’immensa ferrovia transiberiana.
«Cipolle, cetrioli e vodka saranno gli odori che vi faranno compagnia per tutto il viaggio, signori! Ci sarà un motivo per cui hanno inventato l’alcool! Sulla Transiberiana non ci si lava e l’odore dell’umanità sale ogni giorno. Menomale esistono i deodoranti», spruzzato a zaffate da una bomboletta ipercolorata da discount.
Nato per il centenario della funicolare di Montenero, la cui piccola stazione si trasforma anche visivamente grazie a cartelli e indicazioni in cirillico, lo spettacolo vanta otto anni di repliche e di successi.
Un viaggio immaginario che riesce a trasportare i presenti in una dimensione agli antipodi rispetto alla realtà, dove al posto dei boschi di betulle, ci sono piante di capperi, tenacemente attaccate ai muri lungo la tratta Montenero-Livorno. Tante le risate, anche per i ruoli dei quali diversi spettatori sono direttamente investiti, con bagagli in mano nei quali, al momento opportuno, appariranno, per i doverosi controlli della polizia russa, abiti da sposa, droga e altro. La fantasia e l’immaginazione, si sa, non hanno limiti, e qui si superano tutti brillantemente.
Slava e Cola si ritrovano per l’ultima volta per abbracciarsi e andare finalmente in pensione: la carriera professionale qui si ferma, insieme al socialismo russo e alla corsa del trenino che riporta tutti gli spettatori a Montenero.
Per festeggiare l’evento, al momento della discesa dalla funicolare, cantuccini e vinsanto: prodotti non propriamente russi – ma la libera corsa dell’immaginazione non era ancora arrivata alla sua stazione.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno della rassegna Utopia del Buongusto:
Funicolare di Montenero (Livorno)
domenica 25 settembre, ore 21.30

Vagoni vaganti
regia Andrea Kaemmerle
con Andrea Kaemmerle e Claudio Parri
produzione Guascone Teatro e Utopia del Buongusto
in collaborazione con il Comune di Livorno e CTT Nord (Compagnia Toscana Trasporti)