La favola della parola e del gesto

Ancora una volta Sista Bramini recupera la vitalità e la musicalità del mito in un monologo essenziale e splendido tratto da Apuleio.

Da qualche anno a questa parte Viaggio di Psiche è uno dei “cavalli di battaglia” della performer Sista Bramini, attiva in ambito teatrale dall’inizio degli anni novanta. Il testo dello spettacolo riprende fedelmente la nota favola di Amore e Psiche tratta dall’Asino d’Oro di Apuleio, in una versione molto più ampia del sunto condensato che siamo abituati a conoscere, ricordando sia gli antefatti degli incontri fra i due amanti (Afrodite, invidiosa della bellezza di Psiche, manda suo figlio Eros/Cupido col compito di farla innamorare di un mortale brutto e avaro, ma lo stesso Eros finisce per innamorarsi di lei) sia il prosieguo della storia (la disperata ricerca dell’amante perduto da parte di Psiche, alla quale, dopo aver superato quattro prove imposte da Venere, viene finalmente permesso di sposare Eros).

Se la sua trasposizione del noto mito classico di Amore e Psiche era stata presentata per la prima volta nel 2016 nel Parco archeologico dei Campi Flegrei come uno spettacolo di teatro-natura in cui la performer dialogava con lo spazio fisico e naturale che le stava intorno, al Teatro Basilica di Roma il testo prende le forme di uno spettacolo teatrale in senso tradizionale, con palco e platea. Così facendo, Sista Bramini riconduce all’essenzialità sia il racconto mitico sia la performance teatrale: «ogni mito è, prima di tutto, una narrazione orale delle origini fatta per essere ascoltata», scrive lei nelle note di regia.

Tutto lo spettacolo si basa allora sulle parole, sulla mimica e sulla gestualità della performer; un disegno luci minimalista fa da sfondo ai suoi continui movimenti sul palco, mentre in sottofondo scorre la musica preregistrata di Giovanna Natalini, che mescola la tradizione liederìstica – composizioni per voce soliste e pianoforte tipiche del romanticismo – all’improvvisazione libera e ai suoni naturali. Sorprende constatare che i cento minuti di durata di uno spettacolo apparentemente così scarno risultino pienamente calibrati e che tutto il suo particolare confezionamento – il recupero del mito nella sua temporalità sospesa, e nella sua archetipica dimensione pulsionale – sia proteso a ciò. Nell’incontro tra parola e musica infatti «agiscono forze archetipiche universali, correnti sonore con precise qualità dinamiche e vibratorie che l’immaginazione narrante incarna e scolpisce in vicende e personaggi» e, almeno nelle intenzioni di Sista Bramini, «lo spettatore proietta nella vicenda mitica la propria ricerca d’amore e scopre una vitalità che non si abbatte né fugge la tristezza e lo scoraggiamento, ma impara a trasformarli».

Come spettatori viviamo in un periodo caratterizzato, in ambito teatrale, da una proliferazione vertiginosa di adattamenti dei classici greco-latini, magari anche a scapito della tradizione otto-novecentesca. Non c’è modo di tracciare una regola aurea – l’attualizzazione della tragedia sembrava un po’ pretestuosa nell’Antigone di Federico Tiezzi, ma l’Edipo, corpo tragico postmoderno e kitsch, di Michele Sinisi era grandioso; Emma Dante ha ottenuto risultati eccellenti tanto con le Baccanti allucinate e psichedeliche messe in scena dagli allievi della sua Accademia quanto con il suo Eracle androgino e floreale presentato a Siracusa nel 2018 – ma Sista Bramini, sia pure nella percettibile ripetitività stilistica, sembra aver trovato una delle chiavi più convincenti e calibrate per adattare il repertorio classico per il teatro in una maniera che sia allo stesso tempo
innovativa e tradizionale.

Lo spettacolo continua
Teatro Basilica

Piazza di Porta San Giovanni, Roma
fino al 9 febbraio
da giovedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.45

O Thiasos TeatroNatura presenta
Viaggio di Psiche
di e con Sista Bramini
musica originale di Giovanna Natalini