Vissi d’arte, vissi d’amore, vissi per Maria

teatro-dei-documenti-roma1In scena al Teatro di Documenti Vissi per Maria, monologo incentrato su una donna dimessa, al sempiterno servizio della ferita di una diva.

Nel labirintico Teatro di Documenti, proprio sotto il monte dei Cocci a Testaccio, siamo condotti per uno stretto cunicolo nell’appartamento di Madame. A fare gli onori di casa c’è Bruna, cameriera personale di Maria Callas. Ci fa accomodare, ci offre il tè, ci fa vedere l’album di famiglia. Sì, perchè Madame – come lei l’appella – è tutta la sua famiglia, da quando in quel lontano 1953 a Milano, fu introdotta appena diciottenne in casa Meneghini, a via Buonarroti.

Da subito emerge come la scrittura teatrale fondi la sua sostanza sul personaggio della timida ancella piuttosto che sulla Diva. «Bruna ha amato, odiato, gioito e sofferto attraverso membra e pensieri non suoi e – dice Siddhartha Prestinari – ha preso in prestito il dolore altrui perché la sua vita non ha contenuto grandi emozioni se non quelle che varcavano la soglia di casa». Bruna vive di riflesso una vita che non ha, una vita all’ombra di un’altra donna, tanto che per alcuni tratti le due esistenze sembrano camminare insieme proprio sulla scorta di una mancanza: di amore, di reciprocità, sopratutto di un figlio. L’amore sfortunato significa l’impossibilità dell’amore? Per Bruna e Maria forse sì.

La prima vi rinuncia da subito come se sentisse di non averne il diritto, la seconda lo cerca come a rinnovare un’antica ferita da cui è impossibile emanciparsi, la ferita di non essere stata amata. «Certe cose i bambini le registrano» dice Bruna riferendosi alla sua padrona, ma probabilmente anche a sé stessa: appena nata, la madre della Callas aspetta tre giorni prima di prenderla in braccio, delusa perché non era un maschietto. La mancanza d’amore promette la stessa mancanza anche dopo, quando si tratta di chiederlo come una grazia di cui non si è ritenuti degni?

Il monologo procede a raccontare il mito Callas, forse attenendosi troppo alla cronaca che conosciamo. L’enigma di una vita che si consuma alla ricerca di un impossibile, al di là di ogni cronaca, che parole può avere?

Siddhartha Prestinari mette in scena un intenso personaggio – Bruna – che si divincola tra il registro parodico e un nodo drammatico, sfiorando il primo, ma senza affondare la propria lama nel secondo, sostituendo retoricamente il sangue al tè.

«Vissi d’arte, vissi d’amore» recita l’aria di Tosca nel secondo atto. Poi continua: «Con man furtiva quante miserie conobbi». Sono le miserie che l’arte ha il compito di trasfigurare, le stesse raccontate da Bruna per interposta persona, la persona della sua ferita padrona che il mondo intero conosce come Maria Callas.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro di Documenti

via Nicola Zabaglia 42 – Roma
Sabato 6 e domenica 7 febbraio 2016 alle ore 21:00

Teatro di Documenti presenta
Vissi per Maria
di Roberto D’Alessandro
con Siddhartha Prestinari
regia Ilza Prestinari
produzione KostantLee Studio