Il 29 ottobre Voci nel deserto inaugura la sua seconda stagione al Brancaleone di Roma. Leggere il presente attraverso la memoria del passato.

L’hanno definito “rave teatrale”, ma invece delle pasticche passano di bocca in bocca pillole di sapienza e lungimiranza: si tratta di frammenti di scritti, discorsi, canzoni, film raccolti passando al setaccio un arco temporale sterminato, che dagli anni settanta di Pasolini procede a ritroso fino a Tucidide e al quinto secolo avanti Cristo.

Ascoltare in un colpo solo contributi di simile levatura storica e intellettuale è cosa che colpisce, non solo per la pertinenza e l’acutezza dei testi, ma per la loro sconcertante attualità: rispetto della Costituzione, del lavoro come fondamento della società, libertà di stampa e sovranità del popolo sono infatti i temi centrali.
Lo spettacolo è un momento di pura ideologia politica, che ruba al teatro i modi e i protagonisti, al rave l’anticonformismo e l’indomabilità. È un progetto di teatro civile, che si dichiara con forza contro tutto quanto attiene alla corruzione del pensiero e al disfacimento politico dell’Italia contemporanea. Settanta attori professionisti si sono mobilitati a titolo gratuito per realizzare Voci nel deserto e conferirgli la giusta credibilità. Il segnale è forte e chiaro: non c’è ragione di scrivere un testo teatrale ex novo quando si possono recuperare dal passato infinite parole dimenticate ma mai scadute. La chiamano La raccolta differenziata della memoria, e la realizzano con una meticolosità che ha del certosino: Manganelli, Gaber, Pasolini, De Toqueville, Calvino, Calamandrei, Arendt, Flaiano, Vittorini, Tucidide, Alvaro risorgono e uniscono le voci in un impossibile tempo comune, che è il nostro presente, sperando di non restare inascoltati anche stavolta.
La suggestione che lo spettacolo suscita è merito dei frammenti recuperati e del loro messaggio politico e sociale. Il presupposto per lasciarsi coinvolgere è di condividerne il pensiero, sentirsi in trappola nella presente realtà politica, desiderare di opporle resistenza. 

Voci nel deserto è un microscopio che analizza alla radice le malformazioni e vizi del potere: è l’esatto contrario del teatro d’evasione, poiché inchioda ogni singolo pensiero dello spettatore al muro della consapevolezza e non gli concede via di fuga.

Lo spettacolo continua:
Brancaleone

via Levanna, 13 – Roma
ogni ultimo venerdì del mese fino a giugno, ore 21.30
ogni secondo venerdì del mese, a spettacoli alterni, a:

Teatro Quarticciolo
via Ostuni, 8 – Roma

Teatro Tor Bella Monaca
via Bruno Cirino – Roma

Voci nel deserto. La raccolta differenziata della memoria.
da un’idea di Marco Melloni

le voci: Alex Pascoli, Valerio Aprea, Camilla Mazzitelli, Daniele Fabbri, Massimiliano Vado, Ida Casilli, Emanuela Grimalda, Paola Minaccioni, Daniele Monterosi, Giulia Perelli, Tiziana Profumi, Marco Giandomenico, Dodi Conti, Jonis Bascir, Cristina Pellegrino, Ketty Roselli, Tiziana Foschi, Alfredo Angelici, Patrizia Loreti, Alessandro Bergallo, Marta Zoffoli, Carmen Iovine, Barbara Folchitto, Elda Alvigini, Alessandra Costanzo, Benedetta Parroni, Pietro De Silva, Federico Pacifici, Ivan Olivieri, Barbara Abbondanza, Celeste Brancato, Claudio Castrogiovanni, Giorgio Cingan, Caterina Corsi, Ugo Dighero, Michele Degirolamo, Federico Di Stasio, Francesco Foti, Gianantonio Martinoni, Carlotta Piraino, Fabio Privitera, Marco Fratini, Claudia Scarpa, Dj Tuppi, Paolo Romano, Natali Rosa, Sabrina Paravicini.