Giocolieri e danzatori a Stupinigi

Nella splendida residenza sabauda, come è tradizione del Festival Teatro a Corte di Torino, il barocco diventa la scena perfetta per le performance di Andrea Costanzo Martini e Gandini Juggling.

Dal 2007, l’itinerante Teatro a Corte di Torino si è ritagliato uno spazio di prim’ordine, divenendo uno dei più prestigiosi festival che animano l’estate teatrale; merito di un’organizzazione attenta e di un cartellone di prestigio con ospiti internazionali che garantiscono un tono cosmopolita alla kermesse, ma soprattutto di una formula culturale che ne ha fatto un caso di qualità europea di tale livello da costituire un unicum in Italia. Una proposta di spettacoli e allestimenti che, dalla performance art al circo, fino all’arte di strada, risultano capaci di spaziare dai teatri della città piemontese agli incantevoli spazi delle dimore sabaude collocate attorno a Torino.

Il sabato del primo weekend del festival, ovvero la giornata del 18 luglio, ha avuto come cornice la splendida Palazzina di Stupinigi, dimora barocca che i Savoia dedicarono alle giornate di Caccia realizzata dall’architetto del Settecento Filippo Juvarra.

Nel contesto che confonde realtà storica e fantasia fiabesca, in una dimensione ambigua e affascinante, trae la linfa vitale la creazione site-specific del performer e coreografo Andrea Costanzo Martini, dal titolo Voglio voglia. In coppia con la danzatrice israeliana Adi Weinberg, Martini anima il salone centrale della palazzina con una performance capace di riempire lo spazio con la sola energia corporale degli attori, che interagiscono con una serie di suoni e musiche che rimbalzano, come una pallina da tennis, dall’animalità selvaggia, richiamando i boschi circostanti, alle pubblicità televisive.

Ciò che ne scaturisce è un vortice in cui il corpo umano si confonde continuamente con l’universo animale e l’ironia smorza la tensione determinata dal contrasto tra l’illusionismo del trompe l’oeil delle decorazioni interne (allegoria del dominio della cultura e dell’immaginazione umana) e quell’universo irrazionale e selvaggio che l’individuo non può mai scuotersi completamente di dosso e che gli è proprio, soprattutto, quando si mortifica in mero consumatore passivo del commercio pubblicitario. Ciò a cui questa animalità fa segno, forse in maniera polemica, forse omaggiandola, è quella delle prede della pratica della caccia, l’attività di cui questo edificio è un monumento, dimostrazione simbolica della supremazia della cultura sulla natura, ma allo stesso tempo espressione palese dell’arroganza dell’uomo che si capovolge in istupidimento.

Di ben altra intenzione, l’opera presentata negli esterni della palazzina, che segna, da un lato, il ritorno di una compagnia già protagonista a Teatro a Corte due anni fa e, dall’altro, l’attenzione che, in generale, il festival riserva alle arti circensi e alle prestazioni acrobatiche. I Gandini Juggling sono un collettivo inglese, la cui poetica, caratterizzata dall’interazione tra drammaturgia e giocoleria, costruisce attorno a quest’ultima narrazioni che tramutano il mero esercizio di abilità, tipico degli artisti di strada, in significato narrativo.

Questo è quanto accade in 8 Songs, otto quadri costruiti e disegnati a partire da otto brani celebri della storia del rock. Dai Rolling Stones a Bob Dylan, dai Velvet Underground ai Beach Boys, canzoni immortali che hanno fatto da colonna sonora a diverse generazioni tornano a vivere, restituendo il loro carico di adrenalina, i loro significati di emancipazione e dissenso, i loro messaggi di amore e libertà.

Gli spettacoli sono andati in scena:
Teatro a Corte 2015
18 luglio – Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino

ore 17.30 – ore 18
Voglio voglia
di Andrea Costanzo Martini
con Andrea Costanzo Martini e Adi Weinberg

ore 17.30 – ore 18.00
8 Songs
dei Gandini Juggling
direzione artistica Sean Gandini
performers Christopher Patfield, Francesca Mari, Frederike Gerstner, Inaki Sastre, Jose Triguero, Lynn Scott