Un immaginario di suggestioni

A La Versiliana arrivano i Momix con un medley delle loro coreografie storiche per festeggiare, con il pubblico, i 35 anni di attività della Compagnia di Moses Pendleton.

Dopo il debutto mondiale lo scorso 10 giugno a Milano, W Momix Forever sbarca sulle coste toscane per una serata ricca di suggestioni visive ed estetiche.

La serie di quadri di cui si compone lo spettacolo dimostrano, ancora una volta, la cura e l’estro di Pendleton nel costruire un immaginario tridimensionale che affascina il pubblico grazie a un perfetto mix di light designing; musiche suggestive; costumi funzionali quanto autentiche macchine sceniche; perfomer atletici; e oggetti che, grazie all’abilità degli stessi, sono in grado di trasformarsi in caleidoscopiche forme astratte.
Nella costruzione della propria estetica, Pendleton attinge a una miriade di tecniche e stilemi, dal Black Light Theatre di Praga all’uso dell’attrezzistica propria della ginnastica ritmica, dal teatro di strada (con i trampoli riproposti in maniera creativa) alle esibizioni acrobatiche del corpo libero.

Tra i molti quadri, colpisce in special modo Dream Catcher, dove la struttura metallica nella quale roteano i performer, acquisisce la leggerezza degli “acchiappasogni” dei nativi americani, grazie a una serie di evoluzioni acrobatiche che dislocano la struttura nello spazio quasi fosse una piuma – che rotea nell’aria prima di planare, placidamente, al suolo.

Altrettanto suggestivo, Frozen Awakening, a solo di una performer che – grazie a un piano a specchio opportunamente inclinato – non solamente è in grado di ricreare l’altro da sé identico a sé (il riflesso tanto amato da Narciso), ma altresì una serie di figure che rimandano inevitabilmente alle strutture caleidoscopiche o alla bellezza della natura: un fiore che si schiude, le sinuosità di un cigno che si libra a pelo d’acqua.

E ancora, rotoli di carta si animano sotto lo sguardo affascinato di chi osserva quanto accade. In Paper Trails la performance è un’evoluzione continua: gli esseri umani appaiono avvolti nei rotoli – a metà strada tra abiti e bulbi – che si accartocciano o si allungano fino a trasformarsi in strisce luminose, dipanantisi sullo sfondo di una scenografia che appare ergersi in profondità e imponenza sino a ricomprendere l’intero palco. Mentre le stringhe, proiettate sullo sfondo nero, rimandano, esplicitamente o implicitamente, all’universo decodificato di Matrix, alla passione di Nagiko per la bellezza della calligrafia (tema centrale di The Pillow Book di Greenaway).

Non dimentichiamo nemmeno
Beauty in Motion, a solo di una figura che ricorda nell’abbigliamento e nella gestualità la leggiadria di una contadina indocinese, fino a quando le file di perline – che le scivolano attorno al corpo – seguendo il ritmo sempre più sincopato si trasformano in cerchi perfetti, spirali luminose, ali danzanti che fluttuano nell’etere, avvolgendo la performer in un microcosmo continuamente cangiante.

Unica nota un po’ stonata è la mancanza di una narrazione che dia ritmo e, nel contempo, unisca questo percorso che, godibilissimo a frammenti, non riesce mai a regalare un universo di senso – che vada oltre l’aspetto puramente estetico o il best of. Pensiamo, ad esempio, all’ultimo spettacolo di Sol Picó, visto recentemente a Teatro a Corte, che al contrario è in grado di cucire con una narrazione forte non solamente alcuni tra i migliori a solo della lunga carriera della coreografa e danzatrice spagnola, ma anche di legare strettamente il passato al presente con il racconto personalissimo di un’esistenza vissuta sotto i riflettori che, però, non perde mai di vista la realtà.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno del XXXVI° Festival La Versiliana:
Teatro La Versiliana

viale Morin, 16
Marina di Pietrasanta (Lucca)
mercoledì 12 e giovedì 13 agosto, ore 21.30

W Momix Forever
di Moses Pendleton