L’assalto è vicino

Centinaia di studenti in scena al Civico di Spezia per Willy Willy Shake, esito finale del progetto Play!

Prima di cominciare con una vera e propria riflessione, qualche informazione generale su Play! – ovvero il progetto teatrale per gli studenti delle scuole superiori (che ha coinvolto dieci fra licei e istituti del territorio spezzino e della lunigiana), promosso dalla Fondazione Carispezia in collaborazione con l’Associazione gli Scarti (per il coordinamento artistico e organizzativo), l’Associazione Balletto Civile, l’Associazione Casarsa Teatro, l’Associazione Fuori Luogo, l’Associazione Arci Btomic, il Teatro delle Albe, l’Associazione Prospettive Teatrali/Stratagemmi e l’Associazione Scena Madre.
Oltre al laboratorio (suddiviso in dieci gruppi di lavoro, uno per ogni scuola coinvolta), gli studenti sono stati invitati a seguire un percorso di visione di alcuni spettacoli e un laboratorio di critica teatrale (curato dall’Associazione Stratagemmi). Inoltre, per conoscere meglio l’approccio della non-scuola, hanno partecipato a incontri con Marco Martinelli e gli attori del Teatro delle Albe, e con alcune Compagnie nate a partire da questa esperienza.

Detto questo, veniamo allo spettacolo. Vi sono molti modi di portare il teatro nelle scuole, uno per ogni insegnante, esperto, teatrante che si accinge a farlo. Talvolta è divertente confrontarsi con insegnanti in uno stato di semi-panico e disorientamento per via dei modi diversi (“eccentrici”?) di approcciarsi al lavoro, che caratterizza gli esperti (solitamente basta scartare il solido copione, anche solo momentaneamente, e il terreno comincia a mancare sotto i piedi).
Se portare il teatro a scuola è sempre un motivo di merito, inutile negare che certe iniziative vivono di più il vento libertario e rivoluzionario che innerva di sé il teatro. Il laboratorio di Play! si ispira alla non-scuola, ovvero quel particolare modo di fare teatro con gli adolescenti che Teatro delle Albe ha inaugurato oltre vent’anni fa, quando Marco Martinelli e Maurizio Lupinelli iniziarono a collaborare con i licei di Ravenna.
Scuola e teatro, dicono le Albe, sono quanto di più distante ci sia: il tentativo di irreggimentare versus la libertà. Il teatro è vita, quella che c’è nei bambini che sanno ancora giocare, quella che si spegne man mano che si cresce, e si “prendono le cose sul serio” – arriva l’arteriosclerosi della ragione, dell’immaginazione, del gioco.
La non-scuola, però, non solo si oppone alla scuola, ma anche a quel modo polveroso e museale di affrontare i classici, quando sono semplicemente letti e ripetuti. I testi, al contrario, vanno smontati, smembrati e, anzi, ancor prima di lavorare con il testo occorre recuperare la vita che vi palpitava al di sotto – quella vita che ha trovato, in un secondo momento, espressione nelle parole che ci sono rimaste. Niente messinscena dei classici, quindi, ma un modo per resuscitarli, recuperando la vita racchiusa nelle parole. Ed ecco che il teatro prova (e riesce) a fare un’altra cosa, come a scuola spesso non accade: far capire che ciò che si studia è semplicemente frutto dell’intelligenza e della sensibilità di altri esseri umani, più ispirati, più dotati, o forse solo più umani e più liberi di noi.
In questo modo, due universi apparentemente lontani si incontrano: quello degli adolescenti, pieni di vita, ma spesso senza parole; e quello dei classici, ossia parole in attesa di nuova vita. Solo così ci dicono le Albe, e confermano anche i ragazzi di Play!, il teatro può scuotere.
Willy Willy Shake è, quest’anno, l’esito finale di Play! Vi hanno partecipato oltre un centinaio di studenti, e altrettanti sono saliti sul palco del Civico di Spezia.

È stato alquanto affascinante vedere un centinaio di attori muoversi sulla scena e, considerando quanto sia difficile coordinare simili masse di studenti – fosse anche solo per questo – lo spettacolo si è dimostrato implacabile come una macchina da guerra.
Gli otto gruppi/clan di studenti si sono sfidati a furia di scene shakespeariane, su un palco nudo, con americane, tiri, proiettori a vista, e un impianto a metà strada fra la discoteca e la strada: solo i gradoni, un’impalcatura, e otto totem-stendardi con il busto del bardo.
Shakespeare è stato innervato di vita, esplorato, indossato come un guanto, ri-elaborato dagli studenti, che hanno anche dato il loro contributo in termini di abilità personali messe a disposizione (ballerini, musicisti, cantanti). Ognuno ha offerto e condiviso le proprie competenze (inutile rimarcare il valore formativo di un simile approccio).
Le singole scene, in particolare, sono state sviluppate secondo un’impostazione contemporanea: ritmo, corpo, relazione, silenzi, voci. Per ricordare a noi tutti che il teatro è molto altro rispetto al dire battute imparate a memoria.
Il divertimento, la leggerezza, l’ironia che si respiravano nell’aria hanno contribuito a dar vita a scene interessanti, sulle quali riflettere e dalle quali imparare: Amleto e lo spettro, i tre Macbeth, Amleto che canta il suo monologo, la scena dei fiori di Ofelia – con le sue immagini e le molteplici versioni. Solo per citare alcune scene che ci hanno particolarmente colpiti.
E veniamo a un altro ragionamento. Ossia, cosa/come imparare. Perché lo spettacolo di laboratorio, come quello del teatro per l’infanzia, sembra appartenere a una categoria altra, a sé, rispetto allo spettacolo ufficiale, quello per gli adulti, o fatto da professionisti. Al contrario, in entrambi i casi, in simili generi si nascondono potenzialità che, nel teatro ufficiale, non si trovano. Una creatività libera, che si arricchisce delle proposte anarchiche e spontanee di tutti o, per citare le Albe, il privilegio di essere dei nessuno e traboccare di genio solo per questo. Quella gioia liberatoria di prendersi alla leggera e divertirsi. Ciò è di grande valore per tutti: per lo studente – che sperimenta una libertà espressiva e creativa che, nel contempo, si scontra con la parte più dura dell’esperienza, ossia gli altri, la fatica, le difficoltà (a differenza di altre forme espressive offerte da medium diversi); ma anche per l’operatore, libero giocatore fra pari.
Fare teatro non è solo una fra le tante opzioni per le attività scolastiche pomeridiane. Ha un valore formativo non indifferente. Insegna la libertà, in quella forma radicale e profonda che non si scinde mai dalla responsabilità del proprio posto e compito, in cui sono fondamentali il proprio divertimento e benessere, contemporaneamente a una costante attenzione verso l’altro, una prontezza all’ascolto e alla collaborazione.
Grazie a Play!, grazie alle associazioni, grazie a chi comprende il valore di simili iniziative, ci crede e risponde alla chiamata.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Civico

piazza Mentana, 1 – La Spezia (SP)

martedì 9 e mercoledì 10 maggio, ore 20.45
Play! è il progetto teatrale per gli studenti delle scuole superiori promosso da Fondazione Carispezia
in collaborazione con Ass.ne culturale Gli Scarti (coordinamento artistico/organizzativo), Ass.ne culturale Balletto Civile, Ass.ne culturale CasArsa Teatro, Ass.ne culturale Arci Btomic, Ass.ne culturale Fuori Luogo, Teatro delle Albe, Ass.ne culturale Prospettive Teatrali/Strategemmi e Ass.ne culturale Scena Madre
Licei L. Costa, G. Mazzini, A. Pacinotti, Istituti G. Capellini-N. Sauro, V. Cardarelli, G. Casini, L. Einaudi- D. Chiodo, A. Fossati-M. Da Passano, T. Parentucelli-C. Arzelà e L. Da Vinci

Willy Willy Shake
evento finale del progetto teatrale Play!
con la partecipazione di Agnese Naseddu, Alessio Bonamino, Albert Chiperi, Alberto Pasquali, Alessandro De Cesare, Alex Popoiu, Alexia Stancu, Alice Battistella,​Alice Sara, Anastasia Boni, Andrea Schroeder, Andrea Burgalassi, Andrea Lilli, Andres Diaz, Angelica Vincenzi, Anna Ginepro, Annalisa Levoni, Antonella Giardino, Aurora Casciari, Barbara Vanni, Camilla Campodonico, Camilla Montelli, Camilla Spadoni, Catalin Bahrin, Chiara Villa, Clarissa Tobia, Dalila Bagnuli, Daniele Paita, Danny Carassale, Daria Passaponti, Davide Simoncelli, Delfina Reggiani, Denise Perini,​Edoardo Chiartelli, Elena Lorusso, Elena Podestà, Elena Zinzula, Elisabeth Celetti, Elisabetta Ramaglia, Emanuele Aldiccioni, Emanuele Lo Giudice, Emily Onorato, Emma Muikku, Evaluna Bianchi,​Fabiani Marco, Federica Attanasio, Federico Spina, Flavia Thermes, Francesca Mavilio,​Francesca Minotto, Francesca Pesci, Francesco Viti, Gabriele Luciani, Gabriele Tartarini, Gabriele Volpe, Gelsomina Ascione, Geraldo Ndreca, Giada Aloisio, Gian Marco Giovannelli, Gianluca Valastro, Gilberto Scamuzzi, Giorgia Ballarò, Giorgia Merini, Giorgia Pagani, Giorgia Spataro, Giorgia Tidu, Giovanni Ionut, Giulia Adami, Guido Zeriali, Hidalgo Marceli Castro, Humbla Desanka, Iacopo Montanino, Ilaria Cantini, Ilaria Maggioncalda, Ilaria Sorrentino, Ioana Calin, Irene Alfano, Irene Lo Duca, Irene Ottolini, Irene Russo, Iuri Resasco, Jacopo Sommovigo, Jessica Ferrari, Jonathan Fontanini, Klarissa Mansueto, Kurtis Ersan, Leila Piccinini, Lisa De Giorgi, Liliana Ragusa, Lorenzo Bonati, Lorenzo Morra, Luca Berettieri, Luca Manuguerra, Lucrezia Silvio, Luisa Perfigli, Margherita Roccabruna, Maria Elisa Lopez, Maria Elisa Salvadori, Mariamatilde Martinelli, Marianna Pelli, Marika Da Vinci, Marisa Scremin, Marlena Stradini, Marotta Deborah, Marta Gambarotta, Marta Mokkon, Martina Concu, Martina Danovaro, Martina Mazzilli, Martina Spada, Matilde Bellotti, Matilde Fiorentini, Matteo Aversa, Matteo Casavecchia, Matteo Luchini, Micaela Chiarini, Michael Decillis, Michael Malito, Michael Marangone, Michela Vegna, Michelangelo Bertocchi, Michele Fedi, Michele Zitolo, Monica Rosioru, Nadia Ruggiero, Nicholas Villa, Nicole Orioli, Nicole Perrone, Noelia Esposito, Noemi Arabia, Ouana Stratulat, Oxane Danese, Petra Giommarelli, Pietro Barberotti, Pietro Formentini, Primo Testini, Ramjana Xhika, Rania Guriguer, Riccardo Ragusa, Rocco Baldassini, Rosa Di Vieste, Sabrina Micheletti, Sara Conte, Sara Parsi, Sara Saccomani, Sara Vanacore, Sebastiano Tufi, Simona Galizioli, Simone Benelli, Simone Molinaro, Sophie Papadhopulli, Tiziana De Carlo, Teresa Montali, Tommaso Tallerini, Veronica Drovandi, Virginia Bendinelli, Virginia Ratti, Vittoria Boletto e Viviana De Carlo
guide Enrico Casale, Alessandro Ratti, Cecilia Malatesta, Damiano Grondona, Davide Faggiani, Giulia Spattini, Matteo Di Somma, Maurizio Camilli, Renato Bandoli e Simone Benelli
docenti referenti nelle scuole Lidia Battisti, Lorena Caselli, Luca Adolfi, Mara De Manuelli (Istituto Capellini); Enrico Formica, Simona Surace (Liceo/ITG Cardarelli); Germana Pisi (Istituto Casini); Cinzia Forma, Claudia Foce, Paola Palmieri (Liceo Costa); Paola Moscatelli (Liceo Da Vinci); Maurizia Riccobaldi (Istituto Einaudi-Chiodo); Lorenza Lorenzi (Istituto Fossati-Da Passano); Elisabetta Malaspina (Liceo Mazzini); Riccardo Cesarotti (Liceo Pacinotti); e Rosarita Cecchinelli (Liceo Parentucelli-Arzelà)
direzione artistica e organizzativa Associazione Gli Scarti
immagini in proiezione Jacopo Benassi​