Lasciami l’ultimo valzer: la soffocata preghiera di Zelda

progetto-cantoregiIn un accogliente teatro cittadino nella piccola cittadina di Racconigi, a pochi passi da Torino, all’interno della rassegna La Fabbrica delle Idee,lunedì 19 giugno è andato in scena Zelda, uno spettacolo sulla multiforme vita di Zelda Sayre Fitzgerald, moglie di Francis Scott Fitzgerald.

Animata da una passione ardente per la vita, Zelda ci racconta come un solo briciolo di felicità possa valere l’intero spazio di una vita.
Difficile spiegare a parole il pieno di emozioni che la storia trasmette, di un amore e di un dolore inenarrabile, di chi ha trascorso la vita a rincorrere un desiderio ed è quasi impazzito senza raggiungerlo mai.
Zelda guarda il suo pubblico diritto negli occhi, avvolta in una vestaglia di seta color rosa antico, coprendosi le gambe e le scarpette da ballo, quasi con pudicizia e per non ostentare troppo quella passione per la danza che, sempre, da dentro l’ha animata.
A prestare corpo e voce all’avventuriera moglie del famoso Francis Scott Fitzgerald è Giorgia Cerruti, cui appartiene anche lo spettacolo insieme a Davide Giglio, entrambi figli della Piccola compagnia della magnolia.
L’attrice si è dimostrata abile e caparbia nel farsi portatrice di una storia di travaglio interiore e disagio sociale. Rappresentando l’altalena emotiva di una donna dominata da forti passioni e da altrettanti forti declini, la Cerruti ci appare abile nel fornire anche un’anima nuova a Zelda.
Seduta su una poltrona in un ambiente unico, Zelda è rappresentata nell’atto di invecchiare e rimuginare sul passato. E nell’atto di ripensare sé e la propria vita, il racconto si dipana come un lungo dialogo interiore scomposto in mille detriti nella memoria, muovendosi avanti e indietro, tra passato e presente senza arrestarsi mai. E nell’instabilità del ricordo e del pensiero, Giorgia Cerruti trova una posizione stabile e serena da cui narrare quelle emozioni forti, piene e viscerali di chi, come Zelda, alla felicità non ha mai rinunciato.
Non c’è distacco tra pubblico e palcoscenico, tutto si svolge su un piano orizzontale che comunica ed è comunicato. Il contatto diretto permette di immergersi totalmente nella storia, in cui i confini tra verità, vana speranza e sfumature della memoria appaiono sfocati e poco definiti.
E Zelda sembra rivolgere ancora un’ultima preghiera al pubblico, perché qualcuno le conceda ancora, di nuovo, un ultimo valzer: non già di quelli lenti e seducenti che ricorda appartenenti al passato, ma che sappia restituirle il sapore di quella passione e di quella giovinezza che il tempo sembra avergli strappato, ma che sempre ritrova vive e lucenti nel suo cuore.
È un grido di speranza e disperato per un’impresa impossibile e immancabile insieme: la ricerca della felicità.
Sebbene le emozioni e il trasporto conducano l’osservatore lontano con i pensieri e con il sentire, la staticità della scena disturba di tanto in tanto l’attenzione del pubblico, costretto a tenersi su con qualche colpo di tosse che spezza la catena di silenzi, profumo e parole a cui Zelda dà vita.
Avvolta in una nuvola di ricordi odor di rosa, Zelda avverte il sopraggiungere del suo declino e vive un momento di allucinante chiarezza, nel quale, solo attraverso sogno e ricordo può perpetuare il suo desiderio d’amore e insieme di vita, mentre guarda in faccia fine.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Ex ospedale psichiatrico
Via Fiume, Racconigi, Cuneo
ore 21.45

Zelda: Vita e Morte di Zelda Fitzgerald
di Giorgia Cerruti e Davide Giglio
con Giorgia Cerruti
produzione Piccola Compagnia della Magnolia
durata 55′